San Prospero e la leggenda della nebbia

Bentrovati al nostro consueto appuntamento con il mistero. Oggi andiamo a scoprire la leggenda di San Prospero e della nebbia.

Fotografia madrina sarà quella  di Monia Montechiarini, scattata in occasione del contest #scattaloradelmistero sul nostro gruppo Facebook.

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Il 24 novembre è il giorno del Santo Patrono di Reggio Emilia, San Prospero.

Nel giorno del santo non si può non ricordare la leggenda ad esso legata. Correva l’Anno 490 d.C. Reggio è un paese privo di difese e condannato a subire la furia dei barbari e dei saccheggiatori. Giungono voci che le armate di Teodorico, dirette a Roma, distruggono e depredano tutti i territori sul loro cammino.

Il Vescovo Prospero riunisce tutta la comunità in preghiera, un miracolo solamente potrà salvarli dalle barbarie, sentono già le grida dei barbari giungere dalla campagne. Le preghiere paiono inascoltate, Prospero si dirige allora a parlare con Teodorico per chiedere di risparmiare la città in onore a Dio. Questo per conto suo, lo irride e umilia. Prospero innalzando le braccia al cielo fece scendere una fitta nebbia per nascondere e salvare la sua città. Una coltre che noi disprezziamo ma che salvò la città. Un mito, ma delle origini di San Prospero non si conosce molto. Si parla di lui come d un uomo savio, astuto, lungimirante e intelligente.

Altro mistero

è quello della festa, in calendario il 24 novembre ma in passato prevista il 25 giugno. La tradizione riporta che il vescovo volle essere tumulato il giorno dopo la sua morte nella basilica di Sant’Apollinare da lui costruita (individuata dagli storici nell’attuale chiesa di Sant’Agostino). L’anno della sua morte non si conos

ce ma da quel giorno e fino alla fine dell’800 a Reggio San Prospero fu venerato il 25 giugno, giorno della sua tumulazione. A partire dal X secolo le feste in suo onore divennero due: il 25 giugno e il 24 novembre, giorno in cui le ossa del santo furono traslate dalla chiesa di Sant’Apollinare. Di fatto non è nemmeno certo che le ossa siano ancora lì, alcune note storiche le vogliono traslate nell’attuale basilica.

Fonti: nimelarzan.it/ https://gazzettadireggio.gelocal.it/

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