Titanic di Claudio Bossi

Nella notte fra il 14 e il 15 aprile 1912, al suo viaggio inaugurale, il transatlantico Titanic colò a picco dopo la collisione contro un iceberg al largo delle coste di Terranova. Oltre 1500 persone morirono, poco più di 700 si salvarono in una delle tragiche storie del mare che più di altre continua a destare interrogativi e a coinvolgere il pubblico. Questo libro narra la storia della nave, del suo equipaggio, dei suoi passeggeri in un affresco dettagliato e fa luce su molti aspetti di una vicenda il cui interesse non è mai stato completamente sopito.

  • Editore ‏ : ‎ De Vecchi (12 settembre 2018)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 290 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

È la notte del 15 Aprile del 1912 quando il Titanic, il transatlantico britannico considerato inaffondabile, in quanto simbolo del progresso tecnologico dell’epoca, proprio al suo viaggio inaugurale, si scontra con un iceberg e in poche ore affonda nelle gelide acque dell’oceano Atlantico, trascinando con sé,  nel buio degli abissi,  1500 persone di tutte le età e di diversi ceti sociali.

Il capitano Smith ebbe un’istante di esitazione prima di porre l’inevitabile domanda:”Quanto tempo abbiamo?” Andrews annotò alcune cifre su un pezzo di carta prima di rispondere:” Un’ora e mezza, forse due, non oltre” fu la sentenza.

È questa la versione ufficiale che conosciamo da oltre un secolo, ma dietro ad una tragedia di così grande portata, la verità è sempre labile e non è mai una sola, tante sono ancora le dinamiche e gli enigmi da scoprire e da studiare, e anche se negli ultimi 20 anni, grazie anche al progresso tecnologico, si sono fatte molte nuove scoperte, qualcosa ancora manca...” le risposte ai tanti quesiti sulle circostanze del naufragio, sulla condotta del capitano, sulle prove che sparirono e sui testimoni che tacquero, restano ancora oggi alquanto evasive. “
In Italia il più grande conoscitore e studioso del Titanic è lo scrittore Claudio Bossi, che ha dedicato gran parte della sua vita a recuperare documenti inediti e ad approfondire ogni minimo particolare inerente a questa tragedia.
Questo saggio infatti, racchiude tutte le sue scoperte, curiosità, storie inedite, misteri e complottismi vari sorti negli anni, ma è anche un modo  per ricordare le vittime di quella tragedia e coloro che in quei momenti si sono comportati da eroi, rinunciando a mettersi in salvo per aiutare gli altri passeggeri.

A qualcuno dei nuovi progettisti venne l’idea di ridurre il numero delle lance di salvataggio da 64 a 16, con un risparmio notevole sui costi e sui tempi di allestimento…appoggiarono la proposta con soddisfazione, confortati dalla fama di inaffondabilita della nave già profondamente radicata.”

Se pensate di sapere già tutto sull’affondamento del Titanic, se credete che non vi siano enigmi o curiosità che possono ancora meravigliare, beh, provate a leggere “Titanic. Storie, leggende e superstizioni sul tragico primo e ultimo viaggio del gigante dei mari” di Claudio Bossi, sono convinta che come me, resterete sbalorditi nel scoprire quanto l’argomento sia vasto e quanti misteri vi gravitano intorno.


“All’inizio del viaggio del Titanic…le nostre vedette non trovavano i binocoli! …Nel corso del secondo giorno di navigazione il mistero fu finalmente risolto: …i binocoli erano stati chiusi in un armadio a muro di cui nessuno però trovava più le chiavi. Si dovette così fare a meno dei binocoli.”

Il lavoro di Claudio Bossi è encomiabile, non si è limitato a cercare i protagonisti responsabili  dell’affondamento, non gli è bastato scavare nelle loro vite fino ai loro ultimi istanti; la sua ricerca è andata oltre, ha rintracciato tantissimi passeggeri importanti o meno, ha cercato di dargli un volto e di collocarli all’interno della nave, che come sappiamo era divisa per classi sociali, un particolare quest’ultimo che determinerà il destino di molti…
Ha perfino trovato i documenti con trascritti gli stipendi di tutto l’equipaggio, mettendo bene in evidenza le disparità tra il Capitano  (105 sterline al mese) ad esempio, e un fuochista (6 sterline per viaggio).
E ancora…descrive il Titanic da prua a poppa, senza tralasciare nulla, dagli arredi alle porcellane, dalle cabine ai saloni, dal reparto ponti al reparto macchine,  dalle attrezzature di bordo alle cucine, fino a ricordare nome e cognome della maggior parte dell’equipaggio e dei passeggeri, di cui descrive brevemente la loro vita prima del naufragio e le loro ultime ore, o se supertiti,come sono sopravvissuti.

Le 222 cabine di terza classe erano situate sui ponti inferiori della nave… gli adolescenti e gli adulti celibi furono separati: gli uomini vennero alloggiati nelle cabine di prua e le donne in quelle di poppa.”

Per aiutare il lettore a comprendere meglio come mai una nave considerata tecnologicamente all’avanguardia, si sia inabissata con tanta semplicità, Bossi si è perfino documento sul materiale utilizzato per  costruire il Titanic; i rivetti d’assemblaggio infatti, sono stati messi sotto accusa in quanto risultati fragili a causa delle martellate troppo violente degli operai, durante la costruzione della murata. Per questo motivo pare che l’impatto con l’iceberg piegò la lamiera e li fece saltare, allontanando le lastre e facendo filtrare l’acqua.
Infine ci sono tutte quelle strane  coincidenze avvenute mesi prima che il Titanic iniziasse il suo viaggio, che coinvolgono i poteri forti e a cui è difficile credere, anche se fanno riflettere e viene spontaneo domandarsi: “possibile siano solo semplici casi?”

“Robert Ballard, che era il responsabile della squadra americana che nel 1986 ha condotto la prima esplorazione al relitto, notò che le disposizioni interne degli ambienti non corrispondevano a quelle previste sui progetti. Questi progetti sono misteriosamente spariti dall’ufficio della  compagnia White Star Line.”

Ci sarebbero ancora un’infinità di cose da dire, tanto è ricca e corposa di particolari questa lettura, ma a questo punto se vi siete incuriositi, non posso che invitarvi a leggere questo saggio, scritto con una tale passione da risultare perfino commovente, e se un testo di questo tipo, così tecnico e razionale, suscita emozioni, significa che è una lettura che vale la pena intraprendere.

Su quel fondale marino non vi era soltanto il cimitero della grande nave,  ma anche l’unico vero monumento funebre alle 1500 persone che morirono con essa”.

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