Blackwater – Saga – Michael MCDowell

L’autore

Michael MCDowell (1950-1999) è uno scrittore americano che ha pubblicato oltre trenta romanzi e scritto per la televisione e il cinema (Beetlejuice e Nightmare before Christimas)

  • Editore ‏ : ‎ BEAT (17 gennaio 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano

Recensione a cura di Lia Fiore Angy

Siamo nel 1919, a Perdido, in Alabama. È l’alba della domenica di Pasqua e anche questa piccola cittadina sembra risorgere, dopo essere stata devastata da una piena. L’acqua nera e putrida, che ha sommerso tutto, sta iniziando a ritirarsi, e dei letti originari in cui i fiumi Perdido e Blackwater scorrevano fino a pochi giorni prima resta solo il ricordo.

Oscar Caskey e  il capo giardiniere Bray, ammutoliti di fronte al paesaggio desolato, perlustrano ciò che resta degli edifici, spostandosi con una piccola barca a remi.

Oscar nota un movimento dietro una finestra dell’Osceola Hotel… È così che entra in scena la protagonista principale di questa saga di successo: la bellissima e misteriosa Elinor Dammert.

Sopravvissuta miracolosamente alla piena, nonostante i segni sulla parete della camera dove alloggiava indichino che l’acqua era salita ben oltre la testiera del letto in cui dormiva, racconta di essere rimasta sola nell’hotel, di essersi addormentata e di non aver sentito la campana del municipio, nonostante avesse suonato per ben due ore. Dice di essere un’insegnante, arrivata a Perdido per un incarico alla scuola locale.

La prima ad avere molti dubbi su Elinor è Mary-Love, madre di Oscar e matriarca della famiglia Caskey. Niente la convince in quella ragazza, a partire dai bellissimi capelli rossi… lo stesso identico colore delle acque del Perdido.

«Ma non lo vedi, Sister?»

«Cosa?»

«Che c’è qualcosa di strano».

«Qualcosa di sbagliato» rincarò Manda.

«Io non ho notato nulla».

«Avresti dovuto» insistette Mary-Love. «Guarda i suoi capelli! Ne hai mai visti di quel colore? Sembra che li abbia tinti nel Perdido, ecco cosa mi sembra!»

E Mary-Love non è l’unica a notare qualcosa di strano…

… La pelle della signorina Elinor – che prima, aveva notato la signora Driver, era di un candore traslucido – appariva dura, verdastra e coriacea. Inoltre, mentre la scrutava, la predicatrice si accorse che il volto sommerso della donna pareva distorcersi, come se si stesse trasformando.”

Elinor, sempre disponibile e volenterosa, riesce ad integrarsi bene nella comunità, ma Mary-Love continua a guardarla con sospetto e a considerarla una rivale. Non riesce ad accettare che quella giovane dai capelli rossi sia riuscita in così poco tempo a stregare tutti, compreso suo figlio Oscar. I Caskey sono una famiglia benestante, possiedono delle segherie e dei terreni, e i loro beni potrebbero far gola a qualcuno. Mary-Love, da sempre abituata ad averla vinta su tutti, farà di tutto per rendere la vita impossibile a Elinor, non sapendo con chi ha realmente a che fare… 

Una lotta spietata, quella tra queste due donne dal carattere forte e combattivo, combattuta da Elinor con grande dignità e autocontrollo.

Pagina dopo pagina, siamo spettatori della crescita professionale ed economica dei Caskey, il cui merito va alle donne, alle loro intuizioni, al loro fiuto per gli affari e alle ottime capacità amministrative.

Sono le donne le vere protagoniste di tutta la saga; non mancano i protagonisti maschili, ma sono messi in ombra dalle loro madri, mogli, figlie e sorelle. Le donne di Perdido hanno il coraggio di scegliere in quale direzione andare, sfidando anche le aspettative dei familiari e le convenzioni sociali. Sono donne che non accettano di essere sottomesse agli uomini e che, nel momento in cui una di esse è vittima di soprusi e violenze, non si voltano dall’altra parte e non stanno ferme a guardare.

