Costanza di Svevia – Il ritorno della regina Di Chiara Curione

Recensione di Paola Nevola

Costanza II di Svevia, il nome la lega alla sua bisnonna Costanza d’Altavilla madre del grande Federico II suo nonno, suo padre Manfredi è l’ultimo sovrano della dinastia Sveva del Regno di Sicilia. Una discendenza leggendaria di grande carisma e prestigio che non può non aver influenzato la personalità di Costanza. Chiara Curione ci permette di conoscerla e coglierne l’animo e il temperamento, l’attaccamento alla sua terra d’origine. Il forte desiderio di riprendersi il regno e di vendicarsi degli angioini che hanno ucciso e vilipeso il padre Manfredi e sterminato e imprigionato la sua famiglia. 

«In voi ci sono due anime, madre. Siete religiosa e pia, ma non dimenticate nessun torto subito e parlate di vendetta!»

Il Regno di Sicilia con la morte di re Manfredi è passato sotto la dominazione di Carlo I d’Angiò appoggiato dalla Chiesa, i siciliani mal tollerano la presenza francese che li opprime con usurpazioni, soprusi e violenze. 

Palermo A.D. 1282,  all’ora dei vespri del lunedì di Pasqua davanti la Chiesa del Santo Spirito un soldato francese importuna con atteggiamenti volgari una nobildonna il marito interviene in sua difesa uccidendolo, è la scintilla che scatena la ribellione detta dei Vespri con la cacciata dei francesi dalla Sicilia. Le guerre dei Vespri per la dominazione del Regno di Sicilia coinvolgeranno tutto il panorama europeo.

Con questo antefatto inizia il romanzo portandoci sulle coste siciliane all’arrivo di Costanza, sposa di Pietro III d’Aragona, acclamata dal popolo e dalla nobiltà che gli offre la corona, tra le pagine si percepisce tutto il pathos del momento l’emozione per quel ricongiungimento con una terra piena di ricordi struggenti. 

Inspirò l’aria di mare e, a mano a mano che la nave si avvicinava, in vista del porto, la commozione salì fino a farla lacrimare… mentre stringeva l’aquila d’argento di suo padre tra le mani come se lui fosse lì e guardasse il mare…

Tuttavia per Costanza e suo figlio Giacomo governare la Sicilia non sarà semplice prima di tutto per l’assenza di Pietro, impegnato a difendere il regno d’Aragona dalla crociata indetta contro di lui da Papa Martino IV con Filippo III di Francia e Carlo I D’Angiò, inoltre per le cospirazioni e rivolte da parte di alcuni nobili filoangioini e per il desiderio di indipendenza dei siciliani.

Forse il nemico non era soltanto al di là del mare, pensò. I nemici più pericolosi sono quelli da cui l’uomo non pensa a difendersi.

Un punto di forza del romanzo sono le figure femminili, tra cui spicca in antitesi a Costanza un personaggio straordinario e realmente esistito Macalda Scaletta, una donna bellissima e affascinante dal portamento fiero, superbo e spregiudicato, veste i panni del cavaliere in arme con il piglio di un comandante o del frate per passare inosservata, di grande ambizione vorrebbe la Sicilia libera e governarla. Moglie del Barone Alaimo Lentini Gran Giustiziere del regno si serve della sua posizione per tramare e osteggiare con ogni mezzo gli aragonesi e Costanza, sfidandola apertamente negli atteggiamenti. 

Imelda è un’altra figura rilevante di fantasia ma che sarebbe potuta esistere come un raro esempio di quelle donne esperte in medicina che hanno studiato alla famosa Scuola Medica Salernitana, porta assistenza soprattutto alle donne aiutandole nei problemi di natura femminile. Una giovane bella e risoluta che non accetta la condizione delle donne dell’epoca che le vede sposate o monacate.  Nel romanzo è figlia di Giovanni da Procida medico consigliere e stretto collaboratore degli aragonesi, il padre vorrebbe imporle un matrimonio al quale si rifiuta, viene presa in simpatia dalla regina che la protegge anche quando le gelosie e gli intrighi finiscono per addossarle un’accusa di stregoneria. Oltre queste figure di rilievo troviamo Isabella zia di Costanza, la badessa Adelaide sua amica e alcune nobildonne.

Era stata una mattinata luminosa e diversa, cominciata con il raccoglimento della preghiera che le aveva dato una grande serenità, e poi incontrando il popolo, il cuore vivo e pulsante di un regno. Sentiva che avrebbe affrontato i suoi numerosi compiti con una forza diversa

La regina Costanza  è una donna di buoni sentimenti, ha un amore profondo per il marito che la contraccambia, per i suoi figli e la sua famiglia, per la Sicilia e il suo popolo, e un grande senso di giustizia. Volitiva e avveduta, desidera una pace interiore che trova nella preghiera, la sua coscienza religiosa è in contrasto con le ardue e impietose decisioni politiche e di guerra, ma grazie alle sue qualità governa districandosi nelle numerose difficoltà. Mitiga le decisioni del figlio Giacomo suo coreggente e le esuberanze del giovane figlio Federico.

Tra i suoi fedelissimi vi sono uomini audaci e valorosi tra questi hanno un ruolo importante Corrado Lancia suo cugino, cavaliere aragonese partecipe in numerose imprese anche al seguito di re Pietro, e l’ammiraglio Ruggero di Lauria a capo della flotta navale che si distingue per l’arguzia nelle tattiche, sconfiggendo e imprigionando nella battaglia navale davanti al golfo di Napoli Carlo d’Angiò lo zoppo e liberando Beatrice sorella di Costanza.

Una narrazione ben documentata e sempre coinvolgente che pennella un quadro storico ricco di episodi e personaggi, con descrizioni della vita di corte, delle battaglie di terra e per mare, e del volgo con forme dialettali. Una lettura in cui si avverte l’orgoglio dei siciliani e tutto l’orgoglio degli aragonesi e degli svevi. 

«Lassù la stella di Federico è ancora visibile!» la indicò. «Nelle notti di luna piena, Federico, seguito dai suoi cavalieri, cavalca nel cielo con il falco sul braccio, al suo fianco c’è suo figlio Manfredi e su di loro vola l’aquila ad ali spiegate!»

Chiara Curione con il suo romanzo dallo stile accurato e raffinato  mette in luce una stella del firmamento storico, Costanza di Svevia  in tutto il suo regale splendore, una stella che  la Chiesa annovera tra i Beati.

Intrighi e tradimenti, guerre civili, lotte per la conquista del regno di Sicilia e di Puglia, nel romanzo di Costanza di Svevia. In questo quadro dei Vespri Siciliani, la regina Costanza, moglie di Pietro d’Aragona, rivendica il trono di suo padre facendo emergere la forza, la tenacia e la capacità di tenere gli equilibri in un posto dove tutto scoppia facilmente come in una polveriera. Accanto a lei risaltano due figure femminili: la baronessa Macalda sua rivale anche in amore e Imelda, donna medico, una delle poche donne formate alla Scuola Medica Salernitana e vista con sospetto per le sue doti e la voglia di indipendenza. I personaggi maschili, mossi dal desiderio di potere, sono forti e astuti, a volte mostrano debolezza, ma emerge in loro sempre il lato umano facendone nel bene e nel male uomini degni d’onore. Una storia controversa che tocca direttamente e indirettamente tutta l’Europa, in Sicilia dove tutti bramano il potere di una zona strategica che era ed è di fondamentale importanza politica.

  • Editore ‏ : ‎ EEE – Edizioni Tripla E (1 gennaio 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 296 pagine
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