La ragazza di Buckingham Palace – Fern Britton

Edimburgo, 1932.  Marion Crawford è una giovane insegnante, brillante e ambiziosa, e ha un sogno nel cassetto: dedicarsi all’educazione dei ragazzi più disagiati, perché l’istruzione possa diventare appannaggio di tutti. Ma il destino per lei ha in serbo tutt’altro, qualcosa di assolutamente inaspettato… Londra, 1936. Marion è a Buckingham Palace ed è la governante delle due principesse, Elizabeth e Margaret Windsor. Durante la sua permanenza a Palazzo, Marion non solo vede crescere le due ragazze, ma assiste in prima persona a importanti cambiamenti all’interno della monarchia che la riguarderanno in prima persona. Con il passare degli anni infatti, Marion non sarà più responsabile di una giovane principessa, ma della futura regina d’Inghilterra. Questo rapporto privilegiato avrà per Marion importanti conseguenze, specialmente quando incontrerà George, un uomo più grande di lei di cui si innamorerà perdutamente. Marion, infatti, si troverà a un bivio: essere fedele alla Corona o seguire il suo cuore? Non sarà una decisione facile da prendere, specialmente se in gioco c’è la sua reputazione… Un romanzo che racconta il mondo straordinario dei reali di Inghilterra dalla prospettiva di una donna comune, dibattuta tra l’amore e il senso del dovere.

  • Editore ‏ : ‎ TRE60 (18 aprile 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 504 pagine

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

Questo è il racconto romanzato di una storia vera”.

Siamo nel Regno Unito nel 1932 quando una ragazza come tante, Marion Crawford, entra a far parte della storia del suo paese. È una giovane donna ambiziosa, è appena stata ammessa all’università di Glasgow per studiare psicologia infantile, un traguardo che all’epoca poche donne potevano avere il lusso di raggiungere, ed ha idee molto chiare sul suo futuro:

“…voglio aiutare i bambini che ne hanno più bisogno. Se potessi trovare lavoro con i bambini che non hanno avuto una possibilità, i bambini che non possono studiare, che sono poveri e non mangiano abbastanza per nutrire il corpo e il cervello! Voglio dare a ogni bambino una possibilità di imparare a leggere, a scrivere e far di conto, di avere almeno un pasto caldo al giorno, a scuola se non a casa, di apprendere le buone maniere per non dover mai sentirsi inferiore a nessuno”.

Ma i bambini, o meglio le bambine, di cui inizierà ad occuparsi non sono esattamente come lei vorrebbe. Queste bambine sono le figlie dei duchi di York, Lilibet e Margaret, le future principesse reali che, così come è tradizione per i membri della loro famiglia, non hanno la possibilità di andare a scuola e dunque necessitano di qualcuno che le educhi in loco, qualcuno che possa contribuire a renderle due giovani donne moderne. Marion, sebbene con una certa riluttanza iniziale, accetta l’impiego, anche perché le viene assicurato che in capo a qualche mese potrà andare all’università così come aveva progettato. Viene così catapultata in un mondo profondamente diverso dalla sua vita in Scozia, un mondo che le sembra surreale, in cui si muovono re, regine, principi e principesse come nelle favole.

La ragazza da subito instaura un buon rapporto con tutti, bambine comprese, ma quando giunge il momento di fare i bagagli per poter iniziare finalmente il suo percorso di studi la duchessa le impedisce di partire, convincendola che sta facendo un ottimo lavoro con le bambine e che queste ultime sono molto affezionate a lei. Tuttavia, nonostante si senta molto lusingata, sa che l’università non le manterrebbe il posto per un altro anno poiché sono molti gli studenti meritevoli che ambiscono a quel tipo di studi, dunque si sente molto frustrata e combattuta: non è pronta a rinunciare ai suoi sogni e al suo futuro.

“Senza di lei Lilibet e Margaret non avrebbero mai fatto esperienza di una vita normale”.

