Vischio – Viscum Album

Nome Volgare:Vischio

Nome Botanico: VISCUM ALBUM, una pianta della famiglia delle Viscaceae o Santalaceae.

Arbusto cespuglioso parassita sempreverde, si abbarbica al tronco degli alberi come la quercia, il pioppo, il melo e il biancospino per trarne la linfa che sugge mediante finte radici dette austori. Ha foglie opposte, coriacee, di forma oblunga e piccoli fiori di colore giallo verdognolo. La fioritura avviene in primavera. Il frutto è una bacca di colore bianco perlaceo, rotondeggiante, grossa quanto un pisello, contenente una polpa gelatinosa, vischiosa ( da cui deriva il nome) e tossica al cui interno si trova un unico seme verde. Le bacche non sono utilizzabili e bisognerebbe tenerle lontane dalla portata dei bambini.

La pianta può raggiungere l’altezza di 50 centimetri.

Si sviluppa spontaneamente nelle aree boschive d’Europa e d’America.

La parte “medicamentosa” della pianta è costituita dalla parte erbacea (dai rametti fogliati).

Le foglie del vischio si utilizzano a scopo medicinale solo per infusione e mai per decotto. Ha numerose e varie proprietà, principalmente si utilizza contro l’arteriosclerosi e nei casi di ipertensione. L’infuso risulta utile anche nella menopausa. Migliora l’efficienza del sistema circolatorio e stimola la diuresi.

INFUSIONE:Far bollire 250 ml di acqua, aggiungere un cucchiaio di erba e lasciar riposare per 10 minuti. Si assumono 2-3 tazze al giorno

Il vischio è inoltre utile in caso di problemi gastrointestinali; recenti ricerche, ne hanno evidenziato delle proprietà immunoterapeutiche. Alcuni dei principi attivi contenuti nel vischio riuscirebbero ad arrestare la proliferazione delle cellule tumorali. Per queste proprietà, il vischio è considerata una pianta antitumorale. Una ricerca condotta nel 2014 su linee cellulari di tumore al seno (in vitro), ha dimostrato che la somministrazione concomitante di doxorubicina e di lectina estratta dal vischio dà origine a un’azione antitumorale

Il vischio viene usato anche in forma di estrazione non alcolica, in forma di gemmoderivato.La tintura di Viscum album non è facile da trovare, infatti potete acquistarla solo nelle erboristerie più fornite
Controindicazioni:
Questa pianta non è priva di controindicazioni: va evitata sia in caso di eventuale ipersensibilità accertata verso alcuni componenti della pianta, sia nel caso in cui si assumono farmaci. Se assumete farmaci di tipo anticoagulanti, immunosoppressori e antidepressivi,consultare il vostro medico prima di iniziare qualsiasi somministrazione di prodotti a base di vischio.
Oltre alle bacche, anche le altre parti vegetali del vischio possiedono una certa tossicità: le dosi devono sempre essere controllate! Le bacche vanno evitate perché se ingerite possono provocare vomito e /o diarrea.

Uso Magico:

Ma veniamo all’uso magico di questa pianta.. Veniva usato per proteggere dai fulmini, dalle malattie, dalla sfortuna e da ogni tipo di incendio, era necessario portare bacche e le foglie con sè.

Messo nelle culle dei neonati a protezione degli stessi contro il rapimento da parte di fate o per evitare la sostituzione con altri neonati.

Indossare un anello intagliato nel legno di vischio protegge la salute. Portarlo con sé aiuta a curare le ferite, ma attenzione a non applicare direttamente sulla ferita in quanto velenoso.

Immancabile baciare l’amato sotto il vischio per conservare l’amore. Invece, bruciarlo bandisce il male.

Per un sonno ristoratore appenderlo alla porta della camera e tenerlo sotto il cuscino per conciliare sogni buoni.

Una delle tante altre proprietà magiche che gli sono state attribuite è quella di brillare al buio in prossimità di giacimenti d’oro.

La tradizione scandinava è ricca di racconti e leggende legate al vischio. La mitologia norvegese sottolinea il legame col dio Bälder, che morì colpito appunto dal vischio. In memoria del dio, i norvegesi sono soliti bruciarne i rami in prossimità del solstizio d’estate, con lo scopo di allontanare la sventura e invocare la prosperità ed il benessere. Sorge a questo punto il dubbio per cui si sia poi spostato al solstizio d’inverno il rito di donare o tenere in casa del vischio tra la fine e l’inizio dell’anno nuovo. Sicuramente era una delle piante da raccogliere il 24 giugno, la notte di San Giovanni.

