La linea del destino di Daniela Tresconi

Arcola è un tipico borgo arroccato che si affaccia sulla Vallata del Magra. Il suo Castello e la sua Torre Pentagonale da millenni osservano silenziosi le vicende delle genti che lo abitano. Valentina arriva in paese alla ricerca della tranquillità, ma ben presto tutte le sue scientifiche certezze verranno scosse da inquietanti e quanto mai misteriose sensazioni. Tre donne, tre epoche e tre mondi completamente diversi, eppure legati da un unico indissolubile destino e dal mistero di un atroce delitto. Quanto tempo per scoprire che non si può sfuggire a se stessi e che la fine spesso è solo un altro inizio?

 

 

Recensione a cura di Sara Valentino

Arcola, anno 2010. Valentina capita per puro caso proprio dove il destino ha deciso di attenderla.

Provate a immaginare alle volte in cui vi è capitato di trovarvi in un posto che pur apparentemente sconosciuto abbia tra le mura una storia da raccontare, da svelare. Non vi è mai successo di sentire un profumo che abbia il potere di condurvi indietro nel tempo?

E’ ciò che succede a Valentina, inizia con il sentire un profumo persistente di stramonio.

Lo stramonio è una pianta velenosa e viene spesse volte accomunata alle streghe.

Iniziano giorni e notti di strane visioni per la giovane Valentina, allucinazioni forse, la portano indietro nel tempo e negli anni. Immaginatelo come lo sfogliare un libro a ritroso e velocemente e svegliarvi nel 1300.

“Basta, non voglio più sentire, non ne posso più. Le voci, il profumo, la paura, la nausea.”

Credere o non credere? Chi è la donna che si affaccia alla sua mente? A chi appartiene quel volto? Esiste? cosa vuole?

La vecchia signora Vanda, abitante di Arcola, diviene amica e confidente di Valentina e le crede, come potrebbe non farlo lei che ha una percezione molto simile alla sua! Perché sente che è giusto ascoltare quella voce, bisogna porgere una mano a una donna che chiede e invoca il loro aiuto.

Inizia così questo viaggio bellissimo, a metà tra la storia e la fiaba per riportare alla memoria le vicende di una giovane volutamente “gettata” nell’oblio.

La storia di una fra le tante donne uccise in gran numero nel corso dei secoli trascorsi; “perché troppo belle, perché troppo intelligenti, perché sole, ribelli o semplicemente perché donne” , per usare le parole evocative dell’autrice.

Daniela Tresconi ci regala una storia avvincente che divorerete in un batter di ciglia, perché sarete la protagonista, perché oggi come ieri siamo ancora messe all’angolo, ora come ai tempi abbiamo bisogno di amicizia e della solidarietà femminile per far fronte comune a chi ci vuole fuori dai giochi, relegate a quell’angolino con la testa china. Ancora non siamo pronte, nei nostri giorni, come in quelli antichi, ancora veniamo tradite da una confidenza per la sola infima gelosia.

“Non c’è violenza più grande dell’essere dimenticati”

 

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