Ombre nella notte di Tess Gerritsen

La vita di Ava Collette, scrittrice di libri di cucina, è stata sconvolta da un’indicibile tragedia.

Per ritrovare pace e serenità, Ava ha deciso di lasciare Boston e trasferirsi a Brodie’s Watch, una magnifica casa in una tranquilla cittadina sulla costa del Maine. Qui, ne è certa, finirà di scrivere il manuale sulla cucina del New England a cui lavora da mesi e troverà il modo di superare il passato. Tutto sembra andare alla perfezione, ma Ava ha la costante sensazione di non essere sola. Finché i suoi dubbi non trovano conferma: una notte si sveglia di soprassalto e si trova faccia a faccia con un’apparizione che la turba profondamente.

Davanti a lei c’è un uomo, ma non dovrebbe esserci perché il suo aspetto è quello di una persona morta molti, molti anni prima, un ufficiale di marina che, a quanto si mormora in paese, non ha mai lasciato quella casa. Da quel momento Ava impiegherà le sue giornate indagando su quell’uomo, sparito improvvisamente nel nulla… mentre di notte si lascerà affascinare e infine sedurre dalle sue visite spettrali, in un susseguirsi di eventi che la faranno dubitare della propria sanità mentale.

Ma è più vicina alla realtà di quanto possa sospettare: esiste un segreto, che la gente di quel posto sperduto si bisbiglia all’orecchio, e che Ava dovrà svelare in fretta, prima che il numero delle vittime aumenti… includendo anche lei.

  • Copertina rigida: 350 pagine
  • Editore: Longanesi (14 maggio 2020)
  • Collana: La Gaja scienza

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Recensione a cura di Fabiana Farina

Inizio dicendovi che non so il perchè ma è da un po’ che non seguo la Gerritsen.

Della sua scrittura ricordo libri con cadaveri, medici legali, poliziotti e la caccia all’assassino, forse il ricordo che ho è “fuorviato” dalla serie tv “Rizzoli & Isles” boh, non lo so. So solo che questo libro è praticamente diverso, che ha cambiato stile, ok I morti ci sono e l’assassino pure ma predilige il “paranormale” al posto dell’investigazione.

“Come ho potuto pensare che per cambiare le cose bastasse fuggire? Ovunque si vada ci si porta dietro la propria infelicità come una carogna in decomposizione…”

In questo romanzo troviamo Ava, una food blogger, che in piena crisi di sensi di colpa, e con l’intenzione di lasciarsi alle spalle gli ultimi mesi, affitta una villa al mare per passare le vacanze e nel frattempo lavorare al suo nuovo libro di cucina.

La casa non è una casa qualsiasi, è la casa che apparteneva al Comandate Brodie, morto in mare 150 anni prima e che, secondo la gente del posto, è ancora abitata dal suo fantasma.

“Non ci sono forse mostri dentro ognuno di noi? Io conosco fin troppo bene i demoni che albergano dentro di me.”

Ava è convinta di vederlo e di parlargli e che ciò sia per suggestione, per i sogni di fatti di una ubriaca (lei ogni sera per poter dormire beve fino allo sfinimento) o semplicemente realtà, ogni volta che “incontra” il comandante Brodie passa delle nottate molto “hot” con lui. Ma il mistero sulla casa e la fine che abbia fatto l’affittuaria precedente rimangono.

Charlotte, la ragazza che prima di Ava soggiornava a Brodie Watch se ne è andata via e di lei si sono perse le tracce finché non verrà ritrovato un cadavere in mare.

“Le persone sono complicate. Non sempre l’apparenza coincide con la realtà”

Il perché della fuga, come sia morta e chi è l’assassino è compito vostro scoprirlo, il mio è quello di dirvi che è un bel libro, molto scorrevole, diverso ai soliti libri della Gerritsen, non molto impegnativo con una nota di mistero e con momenti “calienti” fatti di sottomissione, cinghie, frustino e tutto l’arsenale che occorre per una notte di sesso tra il fantasma e la protagonista, si, insomma un bel libro da leggere sotto l’ombrellone.

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