La pianta sacra, il vischio, pianta simbolo della vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigliano allo sperma maschile. Sacra ai druidi, era considerata una pianta discesa dal cielo, figlia del fulmine, e quindi emanazione divina. Equiparato alla vita attraverso la sua somiglianza allo sperma, ed unito alla quercia, il sacro albero dell’eternità, questa pianta partecipa sia del simbolismo dell’eternità che di quello dell’istante, simbolo di rigenerazione ma anche di immortalità

Veniamo a raccontare alcune leggende:

C’era una volta un vecchio mercante che viveva da solo in un paese sperduto tra i monti. Non aveva né famiglia né amici, viveva esclusivamente per accumulare denaro e ricchezze. Gli affari erano l’unica cosa cui teneva ed era talmente avaro da perdere il sonno nel timore di essere derubato. Di notte spesso si alzava e andava a contare il denaro che teneva nascosto in una cassapanca.
Per quest’uomo contava solo il guadagno e non si faceva scrupolo di agire in modo disonesto, approfittandosi dell’ingenuità delle persone.
Non voleva conoscere quelli con i quali faceva affari, non si interessava delle loro storie e dei loro problemi, per questo nessuno gli voleva bene.
Una notte di dicembre, quando ormai Natale era vicino, il vecchio mercante, non riuscendo a dormire, decise di uscire a fare una passeggiata.
Nelle strade sentì un allegro vociare, risate, urla gioiose di bambini e canti.
La cosa non era affatto usuale nel suo paese e ancor di più si incuriosì non avendo ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini.
A un certo punto udì qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. Ma quell’uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì.
Per tutta la notte ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d’amore. Venne a sapere che alcuni vicini erano molto poveri e che sfamavano a fatica i figli, che altre persone soffrivano la solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un amore di gioventù.
Pentito per non aver mai capito che cosa si nascondesse dietro alle persone che vedeva tutti i giorni, l’uomo cominciò a piangere.
Pianse così tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale si era appoggiato.
Al mattino le lacrime non sparirono ma continuarono a splendere come perle.
Era nato il vischio.

Questa è la leggenda che ha dato origine all’usanza di baciarsi sotto il vischio.

Essa fa parte della mitologia nordica. I druidi celti onoravano il vischio come pianta sacra, ritenendo che avesse origine celeste e che crescesse nei luoghi colpiti dai fulmini. Un altro motivo per cui la pianta è circondata da una specie di alone mistico rimanda al numero 3, considerato sacro in molte culture (ad esempio, per i Cristiani è legato alla SS. Trinità); infatti, le bacche del vischio si sviluppano in 9 mesi e si raggruppano a tre a tre.
Il vischio è anche la pianta sacra di Frigg (o Freya), dea dell’amore presso gli dei Asi.
Frigg aveva due figli, Balder, buono e generoso, e Loki, cattivo e invidioso, che voleva uccidere il fratello (come si fa a non pensare ai “nostri” Caino e Abele?). Venuta a conoscenza del piano malvagio del figlio, Frigg chiese a tutte le creature animali e vegetali di proteggere Balder, ma si dimenticò di rivolgere la preghiera proprio alla pianta del vischio. Loki ne approfittò per portare a termine il suo piano, utilizzando proprio questa pianta per fabbricare la freccia che uccise Balder.
La dea Frigg, vedendo il cadavere del figlio prediletto, iniziò a piangere disperatamente e le sua lacrime, come per magia, si trasformarono in bacche bianche. Quando queste toccarono il corpo di Balder, lui tornò in vita.
Per la grande felicità, la dea Frigg cominciò a baciare chiunque passasse sotto l’albero sul quale cresce il vischio (di solito pioppi, olmi e tigli).
Il suo bacio costituì un portafortuna e una protezione per tutti coloro che furono baciati dalla dea: ad essi infatti, non poteva capitare nulla di male.

 

fonti: tuttoerbe.com, ideagreen, Cunningham’s Encyclopedia of Magical Herbs di Scott Cunningham,dal tramonto all’alba, ilcerchiodellaluna.it

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