L’ultima amazzone: L’avvincente storia di una donna ai confini dell’Impero Romano di Alberto Costantini 

L’Impero romano si sta dibattendo negli ultimi spasimi della sua lunga agonia

e nelle provincie di confine la minaccia dei barbari e la prepotenza dei signorotti locali hanno ridotto la popolazione a una massa di servi abbrutiti.

Finché un giorno si presenta lei, Agunda la Nera, una misteriosa donna guerriera scesa dalle lontane terre del Caucaso per recarsi con i suoi cinque fratelli in pellegrinaggio a Roma.

Una donna fiera come le sue montagnespietata con la spada, ma non priva di abilità nei maneggi della politica.
Sarà lei a riportare l’ordine e la pace in quella valle abbandonata?

La serie (costituita tutta da romanzi autoconclusivi) delle “Donne di confine” di Costantini, dopo La donna del tribunoDonne ai confini dell’Impero e La schiava dei libri, si arricchisce di nuovi personaggi: lo studente Eusebio, la pastora Romana, la giovanissima sposa promessa Orsola, i prepotenti Donati, i minatori e i valligiani, i barbari e gli ultimi maestri, uomini e donne che, da una remota valle alpina, assistono al tramonto di un mondo.

  • Editore ‏ : ‎ Gilgamesh Edizioni (10 aprile 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 239 pagine

Recensione a cura di Stefania De Leonardis

In un villaggio, dove da tempo è assente il dominio di Roma, a comandare sono ora i grandi proprietari terrieri.

Impuniti e arroganti si fanno beffe della giustizia di Roma ed esercitano le loro prepotenze sulla popolazione soprattutto la famiglia dei Donato e il loro dispotico patriarca, detto “il Prete”.

A un certo punto, però, irrompe qualcosa, un imprevisto che cambierà tutto: l’arrivo di una donna misteriosa, dall’eccezionale forza fisica e dal coraggio eroico capitata per caso nella Valvenna, un luogo di fantasia, insieme ai suoi fratelli in pellegrinaggio a Roma.

E’ Agunda la Nera, una donna brutale e autoritaria quando serve.

“Pochi credevano che una donna, quantunque guerriera, avrebbe fatto quello che prometteva, ma quando videro Apollodoro il ladro appeso a un albero e flagellato fino a ridurlo ad un grumo di sangue, e poi il ragazzo di Maurizio del Rio, che soleva spadroneggiare tra i banchi del mercato prelevando la frutta a suo piacimento e rovesciando le bancarelle, fustigato nel didietro, e infine il vecchio Leonida, che aveva fatto morire di fatica un suo schiavo, privato di metà di quello che possedeva e costretto a liberare tutti i servi, per gli abitanti della Valle Agunda la Nera divenne Agunda la Crudele.”

La violenza la si respira nell’aria e mai viene descritta con sadico compiacimento; solo l’energia sovrumana di questa donna riuscirà a incanalarla verso la Giustizia.

Costretta suo malgrado a mettere sulla bilancia il peso della sua spada, Agunda La Nera, l’ultima Amazzone, dimostra un animo nobile e una femminilità che non ci si aspettava. Essa si concede solo un momento di tenerezza quando racconta al giovane Eusebio tutta la storia della sua vita.

“Continuai a chiedermi per tutta la serata perché Nera avesse voluto stupire in quel modo i suoi ospiti; forse era una dimostrazione che voleva dare a se stessa, più che agli altri, una prova a cui aveva deciso di sottoporsi. Ma quale? Glielo chiesi la mattina seguente, quando la rividi con addosso il giaccone di cuoio e le brache. Lei ci pensò un poco prima di rispondere: «La Bibbia fa bene a proibire a uomini e donne di scambiarsi gli abiti, perché ci sono anime ancora indefinite, che hanno bisogno di essere aiutate a indirizzarsi verso la loro natura. Io non ho generato figli e in compenso ho sparso sangue, e questo mi colloca in una dimensione fluida di donna-uomo, cangiante come la stola che portavo ieri sera.» A questo punto, tacque, quasi deplorando quella sua inopportuna sortita, e fui io a parlare: «Io credo invece che ci sia del vero nel mito di Platone secondo cui ognuno sta cercando la sua parte mancante. La tua anima ha solo bisogno di un uomo che ti completi.»”

Dopo la sanguinosa battaglia finale contro i Donato, Agunda partirà con l’uomo della suo vita: il fido Salviano che fu un tempo suo segretario e sostituito con il giovane Eusebio.

“Così, la Nera si trovò l’intera responsabilità sulle spalle, con le solite malelingue a sibilare che una donna non dovrebbe portare i pantaloni, per non parlare della spada, e tanto meno avere un citrullo di intellettuale a firmarle qualunque cosa gli mettesse davanti.”

Eusebio è un ragazzo ingenuo, idealista, intellettuale che, suo malgrado vive in un mondo che sta precipitando nell’ignoranza più totale e assiste alla fine dell’Impero Romano d’Occidente ed alla ribellione delle masse.

