Narcoguerra. Cronache dal Messico dei cartelli della droga di Fabrizio Lorusso 

“NarcoGuerra” è un testo giornalistico e narrativo sul Messico e sulla guerra ai cartelli della droga, dichiarata nel 2006 dall’allora presidente Felipe Calderón. Il bilancio: 100.000 morti e 26.000 desaparecidos. A tre anni dall’insediamento di Enrique Peña Nieto la situazione non è cambiata, ma il discorso ufficiale ha provato a nascondere la violenza, i vuoti di potere e la strategia di militarizzazione del territorio. La notte del 26 settembre 2014, a Iguala, nello stato del Guerrero, quarantatre studenti vengono sequestrati dalla polizia e consegnati ai narcotrafficanti. Desaparecidos. Polizia e narcos collusi: la norma in tante città messicane. La notizia rimbalza, si riaccendono i riflettori sulla narcoguerra, sulle violazioni ai diritti umani e sulla guerra alle droghe come strumento di controllo sociale. La malavita continua a stringere patti con la politica e la sua forza sono i mercati internazionali di marijuana, oppiacei, cocaina, droghe sintetiche, armi e persone. Il libro esplora la storia e l’attualità dei cartelli, dei boss e del narcotraffico, la war on drugs statunitense, gli elementi della narco-cultura come il culto della Santa Muerte, i narco-blog e la musica dei narcocorridos, i meccanismi della “fabbrica dei colpevoli” (con i casi della francese Florence Cassez e del professor Alberto Patishtan). Prologo di Pino Cacucci.

  • Editore ‏ : ‎ Odoya (28 maggio 2015)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 414 pagine

Recensione a cura di Simone Gervasi

Questo è un libro scritto dal giornalista freelance LoRusso in cui ci viene spiegata quella che è stata e continua a essere la Narcoguerra.

“Esistono due Messico. Perché qualsiasi viaggiatore, viandante o lieto turista affascinato dalla sua incommensurabile bellezza può tranquillamente attraversarne migliaia di chilometri senza mai percepire un clima di violenza sanguinaria. Eppure… esiste anche un altro Messico, quello che Fabrizio LoRusso sviscera nei suoi reportage, nei suoi approfondimenti giornalistici, nei racconti di vita quotidiana. E lo fa con esemplare giornalismo narrativo, che attualmente è l’unica fonte di informazione attendibile.” Citazione di Pino Cacucci.

Il Messico è un paese stupendo dal punto di vista territoriale e ha una storia molto antica alle spalle. Nonostante questo se si gratta la patina che si trova sopra troviamo un Paese che è in costante conflitto e martoriato. La Colombia e il Perù sono dei paesi che producevano e continuano a produrre la droga, con un elevato grado di purezza.

Verso la fine degli anni 70 gli USA dichiararono la “war of drugs” con lo scopo di catturare, distruggere e eliminare non solo la droga dal circolo ma anche il denaro.Infatti per esempio noi conosciamo il caso del narcotrafficante, chiamato anche Pablo Escobar a capo del cartello di Medélin, il quale dalla Colombia produceva e trasportava la droga passando dal Messico verso gli Stati Uniti.Pablo Escobar, a cui molti agenti della DEA davano la caccia, venne ucciso.

Nel 1973 nacque la DEA, Drug Enforcement Administration, ovvero un corpo di polizia appositamente addestrato con lo scopo di infiltrarsi e di catturare le persone che producono e distribuiscono la droga. Successivamente i cartelli di diventarono corrieri e produttori di droga, trasportando la droga al di là del confine statunitense. Infatti sul territorio messicano si trovano moltissime piantagioni di oppio, cocaina, eroina e quindi ogni cartello ha una sua zona di competenza. Per adesso il cartello più potente del mondo in assoluto è il cartello di Sinaloa, al cui vertice, vi era El Chapo Guzman prima che finisse catturato e estradato negli USA.

La narcoguerra continua e molti perdono la vita senza che lo Stato faccia giustizia.Il giornalista LoRusso ci spiega proprio come lo Stato sia un Narco-Stato fallito e corrotto fino al midollo.

La criminalità organizzata si è inserita all’interno degli organi dello Stato e anche gli organi stessi sono corrotti.In Messico si può uccidere brutalmente una persona senza avere delle ripercussioni giuridiche. Allo Stato interessano di più i numeri, di quante persone vengano arrestate, piuttosto che adottare delle riforme sociali che tutelino veramente e seriamente la popolazione locale. Con il passare degli anni, partendo dagli anni 80, i grandi Cartelli messicani della droga sono mutati e si sono frammentati sempre di più.Inoltre sono nati tantissimi gruppi di persone che cercano di migliorare lo Stato messicano.

La procedura è molto lunga e ci vorranno ancora molti anni. Purtroppo molte persone, nel frattempo, moriranno se questi omicidi, queste torture, i femminicidi perpetrati dai narco cartelli e dalle istituzioni corrotte non verranno fermati.

Questo libro l’ho visto per la prima volta in libreria e da quel momento in poi ho desiderato acquistarlo. Fabrizio essendo un giornalista freelance e vivendo in Messico ormai da moltissimi anni è riuscito a trattare in un certo modo quello che è il tema della Narcoguerra.

È riuscito a saper descrivere bene e in modo molto chiaro la situazione non solo attuale del Messico ma anche passata. Il suo è un lavoro fatto di ricerca, testimonianze, reportage e interviste effettuate su personaggi molto importanti della scena sociale del Messico.

Il Messico è questo e altro…Questo libro lo consiglio non solo per gli amanti del Messico ma anche a quelle, persone, che sono interessate agli argomenti legati alla criminalità organizzata e al narcotraffico dei cartelli messicani

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