Resto qui di Marco Balzano

Recensione di Sara Valentino 

“Non sai niente di me, eppure sai tanto perchè sei mia figlia. L’odore della pelle, il calore del fiato, i nervi tesi, te li ho dati io. Dunque ti parlerò come chi mi ha visto dentro.”

Inizia con questo incipit il romanzo “Resto qui” di Marco Balzano. Una frase che già cattura il lettore, una donna che parla e racconta in prima persona. Racconta alla figlia di una vita vissuta, vissuta dentro una valle, dentro le amicizie, dentro le paure, dentro la fatica, dentro il dolore e soprattutto dentro la forza di non arrendersi mai, neppure ai pensieri.

Leggere un romanzo nel luogo esatto di cui lo stesso racconta la Storia, e una storia, è una delle emozioni veramente superlative. Così è accaduto a me, un viaggio per un breve weekend in un luogo che da tempo desideravo visitare. Ci sono stata sul lago di Resia, ci sono stata nella nuova Curon e proprio mentre ero sulla diga rileggevo mentalmente le parole dell’autore, le parole di chi la Storia l’ha vissuta e subita, ho immaginato i resti delle case, dei campi, delle vite di uomini e donne che hanno lottato per il loro paese.

Balzano però non ci racconta “solo” la storia di questo solitario campanile, rimasto a vigilare in mezzo a un lago dove i monti dai colori vivaci, monti che sono stati sinonimo di vita dura, come dure le persone che ci vissero, dovettero esserlo per sopravvivere.

L’autore racconta la storia romanzata e immaginata di un paese e di una famiglia ma anche la Storia di una parte della nostra Italia nell’epoca che intercorre tra il 1922 e il 1950. Balzano si avvale dello studio dei numerosi documenti, delle testimonianze, delle estese ricerche in biblioteca e con l’aiuto di storici. Trina è una giovane ragazza e come tutte le adolescenti ha dei sogni, fantastica, gioca con le parole, studia per diventare maestra convinta che le parole potranno sempre essere il suo rifugio.

“Ciò che contava per lei era averne fame e tenersele strette per quando la vita si complicava o si faceva spoglia. Credevo che mi potessero salvare, le parole.”

La vita, lo sappiamo, sa essere molto più che complicata, sa tagliare le gambe, sa portare insicurezza, sa essere devastante. Trina si innamora di Erich ma non se ne accorge subito, l’amore ti fa essere un po’ ladra, ti induce a nasconderti a volte.

Il fascismo di Mussolini nel frattempo estende le sue mani fino alle valli di confine, viene a stravolgere la vita nelle strade, nei campi santi, nelle scuole. La lingua deve essere l’italiano! Arrivano i primi forestieri.

“Dal primo momento è stato noi contro loro. La lingua di uno contro quella dell’altro. La prepotenza del potere improvviso e chi rivendica radici di secoli”

E poi la diga, quella diga sotto cui avrebbero fatto sparire paesi.

Il significato profondo di questo romanzo è quello di guardare avanti, non arrendersi. Anche quando come topi nascosti si cercherà di insegnare il tedesco ai bambini, anche consapevoli che poteva significare prigione, confino… e qualcuno ci finirà, e Trina ne sentirà la colpa per questo.

Il ritmo delle giornate scandito dal lavoro nei campi, gli animali al pascolo e nelle stalle, le corse dei bambini e un bicchierino di grappa. Come si può rinunciare a tutto?

“Ci sono nati mio padre e mia madre, ci sei nata tu, ci sono nati i miei figli. Se ce ne andremo avranno vinto loro”

Un bicchiere di latte con la polenta, un rumore di carri pronti per partire, un cappello rovesciato, fiocchi di neve.. e a me è mancato quasi il coraggio di proseguire la lettura. “Diventa una vertigine, il dolore”. Speranze che si sciolgono come neve in primavera …

La guerra scoppia e gli uomini devono partire, inizia la lunga attesa delle donne, di madri, di mogli che si sobbarcano tutto il lavoro, bisogna andare avanti. Donne appese a un filo, o meglio a una lettera, o a quello che ne resta dopo la censura.

E intanto la diga poteva iniziare a nascere. “I rumori dei camion e dei trattori avevano ucciso il silenzio”

Una fuga sulle montagne, il peso sul cuore per chi si lascia e il coraggio contrapposto per chi si segue. Il cielo così vicino, così buio nelle notti sconfitte.

Un romanzo breve ma intenso che scava nelle nostre anime e ci racconta di quanto può essere dura la vita, ci racconta che i morti vanno seppelliti e che non si può divenire spettri di un’ultima battaglia. Forse la vita dona le battaglie peggiori a chi può sopportarle, forse i pensieri sono tenaglie che ci rubano i giorni e le ore, forse bisogna imparare, nonostante tutto, a lasciarli andare. A volte però la vita ti porta via tutto e allora non ti basta nemmeno Dio.

“Resto qui”, un affresco così genuino da sembrare reale, triste, amaro, malinconico eppure eroico e fiero.

“Forse l’unico modo di continuare a vivere è farsi altro, non rassegnarsi a stare fermi”

Resto qui. Link d’acquisto.

Trama

L’acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale si trovano i resti del paese di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua materna è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. Quando Mussolini mette al bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati, allora, per non perdere la propria identità, non resta che provare a raccontare. Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia, scomparsa senza lasciare traccia. Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle, nella speranza che le parole gliela possano restituire. Finché la guerra viene a bussare alla porta di casa, e Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi imparano a convivere con la morte. Poi il lungo dopoguerra, che non porta nessuna pace. E così, mentre il lettore segue la storia di questa famiglia e vorrebbe tendere la mano a Trina, all’improvviso si ritrova precipitato a osservare, un giorno dopo l’altro, la costruzione della diga che inonderà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine. Una storia civile e attualissima, che cattura fin dalla prima pagina.

  • Copertina flessibile: 192 pagine
  • Editore: Einaudi (25 febbraio 2020)
  • Collana: Super ET
  • Lingua: Italiano

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