Viaggio nell’Antico Egitto – Stefania Tosi – Edizioni dell’Acquario

Trama. “Viaggio nell’Antico Egitto” esplora la straordinaria civiltà fiorita lungo le rive del Nilo. Capitolo dopo capitolo, seguendo idealmente il corso del fiume, il lettore viaggerà alla scoperta di ciò che ne ha fatto un unicum nella storia dell’uomo, ritrovando l’essenza più autentica di un popolo che amava profondamente la vita e la sapienza. Grazie a faraoni come Ramses II, per ricordarne uno soltanto, all’architettura, all’arte, alla letteratura, alle suggestive credenze religiose intrise di magia, la civiltà egizia rifulge come Ra sullo sfondo dei millenni. Erodoto, lo storiografo greco, scrisse che l’Antico Egitto «contiene moltissime meraviglie e opere che sorpassano ogni descrizione» e affascinano per magnificenza e mistero.

  • Editore ‏ : ‎ L’Età dell’Acquario (8 luglio 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 264 pagine

Stefania Tosi in questo saggio ci porta a esplorare l’Egitto millenario, dalle sue origini lontane nel tempo. Una terra misteriosa e affascinante che amo profondamente. Consiglio questo saggio a chi è amante della civiltà dei faraoni ma anche a chi desidera avvicinarsi da profano all’argomento. Lo stile dell’autrice è semplice e non ha un linguaggio aulico, cosa che personalmente apprezzo molto.

Lascio un estratto per permettere di approcciarsi al suo stile narrativo.

“Un profondo mare di sabbia si posò sulla terra degli Dei, finché il moto ciclico degli eventi non riportò all’attenzione del mondo l’eredità millenaria dell’Antico Egitto.

Lo studio della civiltà della Valle del Nilo è relativamente recente e risale alla fine del settecento quando Napoleone vi si recò per la campagna d’Egitto con gli Inglesi

Presso la città di Rosetta a 60 km da Alessandria, mentre scavavano un fossato a protezione di una fortezza, i soldati di Napoleone rinvennero una lastra di basalto grigia lunga poco più di un metro, larga 70 cm e spessa 28 cm: oggi la stele è universalmente nota come la stele di Rosetta, dal nome della città in cui fu trovata, ed è conservata al British Museum di Londra, protetta da una vetrina.

La stele infatti è molto originale in quanto riporta in tre lingue diverse, greco demotico e geroglifico, il medesimo testo, ossia un decreto in onore del faraone Tolomeo V, redatto nel 196 avanti Cristo.

Il geniale linguista Jean Francois Champollion, capì grazie alla comparazione linguistica e al suo incredibile bagaglio di conoscenze, di potere svelare il segreto dei geroglifici: era il 14 settembre 1822 e si trattava di un sogno che Champollion inseguiva da anni: per realizzarlo aveva studiato il greco, in latino, il copto, l’ebraico, il persiano, l’arabo e il cinese  L’impresa di Champollion era stata a dir poco titanica, poiché i geroglifici avevano cessato di parlare da oltre mille anni, ossia da quando nel 391 l’imperatore Teodosio aveva decretato la chiusura di tutti i templi Pagani dell’Impero Romano: senza i sacerdoti che tramandassero la conoscenza dei testi e delle iscrizioni, L’Antica lingua era divenuta muta. L’ultima iscrizione geroglifica fu Incisa il 24 agosto del 394 nel tempio di Iside sull’isola di File. Da allora i geroglifici si erano fatti segni ermetici inespugnabili per tutti, ma non per Champollion.  Grazie alla sua tenacia e alla sua profondissima cultura, la chiave interpretativa della lingua egizia si rivelò in tutta la sua chiarezza permettendo a generazioni di studiosi di riscoprire la grandezza e la profondità del pensiero egizio. Purtroppo la mente geniale di Champollions si spense all’età di 42 anni, senza avere ricevuto in vita i giusti riconoscimenti per il suo straordinario talento e l’incredibile contributo dato allo studio della civiltà egizia. Prima di morire nel 1832, lo studioso riuscì a coronare il sogno di vedere con i propri occhi le iscrizioni che ora potevano essere tradotte e, dall’agosto del 1828 a dicembre del 1829 infatti egli soggiornò in Egitto e si batté affinché le meraviglie archeologiche venissero tutelate e non distrutte come aveva visto dall’incuria dall’ignoranza e dall’avidità

Con in mano la chiave per aprire lo scrigno dei segreti, gli egittologi si dedicarono alla decifrazione dei geroglifici e alla ricostruzione della storia dell’Antico Egitto, delle dinastie, alla comprensione delle incisioni templari, dei testi funerari, dei papiri medici e della letteratura. Il patrimonio è così vasto che è tuttora oggetto di studio. Un primo aspetto importante a cui gli studiosi si dedicarono fu quello delle dinastie, che comprendevano il numero di Faraoni che avevano regnato dalla fondazione del regno fino alla conquista romana.”

Tratto da Viaggio nell’Antico Egitto

Personaggi, miti e misteri della civiltà dei Faraoni

A cura di Sara Valentino

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