Tra successi, cambiamenti sociali, nascite, morti, sparizioni, allontanamenti e riconciliazioni, arriviamo fino al 1958 e, come in un cerchio perfetto, si ritorna ad uno scenario già visto al principio della storia. Come previsto da Elinor, non è servito costruire una diga per contenere le impetuose acque del Perdido e del Blackwater… Per Elinor il sipario si chiude così come si era aperto: con una piena.

«Non credo che riusciremo a scamparla, Zaddie» disse.

Lei scosse la testa, e in tono fiero e solenne disse: «Molto tempo fa, la signorina Elinor mi aveva detto: “Zaddie, quell’argine reggerà finché non sarò morta. Poi l’acqua spazzerà via la città”».

Ho iniziato questa saga, scritta negli anni ’80, con un pizzico di scetticismo, come spesso mi capita con i prodotti troppo pubblicizzati. 

Il primo volume, che è una sorta di presentazione di alcuni dei protagonisti, non mi aveva del tutto convinta, ma ho deciso di proseguire, incuriosita da quegli elementi gotici disseminati qua e là e da quelle piccole rivelazioni sapientemente dosate dall’autore. Ammetto di essere stata affascinata anche da Elinor e dalla sua aura di mistero.

 Dal secondo volume in poi, non sono più riuscita a staccarmi dalle pagine. 

La scrittura di McDowell, fluida e ammaliante, è come un fiume in piena che trascina il lettore.

“Blackwater” è una saga familiare con elementi horror; tra dinamiche familiari e vicissitudini comuni a tutti noi mortali, si inseriscono degli elementi che hanno a che fare con il paranormale… Tra maniglie che cigolano, porte che non devono essere aperte e inquietanti canti notturni, i brividi sono assicurati.

Le tre voci – femminili ma non umane, pensò Billy – proseguirono il canto per oltre un’ora, per tutto il tempo in cui durò la pioggia. Ma quando essa cominciò a placarsi anche le voci si smorzarono. E, quando il suono dell’acqua si ridusse a un gocciolio irregolare dalle grondaie, si spensero del tutto.”

Il ritmo è prevalentemente lento, ma l’autore piazza sapientemente dei colpi di scena, dei misteri e delle rivelazioni che ripagano il lettore dell’attesa e tengono viva la curiosità.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati e mostrati in tutte le loro sfaccettature. Ho trovato particolarmente interessante l’evoluzione di Frances, una delle figlie di Elinor. Inizialmente timida e paurosa, imparerà ad accettare la sua diversità e a non averne paura.

Sapeva cosa voleva, e non aveva piú paura di chiederlo. In passato aveva sempre dato la precedenza alle opinioni e ai desideri degli altri; ora considerava i propri desideri alla pari con quelli altrui […]. Ora era immersa fino al collo. Non aveva piú la minima difficoltà a tenersi in equilibrio nella corrente. Sotto il pelo dell’acqua si sentiva imponente, forte, trasformata.”

Protagonisti indiscussi sono anche il Blackwater e il Perdido, le cui acque dai colori inquietanti influenzano la vita della comunità, nascondono segreti ed insidie, corpi intrappolati e misteriose forme di vita…

“… Gli occhi erano sporgenti ed enormi; la bocca era mostruosa, priva di labbra, e sibilava gorgogliando in un ghigno che non aveva più nulla di umano.”

Ci sono delle scene molto forti, anche splatter, ed è attraverso alcune di esse che l’autore tocca temi sempre attuali, come quello della violenza domestica e sessuale. Non mancano altri temi importanti, come quelli dell’omosessualità e del razzismo. 

Complimenti alla casa editrice Neri Pozza per le bellissime copertine che, oltre a essere una gioia per gli occhi, racchiudono delle piccole anticipazioni su ciò che il lettore leggerà in ognuno dei sei volumi.

Concludo con queste parole di Elinor.
«Sister e Miriam hanno ragione. Non importa ciò che hai dovuto affrontare; non importa ciò che hai fatto e subito; non importa quali orribili errori hai commesso; non importa a cosa hai dovuto rinunciare e invece avresti voluto tenere per sempre; non importa che cosa hai tenuto e invece avresti dovuto lasciar andare; non importa cosa ti ha reso infelice. Comunque sia andata, non puoi desiderare che fosse andata diversamente».

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