Il settimo papiro di Wilbur Smith

Recensione di Cinzia Cogni

“Io comando diecimila carri
io sono Taita, comandante della cavalleria reale”

Era il 1993 quando Wilbur Smith pubblicò il romanzo “Il Dio del fiume” il primo di una saga, ambientato nell’antico Egitto e incentrato sulla storia della regina Lostris, del faraone Mamose ed in particolare dello scriba Taita, personaggio inventato ma affascinante e geniale.
Due anni dopo col romanzo “Il settimo papiro” la storia prende una piega completamente diversa: ambientato fra l’Egitto e l’ Etiopia in epoca moderna, l’archeologa anglo-egiziana Royan Al Simma assieme all’inglese sir Nicholas Quenton-Harper imprenditore e avventuriero, si tufferanno in un’impresa unica: ritrovare la tomba del faraone Mamose VIII .
Anni prima, nella tomba della regina Lostris vennero ritrovati 10 papiri nascosti, scritti da Taita ed il settimo papiro, il più enigmatico, è una specie di caccia al tesoro per ritrovare la tomba del faraone.

“Molti brani del settimo papiro sono scritti in una specie di codice, una serie di versi enigmatici. Duraid e io li stavamo decifrando quando…” s’interruppe e trasse un respiro profondo ” Quando è stato assassinato. “

Lo schiavo Taita lancia così una sfida ai posteri, sembra quasi voglia iniziare una partita a scacchi con chi cercherà di risolvere i suoi scritti ; ma Royan e Nicholas sono abili e coraggiosi giocatori, anche se non hanno calcolato che non sono gli unici interessati a questa scoperta: l’avido collezionista tedesco Von Schiller infatti, è sulle loro tracce ed ha assoldato guerriglieri e spie per essere sicuro di accaparrarsi i tesori che immagina di scoprire.

” Guardò il cassetto dove teneva i dischetti. Come tutti gli altri, era stato tolto e buttato sul pavimento. E tutti erano vuoti, naturalmente: oltre ai floppy erano spariti i quaderni e le fotografie. Gli ultimi legami con il settimo papiro erano scomparsi. Dopo tre anni di lavoro, era sparita persino la prova della sua esistenza. “

È un’avventura ricca di colpi di scena e assolutamente affascinante per chi ama l’archeologia, il mondo egizio e tutti gli antichi misteri che vi gravitano intorno…ma non solo, raramente capita di leggere le descrizioni dei luoghi così dettagliate, tanto da pensare che l’autore deve averli visti veramente.
Wilbur Smith ha la capacità eccezionale, di portare il lettore completamente dentro la storia che racconta e di far vivere forti emozioni, sia positive che negative, a seconda della situazione.
L’autore in oltre, ha studiato in modo approfondito la storia, gli usi ed i costumi dei posti che descrive, sia del passato che quella moderna, e riesce a mescolare il tutto alla sua fantasia, tanto da confondere chi legge.

“Adesso la pista scendeva rapidamente verso il Nilo Azzurro…i fianchi della valle erano coperti di vegetazione e in molti punti piccole sorgenti sgorgavano dal calcare e scorrevano nel vecchio letto del fiume.”

Infine c’è la natura Africana, protagonista assoluta del romanzo, indomita e selvaggia, che custodisce gelosamente antichi segreti sprigionando da secoli un fascino misterioso…a farle compagnia il fiume, da sempre simbolo di vita per i popoli che vi abitano vicino. Fra le righe del “settimo papiro” emerge l’amore di Wilbur Smith per questa terra, nello stesso modo in cui la veneravano gli antichi Egizi.
Il seguito di questo romanzo si intitola “Figli del Nilo” ed ho la sensazione che l’avventura continui e che lo scriba Taita abbia ancora molte cose da raccontare…

” Sveglia, Taita. Siamo sulle tue tracce”, gridò verso le ombre.
” Non sfidarlo” Nicholas le prese il braccio e la tirò indietro. ” Quel briccone ci ha già causato abbastanza guai.”

 

Scampata per miracolo a una vile aggressione che è costata la vita al marito, la giovane archeologa anglo-egiziana Royan Al Simma decide di onorare la promessa che gli ha fatto in punto di morte e di continuare il lavoro cui entrambi hanno dedicato tanti anni di impegno e sacrificio: decifrare gli indizi che il leggendario architetto Taita ha affidato al settimo papiro e trovare la tomba del faraone Mamose VIII e il favoloso tesoro che custodisce. Ad aiutarla in quella che è diventata la sua unica ragione di vita è l’eccentrico Nicholas Quenton-Harper, un ricco aristocratico che condivide con lei la passione per l’Antico Egitto. Ma gli uomini che hanno assassinato Duraid non hanno ancora finito. Mentre Royan e Nicholas, indizio dopo indizio, si avvicinano alla soluzione del mistero, i loro nemici tramano nell’ombra. E si tratta di gente priva di scrupoli, disposta a tutto pur di impadronirsi delle immense ricchezze del faraone…

  • Peso articolo : 560 g

  • ISBN-13 : 978-8869057748

  • ISBN-10 : 8869057747

  • Dimensioni e/o peso : 14.5 x 4.2 x 21.2 cm

  • Editore : HarperCollins Italia (16 luglio 2020)

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