Nel nome del giglio di Lavinia Fonzi

Recensione di Sara Valentino

Oggi vi porto a Firenze nell’anno 1798. Il romanzo inizia da un luogo meraviglioso, Ponte Vecchio! Conosciamo così la giovane Bianca, una sognatrice, una poetessa che ama scrivere versi in quel momento in cui il tramonto svanisce per lasciare posto al blu della notte.

Il Granducato di Toscana aveva da poco superato tutti gli sconvolgimenti politici  di quegli anni. Si stava facendo strada negli animi un desiderio di indipendenza dai sovrani stranieri. Bianca e suo padre appartenevano alla cerchia dei giacobini, il movimento rivoluzionario con cui venirono chiamati coloro che credevano in un sogno di indipendenza. Le riunioni avvenivano segretamente, si discuteva di politica, si definivano strategie, i rischi erano davvero parecchi, esporsi significava morte.

“Non importa quanto lontani sembrino i nostri sogni: se siamo disposti a combattere, prima o poi diventeranno realtà.”

“Nel nome del Giglio” ci racconta di una grande delusione, di quella che ci colpisce quando ci sentiamo usati, presi in giro. Ci racconta di uomini effimeri e di donne dai grandi ideali.

Bianca fa una promessa solenne e parte per la Francia in un’avventura pericolosa, dovrà guardarsi dai nemici, ma forse più dagli amici. Si ritroverà nel centro di una congiura e scoprirà che c’è sempre una possibilità di redenzione.

E’ così. Ho sempre apprezzato le persone che coltivano alti ideali e vivono grandi passioni, nella letteratura come nella realtà. E voi credete davvero che nel mondo ci siano persone simili?”

Anche io apprezzo le persone dai grandi ideali, che vivono di e per la passione, ci sono ma sono poche, il nostro è un mondo di favoritismi, di egoismo ma non di ideali.

“Ora che il Terrore è finito c’è una fortissima voglia di vivere, voglia di assaporare tutte le gioie della vita, di danzare, senza pensare al domani… Sì, siamo passati da un eccesso all’altro e i nostri politici sono i primi a condurre questa vita sfrenata, che certamente ti sembrerà dissoluta. Ma in fondo, che cosa possiamo farci?”

Altra riflessione che mi pare abbastanza contemporanea a noi è proprio questa: il nostro periodo storico attuale può in qualche modo essere assimilato al Terrore  e possiamo quindi comprendere quel desiderio enorme di tornare a vivere la vita in tutte le sue sfumature. Speriamo solo di non cadere nell’eccesso anche noi…

Lavinia Fonzi è una giovane autrice, questo è il suo esordio, la sua narrazione è fluida in un romanzo d’ambientazione storica ma dal tenore contemporaneo, sono persuasa che saprà crescere molto e regalarci nuove avventure in futuro. E’ una storia d’amore, lo consiglio in modo particolare a chi ama questo genere.

La lettura mi ha permesso di rivivere sicuramente Firenze, l’autrice è molto capace nelle descrizioni architettoniche; a fine libro trovate anche una utile comparazione tra la Firenze e la Francia del 1798 e quella del 2020

 

Trama. Firenze, 1798. Un gruppo di giacobini tenta di rovesciare il Granduca di Toscana. Tra loro c’è Bianca, poetessa ingenua e sognatrice che spera di trovare l’amore della sua vita. Quando l’affascinante Federico la bacia, crede di aver trovato il ragazzo dei suoi sogni, ma la realtà si rivela amara: il giovane è un abile seduttore, che si diverte a conquistare le ragazze per gioco. Decisa a dimenticare la delusione amorosa decide di imbarcarsi in una pericolosa missione alla volta di Parigi. Durante il viaggio incontra nuovamente Federico con cui è costretta a collaborare e che li porta a essere molto vicini. Tra complotti, personaggi celebri e incomprensioni, i due protagonisti dovranno portare a termine la loro missione, che culminerà in una congiura che mira dritta al centro del potere: Palazzo Pitti.

  • Copertina flessibile : 304 pagine
  • ISBN-10 : 8833220400
  • ISBN-13 : 978-8833220406
  • Dimensioni : 14 x 2.4 x 21 cm
  • Editore : Bookroad (22 ottobre 2020)
  • Link d’acquisto
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