The good lord bird” di J. McBride (la storia di John Brown)

Recensione a cura di Cinzia Cogni

” In guerra era come tutti gli altri. Credeva che Dio stava dalla sua parte. In una guerra tutti dicono che Dio sta dalla loro parte. Il problema  è che Dio non dice a nessuno da che parte sta.”

Ero davvero molto piccola quando cantavo “ la ballata di John Brown” ( John Brown giace nella tomba là nel pian…la ricordate?),sapevo a malapena chi fosse, qualcuno mi aveva raccontato che era stato un eroe che si era battuto per abolire la schiavitù in America e nella mia fantasia di bambina me lo immaginavo come una sorta di supereroe, così per anni rimasi con quell’idea in testa.
Nei libri scolastici si parlava di lui in modo superficiale e sinceramente negli anni a venire, non mi sono mai preoccupata di cercare ulteriori informazioni, perciò ho iniziato a leggere questo romanzo senza grandi aspettative, invece, mi sono ritrovata  catapultata in una realtà che non conoscevo, dove John Brown è una persona completamente diversa da come immaginavo, e che mi ha spronato a fare ricerche su di lui; perché questo è sì, un romanzo storico,  ma è palese quanto la fantasia dell’autore prevalga.

“Prendo il tuo carro e libero il tuo uomo di colore”.
A me mica me l’ha chiesto se volevo essere libero… Nessuno ha detto niente di combattere nessuno.”
Il Vecchio era così…credeva che tutti quelli di colore volevano combattere per la loro libertà. Non gli è mai venuto in mente che magari potevano pensarla in un altro modo.

Insolito e originale, questo romanzo ha uno  stile semplice ed ironico, con un linguaggio colloquiale ma assolutamente preciso e dettagliato nei particolari. La storia è raccontata da un ragazzino di colore, che nella sua ingenuità mette in luce anche gli aspetti più negativi ed imbarazzanti di John Brown e di tutti coloro che incontrerà nel loro lungo viaggio, di cui una buona parte sono personaggi realmente esistiti.
Henry, la voce narrante, viene rapito da John Brown perché convinto che sia una ragazza e che sia suo dovere donargli la libertà; ma il giovane, che da quel momento diventerà per tutti Henrietta o per gli amici ” Cipollina”, non ha mai desiderato scappare dalla fattoria in cui viveva col padre, lui lì lavorava, veniva trattato bene e soprattutto aveva cibo tutti i giorni.

” …il mio vero nome è Henry Shackleford, però il Vecchio ha sentito Pa che diceva “Henry è”, e ha pensato che stava per dire “Henrietta”, perché era così che lavorava la sua testa. Quello che credeva, credeva. Non gliene importava mica se era vero o no. Cambiava la verità finché non gli andava bene. Era un vero uomo bianco.”

Così si crea una situazione paradossale, comica direi, “Cipollina” infatti non vuole restare al fianco di John Brown, non gli interessa combattere questa guerra, per lui quell’uomo bianco è solo un matto, infervorato dalla religione, convinto che la sua missione sia donare la libertà agli schiavi con qualsiasi mezzo; un visionario che spesso straparla citando salmi e passi della Bibbia a caso.
E in effetti, anche per gli storici questo protagonista rimane ancora oggi una figura controversa, se per molti fu un martire per altri era semplicemente un terrorista, per la  causa in cui credeva infatti, uccise diverse persone e fu condannato a morte per questo motivo.
È anche vero che esattamente un anno dopo la sua impiccagione inizia la Guerra di Secessione Americana, conseguenza proprio della battaglia per l’abolizione della schiavitù incominciata da John Brown.

“Il Vecchio era un matto, però era un matto buono, gentile… Lui era un uomo della Bibbia. Un uomo di Dio. Suonato come una campana. Fedele alla verità fino in fondo…però almeno lui lo sapeva che era un matto. Almeno lui lo sapeva chi era. Ed era più di quello che potevo dire io di me stesso.”

La particolarità di questo romanzo è che trattando di razzismo e schiavitù, ci si aspetta che l’autore descriva le sofferenze e le discriminazioni che subivano gli schiavi, invece  James McBride, che penso sia giusto ricordare è un uomo di colore,  dedica poco a questo aspetto, sono pochi i capitoli dove si dilunga sulle condizioni misere in cui vivevano i neri; al contrario, ci mostra i loro difetti, ad esempio la paura di combattere e di morire  nonostante si trattasse della loro stessa libertà.

