Re dei Re di Wilbur Smith

1887, Il Cairo. Quando un’ex amante gelosa distrugge la felicità di Penrod Ballantyne e della sua fidanzata Amber, il loro sogno di costruire una famiglia svanisce. Decisa a trovare una nuova ragione per vivere, Amber parte per il Tigrè con la gemella Saffron e il marito di lei, Ryder Courtney, che ha individuato nelle montagne della zona una ricca vena d’argento. Dopo un viaggio costellato di incidenti e pericoli, proprio quando sembra che gli affari inizino a decollare, la situazione politica della regione, tra le lotte per la successione al trono d’Etiopia e la politica coloniale dell’Italia, precipita, e Ryder si trova costretto a negoziare un accordo con Menelik II, il potente Re dei Re. Intanto Penrod, dopo aver cercato di dimenticare Amber nelle fumerie d’oppio della città ed essere stato salvato grazie all’intervento di un vecchio amico, coglie al volo l’opportunità di arruolarsi come agente segreto per l’esercito inglese: l’Italia, sembra, ha delle mire sull’Abissinia, e si mormora che stia progettando un’invasione… Mentre ombre di guerra si addensano minacciose all’orizzonte, Amber e Penrod si ritrovano schierati su opposti fronti. E forse nemmeno il destino potrà riunirli.

Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 1076 KB
Lunghezza stampa: 426
Editore: HarperCollins Italia (2 settembre 2019)

Recensione a cura di Sara Valentino

Premessa doverosa: non ho letto i precedenti di questa saga, dunque mi manca l’infarinatura a descrivere pregi e difetti delle due famiglie che si trovano sui due fronti, Ballantyne e Courtney.

La storia in sé è apprezzabile, sebbene l’avventura, che è sempre stata uno dei punti a favore di questo autore, paia sedersi. Ci sono passaggi che comunque hanno la giusta dose di adrenalina, tale da calamitare l’attenzione. A mio parere però, molto lontano dai tempi de Il settimo papiro. (Il mio libro preferito di questo autore)

Sullo sfondo una storia di guerra, quella per il sabotaggio della miniera d’argento in cui è impegnata la famiglia di Ryder Courtney. Il sipario però si apre anche su una storia d’amore, e non solo una, tra Amber e Penrod Ballantyne.

“L’aveva odiata, ma si trattava di un odio scaturito da passione, desiderio e sofferenza, e cos’erano quei sentimenti se non le oscure componenti dell’amore?”

Si sa, ma è sempre un piacere leggere libri che ci fanno riflettere lungamento sul sentimento dell’odio che altro non è che l’altra faccia dell’amore. Amore e odio hanno la stessa potenza, sono estremamente collegati sebbene quando proviamo l’uno non crediamo possibile scaturisca dall’altro.

Uno dei protagonisti, Penrod, perde l’amata Amber e questo lo porta a volersi annientare, però solo quando si tocca il fondo si può avere la spinta per tornare in superficie. Solo quando si perde il senso di voler essere onnipotenti si scopre la nostra vera identità, quella che tutti noi abbiamo dentro ma che fatichiamo a vedere. Allora ecco che dalle fumerie d’oppio a essere un uomo che può fare del bene, e di questo cibarsi, il passo è breve.

Menelik II

L’ambientazione è ben descritta a mio parere, questo è un punto che resta a favore di questo l’autore, sebbene scriva con Imogen Robertson oggi. Gli usi, i costumi e i medicamenti dell’epoca sono anch’essi delineati sin nei minimi particolari: punti, amputazioni, agopuntura.

L’oppio, una droga che veniva utilizzato sin dai tempi dei Sumeri, mi ha incuriosito a tal punto da spingermi a un approfondimento anche sulle Fumerie d’Oppio menzionate nel romanzo. L’oppio crea dipendenza e le crisi d’astinenza sono molto intense anche negli effetti, che poi portano persino alla morte. L’Egitto era proprio uno dei massimi produttori di oppio e nell’epoca Vittoriana, in cui il romanzo è ambientato, l’uso era piuttosto diffuso.

Altra curiosità per me è stato scoprire che “Re dei Re”,il titolo del romanzo, altro non è che la traduzione in italiano “Imperatore”, risale all’epoca dell’antica Mesopotamia. In questo caso si tratta di Menelik II. Il Regno d’Italia spinto dal desiderio di espansione coloniale occupa il porto di Massaua.
Viene menzionato anche per le trattative il nostro re Umberto I.

Concludo dunque dicendo che il romanzo è un romanzo d’avventura di ambientazione storica con una vena sentimentale.

 

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