La guerra di Olga – Mavie Carolina Parisi

Nel 1932 una ragazza romana, Olga Alberghera di Valcastello, conosce Dieter von Beurst, un affascinante tedesco. Complice l’aria vacanziera di Capri, dove trascorrono una parte della loro estate, i due si innamorano. L’anno successivo si sposano e la giovane italiana si trasferisce a Berlino. Lì apprende che suo marito e suo suocero hanno aderito al Partito nazionalsocialista, il cui leader, Adolf Hitler, è appena diventato cancelliere del Reich. La vita di Olga in Germania procede senza scossoni e anche con una grande gioia: la nascita di Anna, la sua prima figlia. Ma a un certo punto alcuni episodi cominciano a renderla inquieta, come il trattamento riservato alla figlia disabile della governante di casa. E quando tra i nazisti si parla già di eugenetica, di igiene razziale, un evento lieto nell’esistenza di Olga si trasforma in un incubo.

  • Editore ‏ : ‎ Ianieri (6 ottobre 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 332 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

“La guerra di Olga” è un romanzo ambiantato negli anni ’30 del secolo scorso, tra L’Italia e la Germania, quel periodo di grandi cambiamenti politici e culturali che portarono allo scoppio della seconda guerra mondiale, portando alla luce il vero obbiettivo dei nazisti: lo sterminio degli ebrei e di tutti coloro che non rappresentavano il modello ariano.
In questo romanzo però, l’attenzione è rivolta ad un problema specifico che paradossalmente coinvolgerà anche le famiglie tedesche… ossia, quei bambini (ma anche adulti) nati con disabilità o ritardi mentali, che per il regime tedesco erano un ostacolo alla razza pura e che, in modo subdolo, cercarono di eliminare.

“Bruno era nel suo elemento e si lanciò in complicate spiegazioni. Mise in campo i suoi studi, il lavoro, l’avvenire del popolo tedesco, la scienza. Parlò di senso della comunità e di omogeneità razziali…
Per la prima volta Olga si trovava ad ascoltare qualcuno che, fiero di essere razzista, esponeva con convincimento tesi che alcuni sarebbero stati restii anche a sussurrare.
Era il primo impatto violento con una mentalità che non le apparteneva.”

La storia inizia a Capri dove Olga, una ragazza romana e aristocratica,  trascorre le vacanze nella villa di famiglia. Una sera, a una festa privata, conosce Dieter Von Beurst, un giovane medico tedesco, anche lui lì in vacanza assieme all’amico Bruno.
Tra Olga e Dieter nasce subito l’amore e pochi mesi dopo decidono di sposarsi, anche su approvazione delle rispettive famiglie, entrambe facoltose e con le stesse idee politiche, simpatizzanti del regime che si è instaurato sia in Italia che in Germania.
Olga è felice di trasferirsi a Berlino nella casa del marito e anche se all’inizio non è facile per lei adattarsi a questa nuova vita, la scoperta di essere incinta la rende talmente contenta che tutto le appare perfetto.
C’è solo un’ombra che ogni tanto oscura le sue giornate, ed è quando Bruno viene a far visita all’amico Dieter e fa di tutto per parlarle e starle vicino… Olga cerca di nascondere il suo turbamento, non capisce perché la presenza di Bruno le  provoca tanta agitazione, sensazioni di paura ma al tempo stesso eccitanti, difficili da spiegare.
Tutto cambia quando decide di tornare a Capri per trascorrere le vacanze estive, con la figlia piccola e la cognata, anche lei mamma di una bambina; purtroppo Dieter e il fratello non possono accompagnarle, il lavoro di medico non gli permette di assentarsi per troppo tempo. Per quei tempi non è un bene che due donne con due bambine viaggiano da sole e così Bruno si offre di andare con loro.

Ancora una volta Capri sembra influenzare il destino di Olga, se la prima volta le ha portato l’amore e l’inizio di un futuro diverso, ma sicuro, in un’altra Nazione; la seconda volta è la passione a travolgerla, verso un uomo che in realtà non conosce e col rischio di perdere tutti gli affetti più cari.
Al ritorno a Berlino Olga scopre di essere di nuovo incinta.
Nel frattempo la nuova politica del paese con le sue leggi antisemite sta portando drammatici cambiamenti  nella società, ma mentre Olga e suo marito non sembrano rendersene conto, il fratello di Dieter e la moglie, entrambi medici, cominciano a manifestare molti dubbi sull’operato di Hitler, e saranno proprio loro a notare, nel secondogenito di Olga, qualcosa di anomalo a pochi mesi dalla nascita.
Helmut, così si chiama il bambino, ha la sindrome di Down, una condizione che a quei tempi non era accettata da familiari e amici, e inoltre comincia a girare voce che il nuovo governo faccia “sparire” questi bambini “speciali” dagli istituti, dove spesso le famiglie li abbandonano.
Olga spaventata all’idea che portino via il bambino, decide di tenere Helmut a casa e nasconderlo a tutti, nonostante i pareri contrari dei suoi familiari e in particolare di suo marito.

” … E poi ci sono i bambini come Helmut, difettosi, non conformi.
In certi tempi e in certi luoghi, nascere imperfetto si rivela una sciagura. La Germania hitleriana ne era un esempio… Da un paio d’anni le cose erano pure peggiorate. Come un gas tossico si spande senza darne segno visibile, così nell’aria della Germania si stavano diffondendo pensieri velenosi.”

“La guerra di Olga” è una battaglia contro i pregiudizi e il razzismo, è una lotta continua perché chi è accanto a lei impari ad accettare la diversità,e a ribellarsi se necessario, contro chi invece, vede in queste minoranze un problema da estirpare alla radice.
Una storia veramente emozionante, grazie anche alla capacità dell’autrice di delineare la psicologia dei protagonisti in modo eccellente, fino a provare empatia verso Olga e comprendere i suoi turbamenti; fino ad odiare chi, al contrario, non ha un minimo di umanità verso gli altri.
In questo caso l’ascesa del Nazismo e le sue disastrose conseguenze, è vista da un’angolazione differente, la protagonista infatti, pur non essendo perseguitata dal regime, prova sulla sua pelle cosa significa essere discriminati e cos’è il terrore di perdere un figlio…

“Fossero partiti qualche mese dopo, avrebbero avuto la conferma dei loro timori da una circolare che imponeva al personale sanitario di denunciare la nascita di piccini affetti da particolari patologie. Non era un censimento, ma una precisa volontà di miglioramento della razza, con l’eliminazione dei difettosi… In seguito sarebbe bastato non essere aderenti a un’idea di normalità – sanitaria, sociale o razziale – molto soggettiva o ampliamente opinabile, per entrare nella lista nera.”

Vorrei potervi dire di più, ma preferisco lasciarvi con la curiosità e la voglia di leggere questo romanzo, che oltre a raccontare i fatti storici e drammatici di quel periodo, inserisce l’elemento della disabilità, e lo fa in modo delicato, ma lasciando emergere tutte le problematiche che vi gravitano intorno.
Consigliatissimo!!!

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