Ed è con questa consapevolezza che Marion rinuncia ai suoi sogni e inizia ufficialmente la sua avventura all’interno della famiglia reale, una sorta di viaggio attraverso la storia che la rende partecipe di molti avvenimenti che solo in pochi possono vantare di aver vissuto dall’interno. A questo punto la sua vita incrocia quella di sir Alan Lascelles, da tutti più comunemente appellato Tommy, che è stato in precedenza assistente del segretario personale del principe del Galles, ma si è ben presto dimesso poiché, da buon cortigiano, ha fiutato già allora che quell’uomo non è degno del ruolo che dovrà ricoprire un giorno, non è affatto adatto, e che prima o poi porterà dei guai

“…un uomo debole, inaffidabile, smarrito in una vita di feste e piaceri…”.

Tommy, quando ritorna ad occupare un posto a corte, lo fa come assistente al segretario privato di re Giorgio V, il quale è malato e teme per il futuro della corona poiché anche lui, come del resto tutta la famiglia reale, è perfettamente consapevole che il suo primogenito non è affatto adatto al trono, e si ostina a portare avanti alla luce del sole una sordida relazione con una donna spostata, americana per giunta, e con alle spalle già un altro matrimonio, la ben nota a tutti Wallis Simpson.

In occasione dei funerali di Giorgio V Marion ha l’opportunità di poter non solo dare l’estremo saluto al sovrano in intimità, ma anche di poter beneficiare di un prezioso consiglio di Tommy, il quale non ci va troppo per il sottile:

“…Il mio consiglio per lei, se desidera mantenere il posto di lavoro, è continuare a lavorare bene, ma non vendere l’anima a quelle persone. Nutro un profondo rispetto per l’istituto della monarchia, ma ricordi che noi siamo il personale. Siamo carne da cannone, veniamo usati finchè non siamo più utili”.

Marion forse non capisce bene il senso di quelle parole, lei si è già venduta a quelle persone rinunciando agli studi per i quali aveva grandi aspettative, e continuerà a farlo ancora per molto, soprattutto quando il nuovo re decide di abdicare per poter sposare la Simpson e porge senza tante cerimonie la corona, o meglio la patata bollente, al fratello. In questo momento la ragazza si sente ancora più in dovere di dover restare al fianco di quelle due bambine che sono divenute delle principesse, e soprattutto di guidare nella crescita la primogenita alla quale la vita ha donato qualcosa che non avrebbe voluto:

“…la sua preziosa figlia maggiore non avrebbe mai avuto la vita che desiderava. Niente casa in campagna con i cani, bambini e cavalli. Era destinata a diventare regina a sua volta”.

E continua a vendersi anche quando, conosciuto un uomo con il quale vorrebbe sposarsi, viene invitata a desistere, ad attendere un momento più favorevole, quando le bambine si saranno abituate alla loro nuova condizione reale. Ma poi scoppia la guerra, ed ecco un altro buon pretesto per impedirle di spiccare il volo lontano da Buckingham Palace. Effettivamente però quest’uomo con il quale si fidanza non è esattamente una brava persona. Il suo passato è un tantinello misterioso, alza il gomito e in quelle occasioni è molto violento, e spesso e volentieri non comprende le sue esigenze soprattutto riguardo la sua posizione lavorativa e tende a rimproverarla. Un manipolatore da manuale, quello che inganna il prossimo con la facciata da uomo per bene ma che in realtà usa la gente a proprio piacimento. Né Marion né tantomeno i suoi genitori che stravedono per quell’uomo così distino e gentile si accorgono di nulla. Ma Tommy, che già ai tempi dell’incoronazione è stato promosso segretario privato di re Giorgio VI, finita la guerra e appreso che finalmente la ragazza ha ottenuto il permesso di convolare a nozze, si prende la libertà di fare qualche ricerca sul soggetto in questione, e scoperchia un vaso di Pandora.