Proiettato in una realtà drammatica, egli individua e osserva, commenta e partecipa.

E’ la voce narrante dell’intera storia. Egli racconta la Storia della sua Valle e le vicissitudini di altre due figure femminili di non poca importanza del romanzo: Romana e Orsola

Romana, la giovane pastorella, ha sofferto sul suo corpo e nella sua anima tutto il male della vita pur di salvare la sua sorellina più piccola dalla fame e che purtroppo morirà di malattia.

“«Mio padre era morto e non avevamo neanche i soldi per il funerale. Mia sorellina era ridotta a uno scheletro. Mamma mi aveva mandato dalla vicina per chiedere la carità di un po’ di farina e latte, in prestito; figurati… bussai invece alla Villa dei Donato. Avevo solo undici anni, ma sapevo già come funzionano queste cose, ne avevo sentito parlare dalle donne al lavatoio, e noi gente di montagna impariamo presto.»”

Ciononostante è una donna forte, di valori ,scaltra e simpatica. Verrà premiata con l’amore vero di un uomo che sposerà e con la tenacia di proseguire con successo e amore il propro lavoro nei campi.

E’ proprio di lei che si innamora Eusebio che purtroppo non verrà mai ricambiato nonostante abbiano avuto una relazione seppur breve. Adoro questa coppia divertente nel loro modo di rapportarsi.

“Una notte che vegliava il suo gregge in alta Valle, aveva sognato una ninfa dei boschi, che gli ordinava di presentarsi a una ragazza della Velvenna fatta così e così, e di chiederla in moglie. Lui ne aveva riso, ma il sogno era tornata anche nelle notti successive. Da un conoscente di Mezzaselva, aveva saputo delle vicende di Romana, e aveva capito subito che era lei la donna del sogno, e ora che la vedeva, ne era sicuro.» «Romana rimase così stupita e sconcertata da quella rivelazione, che anziché cacciarlo a pedate, l’accolse in casa e gli offrì un bicchiere di vino. Per farla breve, si sono piaciuti e sei mesi dopo erano marito e moglie. A quanto ne so, hanno dei figli e vivono da lui, in Val di Giano.»

Pensai che questa storia così bizzarra e banale insieme avrebbe cancellato per sempre l’immagine del mio primo amore, ma non fu così: Romana tornò a farmi visita nei sogni, e per tutta la vita cercai quel volto sofferente e sorridente nel volto di altre donne, ma sempre invano.”

Orsola, l’aristocratica bambina prossima sposa e parente dei potenti Donato, per non unirsi con un barbaro si fa ingravidare dal suo amato Tullio. Tullio purtroppo morirà in battaglia e lei tirerà su insieme alla madre il suo unico figlio. Questo perché si era trovata per sbaglio ad origliare nascosta dietro ad una semicolonna di mattoni.

«Certo che quei barbari sanno condurre gli affari» disse Severo, cercando di tamponare il sangue che gli usciva dal naso. «Ma va’, sono garanzie puramente formali» fece Cesareo, «nel caso venisse a mancare il denaro per pagare il servizio; e poi è contra legem, tanto vendere la propria figlia ai barbari, quanto arruolare mercenari, per cui è un impegno che si annulla automaticamente. Ma ripeto stiamo parlando di un caso ipotetico: hai mai visto un dodici dei dadi che si ripete tre volte di seguito? Io no.» «La piccola è anche promessa in matrimonio, se non sbaglio» si inserì il cugino Annibale, che su di me, a suo tempo, aveva fatto dei progetti.”

Scapperà con la madre Anastasia dalla Valle infestata dalla gente in rivolta e dalla battaglia finale contro gli oppressori.

Purtroppo ci sono anche donne che si rassegnano passivamente al loro destino come Marina e Preziosa che finiscono come merce di divertimento dei barbari.

Si vede assistere ai momenti di vita e di crescita dei ragazzi con i loro problemi, i loro amori, i dubbi ed anche la loro spensieratezza che ruotano intorno al grande dramma storico che si sta svolgendo in un mondo ormai giunto al capolinea.

I personaggi, diversi tra loro, ma moderni e compatibili con l’epoca del romanzo, ci illustrano situazioni tragiche e momenti di umorismo alternati a ricchi di colpi di scena.

Essi ci lasciano l’immagine di un eroismo fatto non di gesti eccezionali, ma del lavoro e del sacrificio quotidiano di uomini e donne.

Ho trovato piacevole la lettura di questo romanzo grazie alla scrittura semplice e allo stile leggero e scorrevole. Qui ho percepito l’energia, la forza vitale di chi lotta per cambiare le cose.

Questa è anche una storia di donne antiche con pensieri e atteggiamenti moderni e compatibili con figure femminili dal carattere imperioso e risoluto come Agunda la Nera.

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.