Mulieres Salernitanae. Storie di donne e di cura di Federica Garofalo

Recensione a cura di Edvige Amelia Marotta

 Trotta de Ruggiero, Rebecca Guarna, Sabella Castellomata, Mercuriade, Maria di Pozzuoli e Costanza Calenda, sei personalità femminili (che operarono nella Scuola Medica Salernitana) diverse fra loro ma accomunate dalla volontà di dare voce alle donne e di far comprendere, anche ad esse, che le differenze fra i due sessi debbono essere abolite, che non esistono. 

“Ho lavorato e studiato giorno e notte per penetrare tutti i segreti della natura e del corpo umano, solo per far comprendere alle donne che non sono il rifiuto della Creazione e perché anche gli uomini lo vedessero.” 

Donne che hanno dovuto, invece, combattere con l’arroganza di questi ultimi che mai hanno riconosciuto il loro reale valore nel ruolo di mediche e chirurghe! 

“Ecco che succede a prendersi in casa una donna che ha la testa imbottita di libri.” 

L’autrice è riuscita a delineare il carattere di ciascuna di loro facendole interloquire con personaggi di alto rango che, come dice lei in un’intervista, le hanno “psicanalizzate”, facendo venire a galla non solo il lato battagliero che le contraddistingueva ma anche le loro paure, le loro ansie, i loro sogni, le loro mancanze e la loro rinuncia a ricercare la propria felicità pur di perseguire il loro ideale! 

“Amate così tanto le donne e siete disposta a tutto per loro […] eppure odiate talmente la donna che è in voi d’aver fatto quanto era in vostro potere per annientarla.” 

Queste donne scrissero  libri che vennero utilizzati anche da medici uomini e contribuirono a curare i malati con dolcezza anche nei casi più gravi; alcune di loro erano, infatti, restie ad utilizzare i “ferri” e, per la maggior parte delle volte, utilizzavano il potere curativo delle erbe senza operazioni invasive. 

“Preferiva le cure dolci, che non davano dolore e spesso funzionavano anche meglio degli arnesi di bronzo e di ferro: le diete, i decotti, i bagni, i massaggi, le pomate. Anche quelle pomate chiamate parole: non quelle che squarciano le carni, che segano i nervi e le ossa peggio di un’amputazione fatta senza nemmeno addormentare con la spugna sonnifera; le parole sussurrate all’orecchio, calde e umide come il sangue, magari anche amare, ma che hanno il potere di mutare i pensieri come gli umori.” 

Quello che si credeva era che le donne agivano d’istinto mentre gli uomini erano razionali, ecco perché erano considerate inferiori. 

“Mi stupisce che diciate a me di usare la ragione – disse, e un’amara ironia velava la voce apparentemente imperturbabile della medica. – Se non sbaglio avete scritto che la ragione è propria dell’uomo, mentre la donna non ha altra guida che l’istinto. D’altronde non sarebbe questo il motivo per cui la donna dev’essere sottomessa all’uomo?” 

Per quanto queste e molte altre donne dopo di loro abbiano lottato coi denti e con le unghie per ottenere le pari opportunità, poco è cambiato da allora e ce lo confermano i costanti fatti di cronaca odierna… 

“Il giorno in cui il lavoro della madre di famiglia sarà tenuto in onore quanto quello del medico, allora ci sarà vera giustizia.” 

Sono grata a tutte loro che ci hanno, comunque, permesso di ottenere grandi traguardi e piano piano riusciremo anche ad eliminare questo velo di superiorità che separa gli uomini dalle donne! E un grazie va all’autrice che attraverso uno studio approfondito dei periodi storici e della vita dei personaggi ha dato voce e sostanza a tutte loro, portandoci alla conoscenza delle loro intimità più profonde!

“Purtroppo la donna non è consapevole del potere che ha dentro di sé, e agisce costretta dalla passione o dal dovere: se lo fosse,  farebbe come l’agricolture, che dissoda e ara il terreno prima di gettarvi il seme, e sceglie soltanto il seme migliore perché la vita che vi nascerà sia più perfetta ancora. Quando la donna comprenderà cosa accade nel momento in cui, nel segreto del suo grembo, il vile piombo del seme maschile si trasmuta nell’oro di un’anima vivente, allora conoscerà anche la generazione e la fabbricazione delle cose di questo mondo, e diverrà davvero immagine di Dio sulla terra.”

Una città del Mediterraneo medievale: Salerno, la Città della Medicina. Sei donne, donne che curano, e le loro storie, che si snodano dal 1084 al 1422. Sei aspetti del femminile, in un mondo che cambia, e che riserva molte sorprese. Un mondo forse diverso da come lo abbiamo sempre immaginato.

  • Editore : Robin (28 ottobre 2020)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina flessibile : 264 pagine
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3 Risposte a “Mulieres Salernitanae. Storie di donne e di cura di Federica Garofalo”

  1. Libro dalla scrittura colta e avvincente nello stesso tempo, frutto di appassionanti ricerche storiche e di coinvolgimento dell’autrice, la giovanissima Federica Garofalo, cui rivolgo le mie congratulazioni per la sua scrittura tesa alla rivalutazione del nostro Medioevo e al lavoro delle donne mediche, le protagoniste di questi raffinati racconti.

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