“George aveva effettivamente combattuto in Francia nella Prima Guerra Mondiale ma ne era uscito come capitano, non come maggiore. Nell’ultima guerra non era stato riformato per miopia; non aveva neppure tentato di arruolarsi. Era vero che aveva lavorato per un’agenzia umanitaria, ma non era stato congedato per la malaria: era stato destituito perché era scomparsa un’enorme quantità di forniture essenziali di cui era responsabile (compresi cibo, medicine e carburante) che si presumeva fossero state rubate e rivendute sul mercato nero. In breve, quell’uomo era un bugiardo e un truffatore”.

Ma Marion è cieca. Non ci crede. Rimette il coperchio al vaso e lo sposa ugualmente. Ma ben presto la reale identità dell’uomo inizia a venire fuori. Non è mai contento di nulla, è spesso assente da casa per bere nei pub, non apprezza il cottage che la famiglia reale ha concesso gentilmente agli sposi, e infine, quando Marion finalmente viene sollevata dal suo incarico di educatrice in seguito al matrimonio della principessa Elizabeth, mette in scena l’ultimo atto della sua manipolazione. Una prestigiosa rivista americana vuole a tutti i costi ottenere una serie di articoli riguardanti la vita privata delle principesse da bambine, nulla di così compromettente, giusto qualche racconto del passato, qualche aneddoto, qualche storiella innocente, e vogliono che sia proprio Marion a dover dettare queste storie. La famiglia reale, nella persona di Tommy, mette in guardia la loro ex sottoposta dal fornire dettagli troppo privati, e lei ovviamente non ha nulla in contrario, dopotutto è sempre stata fedele ai suoi datori di lavoro e mai vorrebbe metterli in imbarazzo. Ma non ha fatto i conti con suo marito che ogni giorno che passa diventa sempre più avido di denaro e ha in serbo per lei l’ennesimo inganno.

La storia di Marion Crawford, colei che realmente si occupò delle principesse, ci viene presentata in questa sede ovviamente romanzata. Grazie a lei e alla sua collaborazione con una rivista americana nacque un libro, Le Piccole Principesse, che ebbe un notevole successo e rese ancora più popolare la famiglia reale. Tuttavia, questa fuga di notizie, fu vista come un tradimento da parte di una persona alla quale era sempre stata accordata molta fiducia. Non possiamo sapere se effettivamente Marion agì così come ci racconta l’autrice, ciò di cui possiamo essere sicuri è che la famiglia reale voltò le spalle per sempre a questa donna dimenticandosi quasi della sua esistenza, un’esistenza peraltro poco felice visto che la poveretta tentò il suicidio più volte, non sappiamo se per i sensi di colpa per ciò che aveva fatto o per altre motivazioni che non avevano nulla a che fare con il famigerato libro.

Resta il fatto che leggere la storia della vita di Marion, seppur romanzata, è per diverse ragioni affascinante. Attraverso gli occhi di una donna comune entriamo in uno dei palazzi più noti al mondo, a contatto con la monarchia più longeva della storia, inoltre grazie alla sua testimonianza possiamo assistere in prima persona a importanti cambiamenti all’interno di quella macchina non troppo perfetta ma funzionale che è l’istituzione monarchica britannica.

Ho trovato particolarmente interessante il personaggio di Tommy, anche lui realmente esistito. Un uomo perspicace, uno che conosce perfettamente i meccanismi della corte, le insidie, i tranelli, ma che nonostante tutto ne è come fagocitato, è letteralmente una parte di essa, forse quella più importante poiché il suo lavoro nonostante si svolga dietro le quinte ha un valore e un’importanza inestimabile.

Con uno stile incalzante e una narrazione veloce e leggera, fatta di molti dialoghi diretti tra i personaggi, arriviamo però alla fine della storia con una punta di amarezza, chiedendoci come sono andati realmente i fatti, cosa ha potuto mai spingere una donna nominata persino commendatrice dell’Ordine Vittoriano grazie alla sua lealtà e totale dedizione alle principesse a tradire tutto ciò per cui aveva sacrificato il suo futuro. Denaro? Fama? Davvero un tranello escogitato dall’avido marito, così come ci propone chi ci ha raccontato questa storia? 

Purtroppo non lo sapremo mai.

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