Quando guidavano le stelle. Viaggio sentimentale nel Mediterraneo di Alessandro Vanoli

Recensione a cura di Sara Valentino

Questo saggio mi ricorda il  Festival del Medioevo di Gubbio, avendolo acquistato in quella occasione, era l’edizione del 2019. 

L’autore attraverso una scrittura lineare, un narrare non ostico ma fruibile a tutti, ci permette di viaggiare con lui attraverso luoghi, epoche e accadimenti con un unico comune fattore: il Mediterraneo.

I viaggi a cui possiamo decidere di partecipare sono quattro: nel Pireo al tempo di Ulisse, a Betlemme e Costantinopoli fino a conoscere il Cid Campeador, a Bisanzio nel 1452 e a Venezia, Alessandria, Palermo e Napoli.

Un viaggio in un mondo che non c’è più, un mondo fatto di scambi e commerci, di guerre e di conflitti, come dice l’autore una babele di lingue e di grandi civiltà, di religioni e di fanatismi.

Il primo viaggio è forse quello che mi ha entusiasmato maggiormente, vi lascio un passaggio che ho sottolineato e che non necessita di essere spiegato:

 “Ma è un mondo infinitamente straniero e lontano, questo, dove gli dei ti sussurrano nel vento tra i rami torti degli ulivi e mostrano le loro ombre sulle creste dei monti alla luce del meriggio. Ogni cosa è colore qui attorno: i marmi dipinti, i volti rosei e terribili delle statue, il blu e l’oro che si rincorrono sui fregi. Altro che le statue bianche di marmo e dagli occhi vuoti che sfileranno un giorno nei musei: qui tutto ha ancora la bellezza un po’ cafona della vita, non l’eleganza raffinata e grigia della morte. A guardare l’Acropoli qui dietro pare quasi di vederli, gli dei, combattere ancora per la città: l’iracondo Poseidone e la guerriera Atena…”

Proviamo a immaginare di essere davvero lì, magari sul ponte di una triremi, gli occhi aperti, guardare il cielo di quel tempo attraverso le parole dell’autore. Gli antichi del resto amavano guardare il cielo, le costellazioni.. Orione.. e orientarsi in mare attraverso le stelle.

Ora invece siamo testimoni silenti della flotta di Tolomeo II, la più potente del Mediterraneo nel suo periodo: la si riconosce dai due coccodrilli simmetrici dipinti a prua. Alessandria, un porto commerciale molto importante, il passaggio obbligato tra oriente e occidente. Da qui comincia anche quella che sarà “la via della seta”.

Il lavoro dello storico consiste in questo: studiare, tradurre, usare libri antichi per Viaggiare e provare a far rivivere il mondo che lo aveva circondato”

Alessandro Vanoli, ci riesce pienamente, è uno storico del medioevo e attraverso statue, pietre, antichi archivi si pone domande e attraverso le domande trova e cerca le risposte per ricostruire luoghi e tempi lontani. 

Il volume è corredato di una sezione di immagini molto interessanti e significative. 

“..da ogni pagina antica, con un po’ di sforzo e di immaginazione, si poteva vedere l’intero mondo.”

Trama. Sentimentale ma molto reale: in quattro navigazioni il viaggio si snoda dall’Egeo dei tempi di Ulisse alle coste romane di Ostia, da Costantinopoli all’Andalusia, da Ragusa a Cipro, e infine da Alessandria d’Egitto a Ravenna. Di porto in porto, di tappa in tappa, ci ritroviamo in epoche diverse, nella Atene del V secolo a.C., a Cartagine alla vigilia della terza guerra punica, nella Valencia del Cid Campeador, nella Genova medievale, a Istanbul, e a Napoli all’inizio del Novecento. Ogni approdo racconta un pezzo di storia del Mediterraneo, attraverso il ricordo di grandi eventi o la riscoperta di personaggi ormai dimenticati, ma sempre parlando anche di noi e di quel mare che non smette di suscitare speranze.

  • Editore : Il Mulino (24 gennaio 2019)
  • Copertina flessibile : 231 pagine
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