Navi perdute: H.M.S. Erebus e H.M.S. Terror 1847

Perdute nell’Artico…

Per centinaia di anni l’area ghiacciata a nord del continente americano ha polarizzato molti interessi. Era possibile viverci? Cosa faceva puntare l’ago della bussola sempre in quella direzione?

Nel 1828, Franklin era considerato uno degli esploratori artici di maggiore esperienza. La sua prima spedizione risaliva al 1817. A questa ne seguirono altre due. Franklin continuò a interessarsi di esplorazioni polari e, provvisto di mappe geografiche dettagliate, attratto dal fascino del passaggio a NordOvest propose al governo di arrivare alla soluzione con un’altra spedizione ben organizzata. Il comando della spedizione e dell’Erebus fu affidato a lui, notare che si diceva patisse il freddo… Il comando dell’altra nave, la Terror, venne assegnato al Capitano Crozier che aveva grande esperienza di esploratore polare.

L’Erebus e la Terror furono le prime a utilizzare vapori a elica nell’Artico avendo notevole vantaggio nell’avere acqua calda trasportata da tubature ai castelli e nelle cabine. I servizi igienici non costituivano un problema. I secchi dovevano essere svuotati fuoribordo.

Gli ufficiali avevano il loro servizio da tavola in argento, a bordo giocavano a backgammon e disponevano di oltre 1000 libri, compresi molti volumetti religiosi, assai diffusi in tempi come quelli di grande e profonda moralità. C’erano anche un cane, una scimmia e materiale per dagherrotipi. Il carico che doveva durare circa tre anni comprendeva carne in scatola, verdure, tabacco, 3000 galloni di rum di ottima qualità, capi di vestiario per difendersi dal gelo, pelli di lupo da usare come coperte, 200 rulli per messaggi che potevano essere gettati fuori bordo nella speranza che venissero raccolti e inviati a Londra, riserve di succo di limone per combattere lo scorbuto e 10 buoi vivi.

Erebus e Terror non erano certo due gemelle, la prima pesava 370 tonnellate e la seconda 340. Se all’inizio erano armate come navi normali poi avevano eliminato i pennoni dell’albero di mezzana. Trasportavano una scialuppa su entrambe le anche, tre sulle bome poppiere e due scafi speciali per caccia alla balena. Le scorte erano previste per 137 persone.

Le navi lasciarono Woolwich il 12 maggio, accadimenti beneauguranti e altri meno gli equipaggi furono pagati anticipatamente. La spedizione una delle più ambiziose e allo stesso tempo la più famosa tragedia artica. Con l’ultimo avvistamento da due navi alla fine del luglio 1845 mentre solcavano la baia di Baffin si interrompono i segnali dalla spedizione. Questo è l’ultimo avvistamento ufficiale.

Lady Franklin cerca di smuovere le acque e così James Clark Cross parte per una delle tante spedizioni di salvataggio che però torneranno senza successo alcuno. Molte spedizioni successive si unirono alla caccia, raggiungendo nel 1850 undici navi britanniche e due americane. 

Cosa accadde veramente? A uccidere l’equipaggio furono la fame, la polmonite e la tubercolosi, cause dimostrate dalle analisi dei frammenti ossei. Ma quegli accertamenti hanno dimostrato anche che, nel disperato tentativo di sopravvivenza, venne praticato dai sopravvissuti anche il cannibalismo. Immagini agghiaccianti…

Pochi anni fa le autorità canadesi hanno annunciato il ritrovamento delle due navi. Erebus fu trovata nel 2014 invece la Terror fu trovata 2016, conservante fino a oggi dalle gelide acque dell’isola di Re Guglielmo.

Il fatto che un relitto sia stato trovato integro, in fondo al mare, ci racconta che la nave fu abbandonata e non stretta tra la morsa dei ghiacci. Ma le rilevazioni, difficoltose per via della posizione profonda dei relitti, sicuramente sapranno dare nuove risposte.

Fonti: Il ritrovamento del H.M.S Erebus e del H.M.S Terror, scomparse tra i ghiacci alla ricerca del passaggio a Nord Ovest • Ocean 4 Future; L’ultimo viaggio di John Harris – Armenia editore

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