Di quanti destini si sono perse le tracce nei secoli? Di quante storie rimangono come unici testimoni i luoghi in cui sono segretamente avvenute: i tavolacci delle vecchie osterie, i muri scalcinati delle chiese, le algide sale di tribunale, le celle conventuali, i manicomi, i bordelli, gli ostelli di santità e poi le valli ombrose, i campi di grano, gli anfratti più silenti delle caverne? Così, quando un bizzarro condannato a morte di nome Bargniff racconta le incredibili vicende di Maria del Maté – la giovane musa ispiratrice dei carnevali di Milano – e di Maddalena di Buziis – la Madonna-strega dei baliaggi svizzeri – capita che nessuno gli creda. Perché il Bargniff è un truffatore, un volgare casciaball ed è bene che la sua vita finisca; prima che qualcuno prenda per buoni i suoi farneticamenti, prima che il mondo scopra che a fine Seicento, tra il Ducato di Milano e le valli prealpine, un gruppo di sognatori dava vita alla Compagnia dei campi, e che uno spietato manipolo di persecutori di streghe e creatori di sante avviava una caccia feroce per cancellarla dal mondo, insieme al Paradiso che era riuscita a creare tra i verdi spiracoli della pianura che attraversa il confine.
- Editore : GCE (10 agosto 2021)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 416 pagine
Recensione a cura di Fabiana Farina
Eccoci arrivati all’ultimo appuntamento con la saga che vede come protagonisti Maddalena De Buziis e l’uomo dei Trii Böch. Questo libro non è solo pazzesco, è un piccolo gioiello partorito dalla penna di Silini.
“L’aveva mazzada, l’aveva cupada
ma lée l’é turnada, cul nas a l’insü.
L’aveva cupada, l’anca brüsada,
ma lée l’é turnada, i a ciapaa pal cüü…”
Il racconto si svolge, qualche anno dopo, per la maggior parte nel granducato di Milano. Nel libro precedente abbiamo lasciato Maddalena, il Giacomo, il piccolo Vittore e la prevadessa in fuga dopo che Maddalena era riuscita a scampare alle fiamme del rogo a cui il tribunale della Inquisizione l’aveva condannato.
“Sono certo che nostro Signore preferisca una bugia che salva un’innocente a una verità che la uccide”
E qui nasce l’idea geniale dell’autore: la trama, il racconto si svolge come un ricordo.
Ricordo del Barniff, un truffatore, un imbonitore, un venditore di fumo che in mano al boia e davanti al Balivo chiede come ultimo desiderio di raccontare una storia, quella in cui lui ha conosciuto una santa e una strega.
“A volte succede ai servi dell’Inquisizione di smarrire il senno battagliando col demonio”
Allora il Barniff ci prende per mano e ci fa entrare nel vivo della vicenda.
E il Barniff racconta. Racconta di come, al di là delle Alpi incontra Maria del Maté, una ragazzina orfana, esule e in odore di stregoneria e di come dopo una delle sue tante truffe a discapito del Balivo la porta con sé a Milano, luogo da cui il Barniff ha perso l’appoggio della Milano che conta.
Racconta di come l’Uomo dei Trii Böch costringe il Barniff a stanare Maddalena prendendo come ostaggio Maria alla quale infligge delle torture fisiche e psichiche per farla diventare una santa.
“Alla fine, che differenza fa? Basta cambiare la veste, i riti, le parole, ma il gioco è sempre lo stesso : punire la figlia diceva che pretende di euipararsi i figli di Adamo, schiacciare la serpe ribelle, bere il sangue della vipera bianca.”
E racconta della cattiveria, infamia, misoginia del Ciceri, che nascosto e appoggiato dalla carica di inquisitore organizza una crociata prettamente personale per annientare Maddalena.
A tutto questo si somma il Vaticano, che considera la situazione creatasi un problema da sradicare.
“Perché è così che il più delle volte ci si consegna al demonio. A occhi chiusi.”
E il Barniff racconta da quando la Santa ( plagiata e ribelle) incontra la strega (libera e braccata) e di come fra loro due nasce una breve intesa fino alla resa finale.
Come accennato prima il libro è davvero un piccolo capolavoro. È appagante, intenso, profondo.
Va letto centellinando le pagine in modo di poter assaporare ogni singola parola, ogni singolo momento della storia. E va soprattutto gustato con calma ogni sfaccettatura caratteriale dei personaggi che in questo libro in particolar modo danno il meglio di sé.
“Perché le vuoi così male?
-Tu chiami male ciò che è giustizia.
E tu chiami giustizia ciò che è vendetta.
-Sottigliezze.”
Beh, che dire. Se avete voglia di far un salto in Lombardia e nei cantoni svizzeri (almeno con la fantasia) io vi aspetto con l’uomo dei Trii Böch.