Nostradamus.

A cura di Sara Valentino

Mai come in questi tempi bui e incerti il nostro pensiero corre veloce verso il tempo delle profezie. Parlare di profezie significa anche ricordare Nostradamus, Michel de Nostredame, astrologo, farmacista, speziale francese nato nel 1503. Sebbene elogiasse l’astrologia e si definisse astrologo, Nostradamus era un pessimo conoscitore degli oroscopi. I suoi critici rilevarono errori madornali nei suoi pronostici. Stroncature che oggi sarebbero da querela e denuncia.

Nostradamus iniziò a scrivere e pubblicare le predizioni in età adulta, aveva 47 anni. Il suo primo almanacco risale al 1550, prima si era occupato solo di erboristeria.

David Ovason, il massimo esperto di Nostradamus scrive: “Nostradamus ha elaborato le sue quartine in modo che il loro significato divenisse evidente solo dopo che l’evento predetto si fosse verificato. In effetti nel corso della lettura, estesa e minuziosa, dei molti commentatori, delle glosse e delle spiegazioni fino a oggi pubblicate, offerte al pubblico nel nome di Nostradamus, non ricordiamo un solo caso da cui risulti che una quartina è stata interpretata in modo pertinente prima dell’avverarsi dell’evento che prediceva”

Naturalmente vi è un regno dove i così chiamati nostradamiani spopolano: internet. Centinaia e centinaia di siti in tutte le lingue del mondo parlano della leggenda e della sua infallibilità.

Le “Profezie” di Nostradamus sono il testo profetico che ha raggiunto il maggior numero di interpretazioni possibili.

Ma chi era davvero, Michel de Nostredame? Un intellettuale rinascimentale non molto diverso dagli altri. Nato da una famiglia di discendenza ebrea convertita al cattolicesimo, nel cuore della Provenza. Suo padre si chiamava Jaume ed era commerciante di vino e cereali, nel 1510 divenne notaio. Di famiglia abbiente, il giovane Nostradamus ebbe la possibilità di avere un’educazione tipica delle classi dominanti. Studiò ad Avignone ed ebbe modo di viaggiare parecchio, i suoi studi furono dedicati alla medicina tanto che nel 1544, con i suoi colleghi tentò di arginare l’epidemia di peste che investì Marsiglia. La cura si rivelò inutile, salassi, sudoriferi e purgativi non erano la soluzione e peggioravano in alcuni casi la situazione del malato. La peste sarà dunque una protagonista importante delle sue “Profezie”. Si ritirò poi a Salon-de Provence dove visse, con l’eccezione di alcuni viaggi, sempre fino alla morte.

Nel 1548-49 fece un viaggio in Italia tra Venezia, Savona, Torino e Milano e al suo ritorno non fu più medico ma si dedicò interamente agli almanacchi e alle previsioni. Un successo rapido il suo, si creò una fitta rete di clienti danarosi che pagavano per le sue lettere oscure e sibilline a rispondere ai loro quesiti.

Coloro che credono e credettero in lui sono convinti che predì il giorno della propria morte, ma in realtà non andò così.

Anche la sua morte e sepoltura è avvolta da leggenda. Si diceva che il mago avesse disposto di essere messo seduto nella tomba, con carta, penna e calamaio, nonchè una lampada, così da continuare all’infinito a scrivere predizioni. Non manca neppure la leggenda che riguarda la profanazione della tomba con punizione fatale del reo.

durante le guerre della Rivoluzione francese la tomba del mago venne saccheggiata in cerca di piombo da fondere per farne proiettili. Una guardia nazionale di un battaglione marsigliese avrebbe sfondato l’avello e disperso le ossa ( una variante prevede il solito brindisi nel teschio usato come coppa), ma già il giorno successivo il sacrilego veniva impiccato per aver rubato in una casa”

Il cadavere non era ancora freddo e già le leggende e le dicerie presero piede per giungere fino a noi.

Per approfondire lascio una delle fonti:

Nostradamus ha davvero previsto con secoli di anticipo le due guerre mondiali, l’assassinio di Kennedy, la Guerra Fredda, l’attacco alle Torri Gemelle? In “L’officina di Nostradamus”, Paolo Cortesi ricostruisce il mondo intellettuale e l’ambiente culturale in cui il celebre astrologo francese ― alle prese con clienti entusiasti e caustici colleghi ― visse e operò. Attraverso un’attenta analisi delle fonti testuali, le Profezie vengono così ricondotte alla loro dimensione storica e ne viene restituito il messaggio originario, che appare in piena sintonia con il XVI secolo piuttosto che con il futuro.

  • Editore ‏ : ‎ Carocci (7 giugno 2018)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 183 pagine

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