Valle Inferna – Storia di Isabella Morra – Monica Maratta

Quarta di copertina
Nella prima metà del Cinquecento, nell’Italia divisa tra Francia e Spagna, la nobile poetessa meridionale Isabella Morra combatte per l’ideale di libertà e per la fama che sente di meritare. Il desiderio di sentirsi realizzata la spingerà tra le braccia di un uomo che condivide la sua passione per la poesia e che ha il nome di Diego Sandoval de Castro, un nobile spagnolo sposato ad Antonia Caracciolo. La famiglia di Isabella però è filofrancese…
Isabella non riusciva a scrivere. Sul foglio la mano tracciava parole eleganti ma prive di passione, e ciò la turbava, regalandole un’inquietudine indecifrabile. Il silenzio familiare che avvolgeva la sua stanza era in genere un amico prezioso che l’aiutava a comporre i versi ma ora, invece, era solo fonte di noia.
Estratto:
La noia incombeva ormai da tempo sull’esistenza di Isabella, immobile, putrida come l’acqua di uno stagno. Una delle sue poche distrazioni era quella di seguire le sorti delle ostilità tra Francesco I e Carlo V in cui il suo genitore amato era impegnato. Isabella si arrese all’apatia che quel giorno l’affliggeva, anche se in cuor suo sapeva che non l’avrebbe avuta vinta ancora per molto, perché la vita ribolliva in lei e le comandava di non arrendersi. Mai! Si diresse verso la finestra del castello e scrutò l’unico paesaggio che aveva conosciuto da che era venuta al mondo: dirupi, rocce e pietre circondavano il castello di Favale, la sua prigione dorata. Se il corpo rimaneva lì, chiuso nella stanza, lo sguardo arrivava invece all’amato fiume che in quel tratto si stringeva. Se mi gettassi nelle tue acque, chissà dove mi condurresti. In paesi lontani, pieni di vita, o forse in Francia, dal mio amato padre? Ma come posso arrivare a lui, Siri caro? Non ho ali per volare se non quelle della fantasia e, per quanto lo desideri, non mi aiuteranno a oltrepassare le alte mura di questo castello. Con lo sguardo accarezzò i monti ricoperti di olmi e querce, avrebbe donato le sue ricchezze pur di vivere un solo giorno libera come le bestie selvatiche che vi abitavano. Si sarebbe rassegnata mai a quelle regole restrittive? Il suo nome le pesava come catene, solo questo sapeva.
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Romanzo finalista al concorso del gruppo Mauri Spagnol “Ioscrittore 2019”.

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