L’amante del diavolo – Giada Trebeschi

Trama

Eppure, prima di essere imprigionata la strega riesce a nascondere il suo grimorio, il libro della conoscenza e delle ombre, che può essere tramandato solo di madre in figlia, di donna in donna. Il grimorio è lo strumento per perpetuare non soltanto le nozioni ma tutta la libertà che il sapere concede agli esseri umani e deve essere protetto a costo della vita. Così, nei giorni del processo, si produce un’inarrestabile catena di eventi terribili e straordinari che porteranno a più di un sacrificio pur di salvarlo.
Il fil rouge del romanzo è rintracciabile nel processo per stregoneria a Bellezza Orsini, avvenuto agli inizi del XVI secolo e racconta non solo la sua storia, ma soprattutto la determinazione e il coraggio di una donna di conoscenza, una medichessa, una levatrice per la quale non c’è niente di più importante del passaggio di questo sapere. La sopravvivenza delle sue conoscenze erboristiche e mediche ha più valore della sua stessa vita e, incalzata dal pregiudizio, dalle superstizioni e dalla Santa Inquisizione sceglierà di incarnare l’archetipo della strega pur di salvare la sua arte.
È per completare gli spazi bianchi, riscrivere le parole che il tempo ha cancellato e rivelare l’umanità nascosta dietro agli antichi documenti processuali che nasce L’amante del diavolo.
Sullo sfondo, orrori e meraviglie della Roma e Firenze rinascimentali, l’eroismo di un vecchio ebreo, i pregiudizi della gente comune, le atrocità dei metodi di tortura del Sant’Uffizio e il tormento di una struggente e impossibile storia d’amore.

Link d’acquisto: L’amante del diavolo

Copertina flessibile: 227 pagine
Editore: Oakmond Publishing (30 aprile 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 3962071245
ISBN-13: 978-3962071240
Peso di spedizione: 313 g

a cura di Sara Valentino

Ho avuto il piacere e il grande onore di leggere “L’amante del diavolo” in anteprima. Esce oggi in tutte le librerie e le piattaforme, in formato ebook e cartaceo.

Chi mi conosce sa bene quanto io ami leggere di stregoneria, non perché sia macabra e non perché sia sacrilega, ma perché è stato un periodo nero della nostra storia. Donne e uomini, ma soprattutto donne e anche bambine, hanno subito le torture più indicibili, in nome della Santa Inquisizione ma in nome soprattutto della paura per chi possedeva la conoscenza, e dell’abominio di quanto la cattiveria umana possa fare.

Sono persuasa del fatto che anche oggi, a distanza di secoli, con il bagaglio culturale che dovremmo avere, se fosse possibile, molte donne sarebbero bruciate sul rogo solo in nome dell’invidia e per paura del diverso.

Giada Trebeschi racconta per non dimenticare, racconta e narra una storia di grandi emozioni, le ho vissute sulla pelle, ho sentito quasi la pelle “bruciare”. Non si tratta di una storia di fantasia, ma della storia di Bellezza Orsini e del suo libro: un grimorio.

La casa editrice Oakmond Publishing ha la particolarità di legare ogni libro a un vino, laddove in effetti le parole scritte nei libri e il vino stesso sono a mio parere due grandissimi piaceri: gli uni un’esplosione di emozioni da vivere e rivivere e l’altro un’esplosione di sapori frutto del lavoro dell’uomo e del creato. Vi invito a scoprire con quale vino potrete sorseggiare “L’amante del diavolo”.

“E così Bellezza iniziò ad essere guardata non più con il rispetto dovuto alla straordinarietà delle sue azioni, ma con il sospetto che nasce dalla paura per ciò che non si conosce”

Sono gli anni della peste nera e Bellezza Orsini, vissuta nel XV secolo, rimasta orfana fu allevata nell’abbazia di San Paolo da suo zio Frate Flaminio Orsini, anch’esso esperto nell’uso e proprietà delle erbe e noto guaritore.

Bellezza divine quindi levatrice, curatrice ed esperta di erbe; un giorno pratica un taglio cesareo su una donna viva e salva madre e bambino. In paese si passa dall’eccitazione per questo straordinario evento al sospetto: miracolo o stregoneria? Inizia così una storia in bilico tra l’ignoranza e la superstizione.

“Quel giorno aveva avuto una strana sensazione sin da quando si era svegliata; era come se sentisse che l’ultimo atto della sua vita era cominciato”

La lunga mano dell’Inquisizione come un ombra nera sembra scurire i giorni e il cielo e i segni sono palpabili, chi è in qualche modo sensibile lo capisce. La situazione a nord delle Alpi, la riforma protestante e la rigidità cattolica avevano reso la caccia agli eretici una pratica ormai comune e violenta, oltre che di inaudita crudeltà.

Il grimorio di Bellezza, le sue conoscenze, devono essere preservati… almeno loro. Un Ebreo, suo grande amico e una ragazzina, la cui storia mi ha coinvolta in maniera incredibile, cercheranno in ogni modo di salvare il sapere.

“L’amante del diavolo” è una storia bellissima, che ridona vita a una donna meritevole e colpevole solo di essere bella e istruita, questo faceva paura e la paura, si sa, fa commettere i peggiori crimini. Tra le pagine di questo romanzo l’autrice racchiude la sua conoscenza profonda in questo ambito, raccontando aneddoti e curiosità, ma è anche capace di narrare in maniera fluida e con un ritmo incalzante una storia di amori, fedeltà, amicizia che portano il lettore all’apice della commozione. Fughe, tradimenti, dolore fisico e morale sono solamente alcuni ingredienti di questo cocktail. Sembra che alcuni personaggi non possano sopportare oltre, oltre il male, oltre le cattiverie. Non vi svelo altro perché le vicende di tutti i personaggi che vivono in questo libro meritano di essere lette.

Nei processi inquisitori le durissime e crudeli torture portavano, come fu per Bellezza Orsini e tante altre sfortunate, a dichiarare di aver fornicato con il demonio, piuttosto che volato e partecipato a sabba. In realtà la mia domanda è sempre questa: chi è davvero il diavolo? La strega presunta o gli inquisitori e ancor peggio i testimoni ai processi?

 

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