Un freezer per il morto di Antonio Mesisca

In una manciata di minuti Franco Bianco, onesto titolare di una ferramenta, diventa un assassino suo malgrado. Avviene in un bollente sabato di fine giugno, quando nel negozio entra il suo maggior cliente, ma anche debitore. Di fronte all’ennesimo rifiuto di pagargli la grande somma dovuta, Franco gli sferra un pugno facendolo cadere. Tutto è perduto, l’uomo batte la testa e muore. Con ottimismo e testardaggine, la famiglia e i collaboratori di Franco escogitano un bizzarro piano per evitargli la prigione. Ma nessuno di loro ha fatto i conti con i sensi di colpa del povero imprenditore, con un ingombrante freezer, con un tale Max Pezzali e con una banda di rapinatori che, come la famosa Banda Bassotti, sta per mettere a segno un colpo milionario.

 

Copertina flessibile: 237 pagine
Editore: Scrittura & Scritture (16 maggio 2019)
Collana: Catrame
Lingua: Italiano

Recensione a cura di Sara Valentino

E’ possibile ridere di gusto leggendo un noir? Sì, se l’autore è Antonio Mesisca, ironico dalla prosa fresca, spiazzante che vi stupirà!

Non si smentisce dunque dopo il suo precedente “Nero Dostoevsky”, ma rincara la dose con questo simpatico ed esilarante romanzo: “Un freezer per il morto”. 

Si apre il sipario su una ferramenta gestita da Franco Bianco che vive dignitosamente cercando di sbarcare il lunario come meglio può. Certamente però non è immune da nevrosi improvvise quando si trova al cospetto di un debitore incallito. Gli piomba in negozio abbigliato e griffato da capo a piedi senza la benché minima intenzione di voler conciliare il debito.

Detto, fatto.. un attimo di follia, l’istinto prende il sopravvento, una sfortuna cieca come la dea bendata e Bianco si ritrova un uomo morto ammazzato in ferramenta: tal Mauro Cambio.

Fortuna, o sfortuna, volle che ad aiutarlo ci siano suo fratello, suo padre e il Feggi.

Inizia così questa storia drammatica, ma raccontata da Antonio Mesisca con la sua innata comicità schietta. Non è facile insomma occultare un cadavere, nascondere le tracce, ma l’allegra combriccola saprà farlo con maestria.

Non ti va a capitare che la moglie di Franco Bianco apre il frigorifero? Insomma un cadavere nel frigorifero non è proprio questa comodità, la spesa dove la mette ora? Si inalbera così la signora… Ci vuole ingegno ragazzi!

Non tutto è come sembra, evidentemente il morto non era un sant’uomo, e mentre il siparietto prosegue in queste scene grottesche, fin anche a rasentare il ridicolo, ma sempre in chiave umoristica, fa la sua comparsa Max Pezzali. Chi? Max Pezzali..

Nel frattempo la vita continua…

“Il primo avventore è di quelli che non sanno bene cosa acquistare e si guardano i ntorno come avessero messo un piede su un nuovo pianeta tutto da scoprire.  – Non mi uccida eh. Ma vorrei soltanto… – – Minchia si è già sparsa la voce- esclama divertito mio padre dal suo angolo”

Non c’è tempo da perdere comunque, c’è una banda di rapinatori da sgominare.

Tra una parte e l’altra del cadavere, un freezer perché c’è chi… Mica è solo nel titolo!

Il gruppetto allegro avrà le sue avventure e tu, lettore, sarai curioso di scoprire come finirà la storia.

Mi piace concludere con il mio solito vizio di cercare un messaggio tra le parole degli autori, un monito, forse, alla nostra generazione che vuole tutto in fretta e subito senza sapere dove questo ci porterà.

“Siamo carnefici mascherati da vittime”

 

 

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