Uno di meno di Lorenzo Beccati 

Era il più abile dei sicari, addestrato fin da ragazzo per annientare i nemici del Doge. Viveva da decenni nell’ombra di un’altra identità ma, fedele a un giuramento, Grifo è costretto di nuovo a impugnare i suoi coltelli letali. Cosa si nasconde dietro la morte del Doge Gerolamo Chiavari? Chi ricatta il Reggente? Quante persone dovrà uccidere per scoprirlo? Tra la fine del Cinquecento e l’avvio del Seicento, nello sfarzo dei palazzi e nell’ombra dei carrugi, in una Genova scossa da congiure e intrighi di potere, Lorenzo Beccati ambienta un affascinante thriller storico capace di far respirare l’aria del passato e di provocare forti emozioni, catapultando il lettore in un mondo fatto di misteri, amori, tradimenti e disonore.

  • Editore ‏ : ‎ Oligo (31 marzo 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 312 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Il “Thriller storico” resta il mio genere preferito. Me ne rendo conto dalla velocità con cui termino il libro e anche in questo caso è stato amore, soprattutto nella parte finale.

Lorenzo Beccati è un autore che adoro, ho letto parecchi suoi lavori, mi piace il suo stile narrativo così fluido e scorrevole eppure curato. Mi innamoro dei suoi personaggi, la psicologia viene sempre ben definita, è in primo piano e gli intrecci narrativi sono magistralmente congeniati, alla fine si resta a “bocca aperta” letteralmente… per lo stupore.

Siamo nei pressi di Genova è il maggio del 1584, il doge Gerolamo Chiavari è alle prese con una delle sue predilette attività: la caccia al cinghiale. I suoi molossi sono pronti, sbavano per l’eccitazione della caccia e il desiderio di sangue.

“Nel bosco c’è un’atmosfera irreale, sospesa. Persino il vento ha smesso di respirare e le foglie di mormorare”

Uno a uno i cani vengono fatti a pezzi, che cinghiale mai può averli ridotti così? Nessuno, si tratta di un giovane uomo, un ragazzo che si fa chiamare Grifo e che non ha idea della sua età anagrafica. Si fa chiamare Grifo perchè questo è un animale che ne comprende diversi: leone, aquila, serpente, cavallo e lui possiede tutte queste abilità.

L’ho scelto anni fa, quando sono stato in grado di comprendere che non avevo un padre o una madre a darmi un nome”

Viene scelto, Grifo, scelto dal Doge, allevato, nutrito e addestrato a divenirne il sicario nascosto nell’ombra.

Hakim, un soldato proveniente dalla terra di Algeri, sarà il suo maestro e diverrà suo amico. Un’amicizia che gli eventi negli anni che verranno sarà messa a dura prova. Gli insegnamenti saranno parecchi, non solo armi, non solamente destrezza, ma conoscenza, furbizia, scaltrezza e anche quel briciolo di carità.

Un musulmano ha il dovere di essere caritatevole. E’ un privilegio essere quello che dà e non quello che chiede”

Molti anni dopo, il Grifo ormai nascosto e con una nuova identità, viene chiamato nuovamente a Genova, ha giurato fedeltà perpetua alla città. Il Reggente è stato ricattato, nelle mani del Grifo solo una lettera scritta da una donna intrisa di profumo di rosa selvatica. Il doge Chiavari, in carica precedentemente, forse è stato ucciso.

Inizia così una caccia all’uomo senza sosta, una ricerca pericolosa, inganni e tradimenti, molti occhi sono nascosti nell’ombra e gli affetti cari rischiano di essere pesantemente coinvolti. Ogni uomo che il Grifo elimina è uno di meno sulla sua strada, perchè se lasci qualcuno vivo te lo puoi ritrovare alle calcagna. L’intreccio è davvero molto interessante, il coinvolgimento anche emotivo è assicurato ma sottolineo la descrizione meticolosa della vita di tutti i giorni che viene utilizzata magnificamente da Beccati.

L’Osteria del Vichingo” ” In un tavolo accanto alla porta, il sacrestano sta mangiando uno stufato di coniglio e fagioli in una terrina di coccio, come gli piaceva fare un tempo. Un piatto così non si dimentica. Osserva i dadi rotolare e i compari farsi segni di nascosto dopo aver trovato il gonzo. Due birri si spartiscono troppi soldi perchè sia un guadagno lecito. Una puttana chiede il compenso per le sue prestazioni in anticipo ma il cliente vuole prima controllare la merce sotto le gonne perchè non sia corrotta.”

Non di meno le descrizioni di luoghi, usi e i costumi del tempo, i mercati e i venditori di veleno in una giostra che cattura il lettore. Una congiura è in atto e come ben dice il Grifo: “Nella vita, come nella morte, gli abiti nascondono molto”. L’onore e la lealtà prima di tutto senza dimenticare mai il rispetto.

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