La taverna degli assassini. Un’indagine di Vitale Federici – Marcello Simoni

Anno del Signore 1793. Granducato di Toscana. Un castello fondato su un’antica abbazia, un cadavere avvolto nei tralci di una grande vite. Sotto le luci di un’alba invernale, i vitigni innevati del barone Calendimarca si rivelano teatro di un omicidio. Non solo un enigma inspiegabile, ma anche un’onta per il casato del nobiluomo. Vitale Federici, insieme al suo devoto discepolo Bernardo della Vipera, si ritroverà a investigare su un delitto i cui moventi sembrano affondare nell’antica tradizione vinicola della famiglia baronale, e nella sua cantina sotterranea che, simile a una biblioteca, pare celare un indizio sull’identità dell’assassino. Riuscirà Vitale a fare luce su questo caso, in cui ambizione, inganno e antiche passioni si intrecciano in un mistero forse impossibile da decifrare

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (31 ottobre 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 224 pagine

Recensione a cura Patrizia Martellini

Inizio dicendo che al di là del fatto che la trama sia ambientata nel passato, questo è un Giallo ben organizzato! Direi che l’ambientazione storica e stagionale aggiunge fascino al racconto, quindi potremmo definirlo un Giallo Gotico.

È però veramente difficile da decodificare ed impossibile da risolvere prima che lo faccia l’Autore! 

Io ho pensato di tutto, senza successo.

I personaggi sono veramente ben caratterizzati, specialmente i due Detective: Vitale Federici e il giovane Bernardo Della Vipera, brillante il primo, con buone attitudini al ragionamento e in crescita il secondo.

“Sono sempre due, un Maestro e un Apprendista” (cit.) e allora ho cercato analogie…

L’incipit, ovvero la salita al colle dove si trova il Palazzo, mentre la neve cade, mi ha ricordato Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk del “Nome della Rosa” di Eco, ma Federici è troppo giovane per essere paragonato a Guglielmo e anche meno colto.

Ho poi pensato a Holmes e Watson: Federici è simile a Sherlock Holmes, è molto nervoso, irritabile e ha buone conoscenze chimiche; purtroppo Bernardo è troppo giovane!

Inoltre qui la storia è raccontata dall’Autore e non dagli Apprendisti, se ricordate erano Adso e Watson a narrare gli eventi.

La spiegazione finale mi ha ricordato Poirot di Agata Christie.

Voglio presentarvi ora gli altri personaggi…

Il cadavere di un uomo, morto da tempo, completamente avvolto e nascosto da una grande vite, posta nel vigneto e coperta di neve, viene scoperto dal vignaiolo Cecco dell’Otre … nome omen !

È proprio il Barone Leonberto Calendimarca a chiamare Vitale Federici e Bernardo Della Vipera per indagare.

La vittima è l’Agente di commercio Giovanni Villafranchi, che vendeva i vini prodotti dal Barone Calendimarca, in Francia.

Ma un attimo… siamo nell’Anno del Signore 1793 e in Francia, ove c’era il Terrore e Robespierre al governo, chi comprava vini toscani?

Abbiamo poi la Baronessa Augusta Cornelia, una persona strana, che però come tutte le donne acculturate dell’epoca amava smodatamente i Romanzi Gotici.

Subito durante la prima cena Jacopo il bottigliere aggiunge veleno nel bicchiere di Vitale per non farlo indagare. Fortunatamente il Federici non muore, perché viene portato in una torre alta e pericolante, dove si trova Morieno Santacroce, medico del Barone, che in realtà ricorda più un alchimista. 

Il medico diagnostica un avvelenamento da cicuta, in piccole quantità e salva Federici somministrandogli un antidoto.

L’ipotesi cicuta non mi ha convinto, perché un odore di mandorle aleggia nelle cantine per tutto il romanzo! 

Conosciamo anche una ex fidanzata di Vitale, certa Lucrezia Cimarelli, che ora è Istitutrice dei figli del Barone, che lui aveva promesso di sposare. Pare che Federici sia un incorreggibile tombeur de femmes!

Si viene a sapere che era Jérôme Pétion de Villeneuve , rivoluzionario prima amico e poi nemico di Robespierre, che  doveva ricevere il vino … 

Ora mi taccio, a voi il resto della storia, dove accadrà di tutto!

La scrittura è perfetta, ma stiamo parlando di Marcello Simoni, è un dato implicito. 

Il romanzo ha un ritmo incalzante, non lo si può abbandonare, inoltre lo si legge velocemente, non è lungo. 

L’unico problema è che questo libro, bello come una scatola di cioccolatini è UN VERO ROMPICAPO!

Un’ultima cosa nell’Epilogo Vitale Federici regala a Bernardo un libro francese …

è Zadig ou la Destinée. Histoire orientale, che è un testo iconico per la Storia della Scienza.

Andate a leggere il capitolo III: Il cane e il cavallo e fatemi poi sapere se vi ricorda qualcosa!

Buona lettura!

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