Ecco cosa succedeva a lavorare sotto il Vecchio John Brown…morivo di fame a farmela con lui. Quando ero uno schiavo non avevo mai fame. Solo quando sono diventato libero mangiavo la roba nei barili della spazzatura. “

Gli ultimi anni di vita di John Brown, tutte le sue imprese, le varie peripezie e battaglie che combatté per raggiungere il suo scopo, sono ben descritte, come pure la sua vita privata e gli incontri importanti con personaggi reali dell’epoca…anche l’ambientazione storica, il modo di vivere di quel periodo, come i villaggi ed i locali sporchi e polverosi, niente è lasciato al caso.
La linea fra verità e finzione è molto sottile e McBride è davvero bravo a maneggiare i fatti storici in uno stile davvero unico.
È la prima volta che leggo una storia vera, drammatica tra l’altro,  in una chiave così ironica, senza offendere la memoria di nessuno, anche se diversi aspetti sono sicuramente di fantasia; e poi basta arrivare alla fine per capire che la morale ed il messaggio dell’autore è forte e chiaro, e ben venga anche chi ha il coraggio di cambiare le prospettive delle cose, dove non esistono i buoni e i cattivi distinti a seconda del colore della pelle,  ma bianchi e neri con uguali pregi e difetti.

“Nell’accampamento del Vecchio Brown tutti vicino a lui lavoravano,  bianchi e di colore: c’è che ci dava a tutti così tanto da fare che in certi momenti essere schiavi non  sembrava mica diverso che essere liberi…”

Davvero geniale questo autore e probabilmente non l’ho pensato solo io se è stata creata una miniserie TV basata su questo romanzo e che ho scoperto essere stata trasmessa su Sky lo scorso anno…e suo è anche il libro “Miracolo a Sant’Anna” che ricorda la strage di Stazzema durante la seconda guerra mondiale,
da cui è tratto il film che, seppur molto violento, vale la pena vedere.
Grazie anche a questo libro, James McBride è entrato così nella lista dei miei autori preferiti e a questo punto non mi resta che andare a recuperare gli altri suoi romanzi.

“…alla fine gruppi di gente che ne diceva di tutti i colori…e tiravano a indovinare sul motivo perché il Vecchio aveva preso il controllo della caserma dei pompieri…mi sa che per loro l’idea che un gruppo di bianchi aveva preso il controllo dell’arsenale più grande del paese per aiutare a liberare la razza di colore era troppo difficile da pensare.”

Il romanzo da cui è stata tratta l’omonima serie tra-smessa in Italia da Sky Atlantic con Ethan Hawke come protagonista.

Il Kansas del 1856 è un campo di battaglia tra abolizionisti e schiavisti. La vita del giovane schiavo Henry Shackleford viene stravolta dall’arrivo in città del leggendario paladino abolizionista John Brown: quando una discussione tra il padrone di Henry e Brown si tramuta in uno scontro a fuoco, Henry è costretto a scappare insieme a Brown che, fin dal primo momento, lo scambia per una ragazza e lo considera il suo portafortuna. Henry, soprannominato “Cipollina”, si troverà così a viaggiare attraverso gli Stati Uniti insanguinati dalla guerra per la “liberazione della gente di colore” nei panni di una donzella. Dapprima profonda-mente a disagio per questo scambio di genere, finirà per apprezzarne i vantaggi: non dover fatica-re, poter passare inosservato e non dover rischiare la vita in guerra. Dopotutto, come dice lo stesso Henry, la menzogna è l’unica strategia di sopravvivenza degli schiavi neri nei rapporti con i bianchi. Insieme a John Brown seguirà le reali tappe della sua vita, compreso lo storico raid di Harpers Ferry nel 1859, uno dei grandi catalizzatori della guerra civile. Spassoso mix di storia e immaginazione raccontato con l’occhio meticoloso di McBride per i dettagli e i personaggi, The Good Lord Bird è un’avventura travolgente, ma anche una commovente esplorazione dell’identità e della lotta per la sopravvivenza.

  • Editore : Fazi (11 febbraio 2021)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina flessibile : 500 pagine
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