Dante Enigma di Matteo Strukul #reviewparty

Recensione di Sara Valentino

Che uomo fu il Sommo poeta? Personalmente lo vedo sempre poco in veste di uomo e più come un letterato, colui che ha scritto la Comedìa, poema grandioso e allegorico in volgare fiorentino che a scuola abbiamo imparato a conoscere, leggere, imparare e amare.

Un viaggio allegorico a metà della vita, che molti di noi fanno, non tutti e soprattutto, ahinoi, assolutamente non con gli stessi duraturi eterni risultati.

Matteo Strukul con questo nuovo romanzo celebra l’anno di Dante in maniera inusuale. Ho letto l’ultimo saggio di Barbero che comunque da grande quale è ne celebra la vita e ho imparato molto sulla sua storia. Con questa infarinatura ho potuto apprezzare ancora di più “Enigma Dante” che, dal titolo, cerca di scoprire il velo che nasconde il poeta e sviscera i misteri, e gli enigmi di un uomo del suo tempo.

Dante è stato anche giovane… pare quasi incredibile a volte ma lo è stato, ha amato di un amore platonico una donna, si è sposato senza essere veramente partecipe del matrimonio, soprattutto ha combattuto, cosa che è storia ma che a volte ci risulta impossibile.

Feditore, quindi combattente in prima linea, Dante resta sconvolto e inaridito completamente e soprattutto dopo la celebre battaglia di Campaldino. Possiamo solo immaginare ciò che i suoi occhi videro in questa sanguinosa battaglia. “… annegò nel buio di quell’inferno in terra e ne rimase stordito”

Altro tema importante che l’autore porta alla nostra attenzione è la possibile, anche se non documentata, amicizia tra Dante e il pittore Giotto. Ho apprezzato tantissimo i passaggi dedicati alla forgia di una spada da Giotto per l’amico.

Strukul, come ci ha sempre abituati, naviga a gonfie vele nella Storia, la documentazione che ha potuto e voluto studiare per permettere a questo suo romanzo di vedere la luce è senza dubbio poderosa, ne è la prova il fatto che ci troviamo a vivere fatti reali, alcuni a me sconosciuti, come se avessimo un biglietto per lo spettacolo in prima fila. Citerei a solo esempio gli avvenimenti dedicati a Ugolino, ai suoi figli e nipoti e naturalmente alla moglie Capuana da Panico, momenti che hanno messo a dura prova le mie emozioni.

“L’onore!”, disse Capuana con amarezza. “E’ fin troppo sopravvalutato. Gli uomini lo usano per giustificare le azioni più folli e crudeli. Senza pensare al male che infliggono agli altri..”

Concedetemi ora di dedicare alcune parole alla moglie di Dante, Gemma Donati, di lei si parla sempre pochissimo eppure credo che meriti il posto che Matteo Strukul le ha, attraverso le parole di questo romanzo, donato.

“Perdonatemi, marito mio. Conosco le vostre ambizioni. La pretesa, giusta e che rispetto, di vivere come un nobile. Ma non lo siamo. O per lo meno, non abbastanza. So anche quanto poco vi importi della vita politica ma provate a capire come posso sentirmi io, una Donati, in questi giorni d’incertezza, mentre voi uscite con i vostri amici, affrontate sfide poetiche, scrivete e studiate, lasciandomi sola in un mondo che vi rifiutate di frequentare perchè continuate a volervi rinchiudere in un’immaginaria torre di carte e inchiostro…”

Mi sono immedesimata in lei, sentirsi rifiutata, porsi domande a minare l’autostima di chiunque, sapere che lui ama altra donna e provare sempre e comunque a dimostrare l’amore, a comprendere e a esserci sempre… Credo che meriti un posto d’onore.

Dunque chi era l’enigmatico e misterioso Dante?

“Lui che cercava rifugio nei disegni e nei colori di Giotto, nell’amicizia di Guido, nelle parole di Virgilio. Lui che sperava solo di riuscire a lasciare traccia in quella storia umana così fosca e spietata, che pareva avere in spregio quanti non si dedicassero anima e corpo al mestiere delle armi”

Camminare per la Storia… queste parole mi paiono, sebbene poche, racchiudere il senso principale di questo romanzo. Allo stesso tempo la narrazione incisiva e allo stesso modo pittorica rende un quadro di equilibrio perfetto tra emozioni e Storia.

Gli uomini vanno alla guerra e noi dobbiamo accogliere ciò che tornerà di loro perchè, credetemi, ogni volta che si ammazzano, una parte di chi sopravvive rimarrà sempre sul campo di battaglia.”

Firenze 1288. Una città cupa, fosca, nelle mani di Corso Donati, capo dei guelfi, assetato del sangue dei nemici, quei ghibellini che hanno appena sterminato i senesi – alleati dei fiorentini – nelle Giostre di Pieve al Toppo. In questo teatro d’apocalisse si muove il giovane Dante Alighieri: coraggioso, innamorato dell’amore e consacrato a Beatrice, ma costretto a convivere con la moglie, Gemma Donati; amico di Guido Cavalcanti e di Giotto, amante della poesia e dell’arte ma chiamato dal dovere sul campo di battaglia. Firenze infatti si prepara a un ultimo, decisivo scontro, e Dante dovrà dar prova del proprio coraggio impugnando le armi a Campaldino. Quando Ugolino della Gherardesca, schierato coi guelfi e imprigionato nella Torre della Muda a Pisa, morirà di fame fra atroci tormenti, Corso si deciderà a muovere guerra ai ghibellini. Il giovane Dante si unirà allora ai feditori di Firenze, affrontando il proprio destino in una sanguinosa giornata che ha segnato il corso della storia d’Italia. E che segnerà necessariamente anche lui, come uomo e come poeta.

  • Editore : Newton Compton Editori (3 maggio 2021)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina rigida : 320 pagine
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