Maria Stuarda. Delitti celebri di Alexandre Dumas

Recensione di Sara Valentino

“Esistono, per i re, nomi predestinati alla cattiva sorte”

“All’interno di questa razza sfortunata, Maria Stuarda fu la prediletta della sventura”

Un nuovo romanzo entra a far parte della collana della casa editrice Scrittura & Scritture, VociRiscoperte, un nuovo Delitto Celebre del ancor più celebre maestro del romanzo storico, Alexandre Dumas. Spero che possano essere tradotti e pubblicati tutti, ridare voce a questo grande, con una traduzione fresca e impeccabile, è anche un modo per tornare a scoprire straordinari personaggi del passato.

In questo caso parliamo di una sfortunata Regina, “Maria Stuarda. Delitti celebri”. Attraverso il romanzo di Dumas, corredato di testi originali del tempo, quali le liriche di Maria Stuarda e anche il suo testamento, possiamo scoprire, per chi non la conosce, la sfortunata storia di una regina prigioniera, non serve nulla di fantasioso per rendere questa storia avvincente, la Storia è stata proprio questa, lo stesso Brantome, che la conobbe personalmente disse: “Coloro che vorranno scrivere di questa illustre regina di Scozia avranno due argomenti assai ampi da trattare: quello della sua vita e quello della sua morte”.

Maria Stuarda a sei giorni dalla sua nascita era già regina di Scozia, una vita iniziata tragicamente e terminata allo stesso modo. Una ascesa incredibile, a sei anni era fidanzata di uno dei più potenti principi d’Europa, regina consorte di Francia nel 1559.

“Nata con il cuore di una donna e la testa di un uomo, acquisì non soltanto le qualità necessarie a una futura regina ma imparò le dottrine scientifiche che fanno da corollario alle competenze dei dotti”

Il suo discorso, redatto personalmente in latino, pronunciato a quattordici anni in una sala del Louvre dinanzi a Caterina de’ Medici, Enrico II e all’intera corte, fu un discorso dove sosteneva l’importanza per le donne di coltivare la lettura e la cultura, dove diceva che relegarle alle sole occupazioni domestiche era come sottrarre a un fiore il suo profumo, ebbene immaginate quale poteva essere l’accoglienza per lei nella corte di Francia.

Il destino si stava per compiere e le tragedie si susseguirono con una velocità incredibile, i lutti delle persone più care e vicine e l’addio alla Francia. Pare di vederla nell’agosto del 1561, bellissima anche nei suoi abiti bianchi da lutto, salutare la costa francese.

“Maria, come abbiamo detto, era arrivata mentre infuriavano le prime rivolte religiose e, fervente cattolica come tutta la sua famiglia materna, suscitava negli ugonotti i più forti timori”

Dumas ci accompagna con le sue parole togliendo il velo a accadimenti del passato, calcando la mano sulla bellezza senza difetti di Maria, sul rapporto tra lei e Elisabetta I, la figlia di Anna Bolena, scaltra, politicamente preparata ma non legittimata al trono in quanto nata fuori dal matrimonio. I legittimisti inglesi infatti sostenevano Maria Stuarda per il trono. Ecco forse, dice lo stesso Dumas, se Maria avesse avuto qualche difetto probabilmente non avrebbe fatto quella tremenda fine.

Congiure, tradimenti, il delitto di Darnley, quel nuovo marito divenuto tanto arrogante, le passioni, tutti passaggi descritti in maniera così accattivante.

A volte, durante la lettura, mi sono chiesta il perchè lei nonostante le violenze continue subite tornasse sempre da Bothwell, l’ultimo marito, brutale e violento, e ci tornava come una bambina. Credo che noi tutte donne ci siamo passate da una storia d’amore simile e possiamo comprendere. Illusioni? Forse sì.

“Con quell’eterna fiducia che nutrono le donne verso il loro amore, fede sulla base della quale misurano sempre l’amore degli altri, Maria pensò che la più grande sofferenza di Bothwell non fosse assolutamente l’aver perduto ricchezza e potere, ma aver perduto lei”

Se la prima parte del romanzo si legge con parsimonia e con calma, la seconda invece è divenuta per me un fiume in piena. L’odio di Elisabetta, gli inganni, le fughe, la lunga prigionia, gli amici e i sostenitori che lo restarono fino all’ultimo momento, tutti ingredienti che sapevo dove mi avrebbero condotta e forse inconsciamente desideravo recare la pace e la serenità a colei che la meritava.

Maria Stuarda ci lascia con la sua saggezza, l’onestà e la grande dignità e un coraggio straordinario e come da sua richiesta resta una commozione senza pari, ma senza strepiti. I suoi nemici hanno vinto, il suo perdono è straziante. La Regina martire. Mi sono commossa due volte, una volta durante la lettura e un’altra ora, mentre ne scrivo, perchè ora davvero dovrò dirle addio, ma la sua forza, il suo credo, resteranno con me.

“Sono nata regina, principessa sovrana non soggetta a leggi, parente stretta e legittima erede della regina d’Inghilterra”

Trama. Venti anni. Tanto durò la prigionia della regina più famosa della Scozia: Maria Stuarda. Vittima di complotti e raggiri, figlia di quella casata sulla quale la cattiva sorte si accanì oltremodo e di cui lei ne rappresentò l’apice. Amata e odiata, dalla vita sentimentale turbolenta ma infelice, Mary Stuart, regina di Scozia, di Francia e, per i legittimisti, di Inghilterra, fu una pedina importante sullo scacchiere della politica francese e inglese del XVI secolo, nonché delle guerre di religione. Ma soprattutto fu il tormento di Elisabetta I che ne fece oggetto di attacchi e false promesse, e di un martirio senza precedenti. Di Maria Stuarda, Alexandre Dumas celebra la donna che fu e la regina che non le lasciarono essere, conducendo il lettore in quello che a tutto tondo è stato un vero e proprio “crimine celebre”. Tra congiure e progetti di fuga, accuse e ricusazioni, menzogne e verità, prigionia e processi, Dumas padre, con la sapienza dello storico e la penna del romanziere, costruisce un romanzo ricco di avventura, Storia, passioni e tradimenti a disvelare, con ritmo incalzante, la tormentata vita e la tragica esecuzione della regina cattolica Mary Stuart.

  • Editore ‏ : ‎ Scrittura & Scritture (17 giugno 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 304 pagine
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