Senza sangue di Lincoln Child e Douglas Preston

Un fermacravatta, otto mozziconi di sigaretta e un castello di teorie. È ciò che si lascia dietro il dirottatore del volo Portland-Seattle che il 24 novembre 1971 ha preso in ostaggio i passeggeri, liberandoli solo a fronte di 200.000 dollari di riscatto. Rimasto sull’aereo, ha poi ordinato al pilota di fare rotta verso Città del Messico e si è paracadutato scomparendo nella notte. Mezzo secolo dopo, in Georgia, l’agente speciale dell’FBI Aloysius Pendergast e il collega Armstrong Coldmoon raggiungono Savannah per affiancare la polizia locale in un’indagine dai risvolti raccapriccianti: sono stati rinvenuti due cadaveri svuotati del sangue fino all’ultima goccia. Le notizie corrono veloci e la gente ha paura, pretende risposte. Vengono riesumate vecchie leggende che attirano sul posto ciarlatani e fanatici dell’horror, qualcuno sostiene che il Vampiro di Savannah sia tornato. Mentre la psicosi dilaga e il bilancio delle vittime aumenta, i continui colpi di scena imprimono alle indagini una traiettoria impensata portando Pendergast a immaginare, con l’occhio scaltro del federale che non dimentica i vecchi casi irrisolti, uno scenario che potrebbe collegare questi omicidi all’unico dirottamento aereo rimasto insoluto nella storia degli Stati Uniti.

  • Editore ‏ : ‎ Rizzoli (12 aprile 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 444 pagine

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

La nostra storia si apre con la cronaca di un fatto realmente accaduto. Il 24 novembre del 1971 un uomo sale a bordo del volo 305 in partenza da Portland e diretto a Seattle. L’uomo millantando di avere con sé una bomba, ordina al personale di bordo di far scendere i passeggeri al più vicino aeroporto, si fa procurare una borsa piena di contanti e un paracadute, per poi gettarsi nel vuoto. Di quell’uomo si perderanno le tracce.

L’azione in seguito si sposta a Savannah dove, in seguito a uno strano omicidio, viene richiesta la presenza dell’agente dell’FBI Pendergast insieme alla sua squadra di collaboratori, Constance Greene e Armstrong Coldmoon. Qualche giorno prima il direttore di un noto albergo locale è stato rinvenuto cadavere sulla riva del fiume completamente dissanguato e, a soli due giorni di distanza, nel cortile di una casa di interesse storico, è apparso un altro cadavere in condizioni identiche.

“Un imbalsamatore non avrebbe saputo fare di meglio”.

Da qualche tempo in città si aggira una troupe televisiva che sta girando un documentario per Netflix intitolato “Le città più infestate d’America”, e Savannah con il suo indiscusso passato storico e le sue numerose dimore storiche, si presta particolarmente alla fioritura di storielle horror vecchie e nuove, tant’è vero che la già citata troupe si è munita persino di medium con tanto di attrezzatura all’avanguardia con la quale, dicono, sia possibile immortalare presunte presenze. Inoltre risulta anche particolarmente fastidiosa per gli inquirenti che si ritrovano perennemente le loro telecamere addosso, soprattutto da quando i media, i locali e chiunque abbia appreso il modus operandi del killer, hanno ribattezzato quest’ultimo il vampiro di Savannah, riallacciandosi a vecchie leggende locali.

Pendergast non ha una vera e propria pista da seguire, se non quella dell’omicidio rituale, avvalorata anche da alcune voci che vorrebbero alcuni membri della comunità locale riunirsi in una chiesa nottetempo per compiere chissà quale rituale. Sorpresi dalla polizia, vengono trovati nudi e cosparsi di sangue, rigorosamente animale, che biascicano litanie senza alcun senso scimmiottando chissà quale rituale pseudo satanico. Secondo il nostro Pendergast questa gente non ha nulla a che fare con l’assassino che, ad uno studio più approfondito sul suo profilo, risulta essere un solo individuo.

“…con la prima vittima, il killer si sta orientando. Esplora: cerca il proprio centro, per così dire. E poiché è tutto così nuovo, è nervoso e titubante. Con la seconda vittima, è più sicuro di se e perciò l’omicidio è portato a termine con maggiore disinvoltura e minore, diciamo, confusione”.

Intanto Constance si sta occupando di reperire notizie circa i rapporti che intercorrevano tra il direttore d’albergo e la vecchia proprietaria, la quale risulta essere un personaggio bizzarro, dal passato ignoto, che vive rinchiusa in un’ala dell’edificio che non lascia mai. Inoltre negli ultimi tempi l’uomo aveva iniziato a maneggiare grosse somme di denaro che, a seguito di indagini approfondite sulle sue finanze, risultano essere frutto di transazioni online fatte utilizzando potentissimi algoritmi di finanza quantitativa che mostravano all’uomo il movimento dei mercati, facendo sì che potesse agire di conseguenza favorendogli un sicuro profitto.

Ma l’assassino colpisce di nuovo, e proprio sotto il naso degli inquirenti mentre sono in perlustrazione, a caccia di prove, nella zona del fiume dove era stata rinvenuta una delle vittime. Questa volta ne fa le spese un cane: lo trovano diviso a metà.

“…Abbiamo una persona che uccide due uomini e ruba loro il sangue. Poi, sventra un cane. C’è un’unica spiegazione per questo: abbiamo un maniaco per le mani, uno così grosso e forte da riuscire a fare a pezzi un cane. La domanda è: perché?”.

