Yeshua. Il prescelto – Luca Arnaù

Anno 3758 dalla Creazione del Mondo. L’avverarsi di un’antica profezia accresce l’odio in Giudea, una terra attraversata dalla violenza, dove gruppi di fanatici combattono l’invasore. In una regione in tumulto, il sentimento antiromano cresce di giorno in giorno. La reazione di Roma non tarda e Decio Furio Salario, soprannominato “il Macellaio”, con suoi legionari si abbatte sulla popolazione con la forza di una tempesta, lasciando una scia di morte senza precedenti. Il giovane Daniel e suo padre Aaron tornano a casa dopo aver assistito alla nascita di Yeshua in una grotta a Beit Lechem e trovano il paese messo a ferro e fuoco e la popolazione massacrata nella sinagoga. Fuori dalle mura di Gerico, un gruppo di rivoltosi salva il giovane Bar-abbâ dalla crocifissione e lo zelota diventa il nemico giurato del comandante romano. Anche Aaron decide di unirsi alla rivolta, ma prima affida il destino di Daniel a Yosef, il padre di Yeshua. I due diventano così fratelli. All’ombra delle croci, tra battaglie e duelli all’ultimo sangue, Yeshua di Nazareth vive la sua vita con coraggio e determinazione, affrontando ogni sfida con la forza della fede e delle antiche profezie. Attraverso la sua personalità carismatica e il suo coraggio, diventa il Prescelto, l’eletto atteso da tutti gli ebrei, l’eroe per le masse che cercano la liberazione contro l’invasore romano. Sarà proprio Daniel a raccontare la vita di Yeshua come nessuno ha mai fatto prima.

  • Editore ‏ : ‎ Altrevoci Edizioni; Prima edizione (8 maggio 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 368 pagin

Recensione a cura di Cinzia Cogni

L’ultimo romanzo di Luca Arnaù,  noto giornalista e scrittore di thriller storici, si intitola “Yeshua – il prescelto”, il nome originale in aramaico di colui che conosciamo come Gesù.
Uscito l’8 maggio di quest’anno e pubblicato da AltreVoci Edizioni, è un romanzo che crea aspettative e incuriosisce  proprio per il suo protagonista, non certo un personaggio storico qualunque, ma il Cristo (o il Messia),  fondatore e  figura centrale del cristianesimo.
È una scelta coraggiosa quella di ideare una storia incentrata su Gesù, non è semplice inoltrarsi nella vita terrena di quest’ultimo e ricostruirne l’infanzia e l’adolescenza  le cui fonti sono molto scarse; e ancora più difficile è separare l’uomo dal divino, riuscendo comunque a creare una storia convincente.

“Donna, io ti annuncio che tuo figlio sarà un grande segno di contraddizione da ora alla fine del mondo. È stato mandato qui per essere simbolo di morte e di rinascita…
A te, che sei sua madre, dico che una spada ti trapasserà il cuore.”

L’ambientazione storica impeccabile e lo stile cruento trascinano il lettore, fin dalle prime pagine, completamente dentro la storia, che
inizia nell’anno 3758 dalla creazione del mondo,  in una grotta a Betlemme dove la giovane Myriam dà alla luce un bambino che, secondo i segni delle antiche profezie, viene riconosciuto come il prescelto.

“In realtà Yosef non era arrabbiato, ma solo preoccupato… solo il Signore sapeva quanto potevano essere importanti le dicerie in una piccola comunità come quella di Nazareth! Dove tutti sapevano ogni cosa di tutti… senza contare che poi, quelle storie, potevano arrivare alle orecchie sbagliate! Quello che era successo con Herodes gli aveva insegnato una cosa: meno si parlava di suo figlio e dei suoi doni,  e più quel bambino sarebbe rimasto al sicuro. “

Intorno a Gesù ancora in fasce, sono tanti i disordini e gli orrori che in Giudea vengono perpetrati dai Romani nei confronti dei ribelli,
e l’autore, in modo molto realistico descrive le scene di stupri, torture, uccisioni, fino a scendere nei  particolari su una delle condanne a morte più atroci che esistono: la crocefissione.
Pare impossibile salvarsi una volta inchiodati alla croce, eppure un uomo, un certo Bar-Abbâ,  ci riesce
e da quel momento vive per un unico scopo: vendicarsi contro i romani e uccidere il loro comandante Decio Furio Salario, detto  “il macellaio”.

“Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, dimenandosi per cercare di scappare. Il dolore alle mani era lancinante e insopportabile ora che si trovava a dover reggere su due polsi feriti l’intero peso del suo corpo. Quasi non si accorse che anche i piedi venivano penetrati dai chiodi all’altezza delle caviglie… Le lacrime scendevano copiose sulla corta barba da adolescente…”

Nel romanzo la vita di Yeshua si alterna a quella di Bar-Abbâ e della giovane ebrea Rahel, la cui presenza è fondamentale per mostrare la realtà di allora dal punto di vista femminile; aggiungo che la storia di questa donna
è una delle più emozionanti e dolorose che io abbia letto.
Come in un romanzo di formazione, impariamo a conoscere e ad affezionarci ai protagonisti ancora bambini e li seguiamo nella loro crescita, viviamo le loro tragedie, entriamo nella loro mente fino a comprenderne i sentimenti e gli inevitabili cambiamenti. Questo grazie all’autore che si è completamente calato nei panni dei personaggi, e in particolare di Yeshua,  dovendo colmare tutti gli anni bui inerente la sua vita da bambino.

“…Ma Yeshua gli rispose con un sorriso…il deserto è così bello…ti accorgi che anche lì vince la vita. E che la grazia e l’armonia del nostro Padre che è nei cieli, esiste anche sotto una pietra o tra i granelli fini della sabbia delle dune… Prova a sollevare una roccia e troverai un mondo di insetti che approfitta della sua ombra per vivere.”

È evidente che Luca Arnaù è un appassionato ricercatore storico, si intuisce uno studio profondo che spazia dal Vangelo alla cultura ebraica e non solo… il suo scopo infatti, è raccontare Gesù nella sua  umanità, accantonando il discorso religioso.
I particolari che descrive, dal cibo ai vestiti, dalle armi agli attrezzi di lavoro; la quotidianità e le ricorrenze ebraiche, il linguaggio utilizzato, sono assolutamente precisi e consoni al periodo in cui si svolgono i fatti.
I nomi dei personaggi poi, non sono stati tradotti, sono quelli originali, e a mio parere questa scelta è un valore aggiunto al romanzo, come dicevo all’inizio infatti, risulta più  credibile.

“Ormai quelli che erano i gesti isolati di pochi zeloti esaltati stanno diventando una spina nel fianco dell’impero. Quell’inetto di Herodes non è in grado di tenere a bada la sua gente e Cesare comincia a essere irritato per le notizie che gli arrivano da queste terre…
Decio, tu dovrai fermare questa follia…”

Per i lettori che hanno apprezzato i libri  precedenti di questo autore,   incentrati sulla figura di Leonardo da Vinci in veste di investigatore, questo romanzo è sicuramente una gradita sorpresa e la conferma che Luca Arnaù è uno scrittore versatile e affermato;  per gli altri che ancora non lo conoscono, è l’occasione per scoprirlo, sono convinta che non resteranno  delusi.

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