Morte di una sirena di Rydahl & Kazinski

  • Recensione di Sara Valentino

Ci sono libri che quando li chiudi senti dentro una sorta di esplosione, si tratta di tutte le emozioni che ti hanno fatto vivere. Prendi congedo dai personaggi, dalle loro storie e aprendo la tua mano, prima stretta alla loro, li lasci andare. Questo romanzo è stato proprio questo per me, mi ha portato a livelli altissimi di adrenalina emotiva. Per questo motivo lo consiglio a tutti, perchè a tutti? Perchè a mio parere pur essendo un crime storico, non è solo questo. E’ anche uno stratagemma per scandagliare l’animo umano e per analizzare un particolare stato d’animo che, sebbene in maniera meno accentuata rispetto a come è vissuto nel romanzo, riguarda molti di noi. Le persone bramano essere diverse da quello che sono, credendo in maniera fuorviante che questo cambiamento potrebbe dare la felicità tanto agognata.

“Morte di una sirena” si svolge a Copenaghen nel 1834 e rappresenta anche in maniera perfetta la situazione storica, economica, politica dell’epoca. In modo particolare viene evidenziata la condizione delle classi più povere della popolazione.

“Morte di una sirena”, e capiremo durante la lettura il senso della parola sirena, si apre con una morte dura, struggente perfino, perchè l’omicidio è compiuto nei confronti di una persona che ci fa subito tanta simpatia, una donna che Deve, con la D maiuscola perchè non ha alternative, dedicarsi al mestiere più antico del mondo. L’emozione di profonda commozione mi si è persa in uno specchio che altri non era che una chiazza di sangue enorme e l’angoscia mi ha attanagliata per poi tenermi compagnia fino all’ultima riga.

C’è un assassino, l’uomo dei ritagli, Hans Christian Andersen aspirante scrittore … C’è una tresca che giunge fino a corte e non può essere svelata e c’è una sorella che brama, brama giustizia e vendetta. Ci sono i pregiudizi, c’è la povertà e ci sono animi così neri che è difficile anche raccontarli.

“Certi fiumi sono troppo impetuosi, certe storie troppo gravi, per poterli contrastare”

Avete mai provato a essere soli? Non soli in assoluto ma soli nei vostri pensieri, soli anche in presenza di tante persone? Si vive in questo romanzo il senso della solitudine e sebbene in apparenza sia indirizzata verso un solo personaggio, io l’ho percepita tra le righe un po’ sfumata e insinuante anche in altri. Credo perchè un po’ soli nel passato, nel presente, nel futuro in una stanza, al patibolo un po’ lo siamo tutti.

Saremo invitati a una lezione di anatomia, nel ricordo delle duemila vittime della battaglia di Copenaghen del 1801 che hanno permesso di acquisire almeno l’esperienza sulla chirurgia. Non solo.. avremo anche il piacere di partecipare a un regale ballo in maschera, perchè con una maschera a celare il viso è più facile lasciarsi andare, come fossero altri al posto nostro e noi restassimo puliti. Un ballo che vi assicuro sarà molto movimentato in una corsa forsennata contro il tempo mentre donne s-vestite da cigno ballano lascive. Descrizione meticolosa che vi farà essere partecipi, decidete pure come mascherarvi!

Il tempo scorre ed è troppo poco!

E l’amore? L’amore è pericoloso sì, la rabbia si manifesta quando si scopre che chi amiamo ne approfitta. E “Perchè la vita felice deve essere dispensata in maggior misura a chi ha già tutto?” l’eterna domanda che indigna chi crede di non possedere nulla, e il male prende il sopravvento e si veste da angelo vendicatore. Vendetta, ricatto? Figli dello stesso amorale desiderio.

C’è molto dolore in questo romanzo, ci sono scene crude ma raccontate in maniera garbata e suggestiva. Non vi è mai calo di tensione, le immagini scorreranno sempre nitide davanti ai vostri occhi perchè sarete in ogni luogo e persino i sensi sono quasi tutti allertati. Non ho voluto raccontare nulla della trama per evitare di togliere piacere alla lettura. Il finale rappresenta una delle mie favole preferite, commovente, toccante sensazionale. Tenete a mente il tema delle favole..

“Nella vita tante cose vengono stravolte dalla smania di piacere e dalla gentilezza e dalla falsa modestia”

 

Trama. Copenaghen, 1834. Anna lavora in una zona della città dove le botti d’acquavite prendono fuoco per strada, i panettieri vendono pretzel infilati sui bastoni, i marinai ballano tra di loro e i mendicanti e i ladri si aggirano senza sosta. Per provvedere alla Piccola Marie, la figlia di sei anni, riceve fino a tarda ora uomini ubriachi ed eccitati che non le chiedono nemmeno il nome, le strappano i vestiti di dosso e la prendono.
Una sera viene condotta a forza in una casa elegante e, davanti a una grande porta spalancata sul mare, qualcuno pone fine alla sua giovane vita. Il suo corpo viene ritrovato nell’immondezzaio della città, il canale dove si raccolgono tutti i rifiuti di Copenaghen. Un corpo bellissimo con gli occhi chiusi, ma con i capelli che, come quelli di una sirena, scintillano di conchiglie.
«L’uomo dei ritagli»… l’assassino non può essere che lui. Molly, la sorella minore di Anna, ne è sicura: soltanto un dissoluto può recarsi nell’appartamento di una prostituta e starsene tutto il tempo su una panca a contemplarla e a realizzare ritagli di carta che le somigliano. Ne è convinto anche il questore: il responsabile dell’infelice decesso non può essere che lo scrittorucolo con la passione per carta e forbici, l’uomo che è stato visto uscire per ultimo dall’appartamento della vittima.
«L’uomo dei ritagli»… si chiama Hans Christian Andersen ed è o, meglio, vorrebbe essere uno scrittore; tutti i tentativi per diventarlo sono però miseramente falliti, stroncati senza esitazione dai critici. Non fosse per la protezione dell’influente signor Collin, che lo ha spedito in collegio, ha pagato la retta e lo ha introdotto nel bel mondo, sarebbe immediatamente incriminato di omicidio e condotto nelle patrie galere per essere poi punito con vedrebbe volentieri decapitato e sulla ruota, ma, dato il peso dei Collin in città e persino sulla corona, deve scacciare per il momento la visione e offrire ad Andersen un’ultima chance: tre giorni, soltanto tre giorni per trovare altri colpevoli. Se non salteranno fuori, Hans Christian Andersen si trasformerà da scrittore povero in canna in assassino.

 

 

  • Peso articolo : 360 g

  • Copertina flessibile : 448 pagine

  • ISBN-13 : 978-8854519725

  • Dimensioni e/o peso : 14.4 x 2.8 x 21.8 cm

  • Editore : Neri Pozza (15 ottobre 2020)

  • Lingua: : Italiano

  • Link d’acquisto

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.