Inoltre su entrambi i cadaveri (quelli umani) è stato possibile rilevare in sede di esame autoptico una strana sostanza, una combinazione di molecole organiche molto insolite:

“È un polimero organico molto complesso e grande, una molecola a catena lunga con un nucleo di carbonio e idrogeno e gruppi secondari di zolfo, azoto, ferro e, cosa piuttosto strana, argento. Non è una sostanza che troveremmo in alcun organismo vivente”.

Pendergast dunque, lungi da dar credito a leggende metropolitane, resta comunque perplesso dalla misteriosa piega assunta dagli omicidi, e il suo sbigottimento aumenta quando sbuca l’ennesima vittima. Un ragazzo piombato letteralmente dall’alto su due ignari turisti che camminavano indisturbati per strada! Secondo la ricostruzione degli eventi, il ragazzo si trovava all’interno di un cimitero insieme ad un amico quando è stato presumibilmente aggredito, ucciso e portato altrove. Peccato però che ci sia qualcosa che non torni:

“…il Bonaventure Cemetery, dove Curtis è stato aggredito, dista quasi sei chilometri dal punto di Taylor Street in cui il nostro amico Ingersoll è inciampato sul corpo di Curtis. Date le strade strette, il traffico e gli ostacoli geografici tra le due località, è impossibile coprire in auto quella distanza in meno di sedici minuti. Ho controllato tutti gli itinerari possibili. Ma Curtis, o meglio, il suo cadavere, c’è riuscito in appena quattro minuti. È per questo che dico, comandante, che è stato fatto cadere. Perché l’unica conclusione possibile è che sia volato da un punto all’altro. O, meglio, è stato portato in volo”.

Ma se l’ipotesi di un vampiro che svolazza per Savannah risulta ai più fantasiosa, ciò che verrà fuori dalle indagini di Pendergast e dei suoi collaboratori è ancora più incredibile.

La vecchia proprietaria dell’hotel diretto dalla prima vittima, colei che vive da reclusa senza mai mostrarsi in pubblico, non è chi dice di essere. Era infatti un ingegnere che lavorava in un complesso aerospaziale e in questo frangente aveva avuto accesso ad un’invenzione molto particolare, un dispositivo che impiegava gli effetti quantistici per prevedere il futuro. Improvvisamente la donna si licenzia e fugge via portando con se il prezioso macchinario e … sale su un aereo, lo dirotta, si fa consegnare del denaro e un paracadute e scompare per sempre, almeno così crede. Dunque tutto è collegato. Ma l’autore degli omicidi chi è?

Abbiamo accennato a questo dispositivo che ha la funzione di prevedere il futuro, dispositivo mediante il quale il fu direttore stava guadagnando sempre più denaro, al punto tale da alzare sempre di più la posta potenziando il macchinario che, per attingere ad un futuro sempre più lontano, necessitava di praticare diversi buchi negli universi paralleli.

“Il buco si è allargato a tal punto che …”. Fece una pausa e guardò entrambi con gli occhi che gli brillavano. “Che qualcosa l’ha attraversato”.

Ed ecco qui la fantascienza è servita! Se pensavamo di essere al cospetto di un paranormal thriller ci eravamo sbagliati, perché si tranta di un fanta-thriller, o qualcosa che gli assomiglia, visto che l’assassino non è un essere umano né una creatura venuta fuori dall’immaginario horrorifico, ma un qualcosa venuto fuori da un buco nello spazio-tempo, qualcosa che proviene da un universo parallelo, e che per giunta non ha neanche un bell’aspetto!

“L’enorme corpo rugoso della creatura era sormontato da una testa minuscola, che sembrava quella di una zanzara, con bulbosi occhi compositi. Una sorta di antenna retrattile coperta di setole gli spuntava dalla testa e la punta trafiggeva spasmodica l’aria”.

Questa cosa volante se ne va in giro per Savannah mietendo vittime a caso, bisogna fermarla immediatamente prima che provochi altri disagi, soprattutto perché in città si sta svolgendo un importante comizio politico tenuto da un senatore locale che ha richiamato moltissimi curiosi, ma anche perché quegli impiccioni della troupe televisiva, intenti a infilare il naso ovunque, hanno scovato all’interno di una cripta nel cimitero una strana galleria, presumibilmente il luogo in cui si nasconde il mostro, stanandolo dunque dal suo nascondiglio e facendolo infuriare parecchio. 

Pendergast, da bravo tutore della legge, decide di mettere fine a questa faccenda, e l’unico modo che ha per farlo è attraversare il potale in cerca della dimensione dalla quale è venuta fuori questa creatura prima che Savannah si trasformi in un cimitero a cielo aperto.

Un thriller senza ombra di dubbio molto interessante, ricco di colpi di scena e niente affatto banale, anche se qualcuno potrebbe non apprezzare troppo la componente fantascientifica degli universi paralleli dai quali i due autori hanno tirato fuori il loro assassino. Questo ultimo particolare risulta infatti davvero inaspettato in un contesto in cui l’azione si svolge in una città di interesse storico, famosa per il suo passato, ricca di leggende e storie di fantasmi, un luogo in cui ci si aspetta che possa venir fuori dalla tomba un vampiro piuttosto che una cosa alata non ben identificata proveniente da un’altra dimensione. 

Probabilmente sono proprio queste tematiche l’asso nella manica che decretano il successo della saga di Pendergast, perché di saga si tratta (iniziata nel lontano 1995), che certamente potrebbero stuzzicare l’appetito di una certa fetta di lettori, i nostalgici di X-Files, tenendo però conto del fatto che Pendergast non è Fox Mulder, e di Dana Scully non c’è neanche l’ombra.

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