Cave Bestiam (Venezia, gialli storici, vol 3)di Giovanna Barbieri

ROMANZO AUTOCONCLUSIVO

Carnevale 1484 d. C. Tra feste, scherzi carnevaleschi e misteriose strigarie gallesi, Goffredo è inviato a Venezia in una delicata missione di spionaggio, mentre Edmundo accetta di dare la caccia alla Bestia infernale che si nasconde nella bruma e sta trucidando i fanciulli lagunari.

Recensione a cura di Jessica Pennini

Giovanna Barbieri torna con un nuovo imperdibile giallo storico. 

Dopo “L’accusa del sangue”, ambientato a Urbino, e “Il palio insanguinato”, che si svolge nella città di Siena, Ritroviamo in “Cave Bestiam” I tre protagonisti principali: Goffredo, ex Bargello, Edmundo, lo speziale, e Fiamma, la compagna di Goffredo. Tre personaggi che ho amato fin dal primo libro e di cui continuo a seguire le vicende con grande entusiasmo. Questa volta ci troviamo a Venezia, durante il Carnevale, un’ambientazione senza dubbio affascinante, sia per le stranezze a cui si assisteva durante questa festa, sia per le atmosfere della città che sono rese vive dalle descrizioni, come se fossimo lì a vedere tutto con i nostri occhi. 

“Lì vicino, un uomo mascherato stava arringando i passanti contro le prepotenze dei patrizi. Solo durante il Carnevale, a Venezia, era concessa la libertà d’opinione.” L’aria che si respira in città è dunque festosa ma una minaccia incombe sui veneziani, seminando il terrore. 

Un mostro sta rapendo di notte molti piccoli che ritroviamo, giorni dopo, sgozzato e gettati nei rieli poco frequentati, avvolti nelle reti da pesca”. 

A Edmundo, viste le sue abilità, viene chiesto di aiutare nelle indagini per fermare questa scia di sangue che porta via con sé bambini innocenti. 

Tutto lascia presagire che si tratti di una creatura soprannaturale. 

“Come posso anche solo immaginare di combattere Lucifero o un demone?” Il nostro speziale questa volta dovrà cavarsela da solo: Goffredo infatti è impegnato Nell sua attività di spionaggio al servizio dei potenti di Siena e non può affiancarlo come faceva di solito. Edmundo si ritrova così a chiedere l’aiuto della strigaria Veritas, vero nome Hazel, una donna che abbraccia l’antica fede celtica e si dedica a curare i malati con medicamenti a base di erbe, non molto ben vista in città per via delle sue doti visionarie. “Sua madre aveva lo stesso dono, ereditato a suo dire da un’antenata gallese. Era una Vate, una profetessa. Accorgendosi che anche lei aveva le premonizione, le aveva insegnato come controllarle e guidarle.” 

Hazel è un personaggio che ho amato molto e che spero di ritrovare in futuro. Nonostante le avversità della vita va avanti per la sua strada, facendo sempre del bene e aiutando il prossimo. 

Ho apprezzato molto i flashbacks sulle sue peripezie prima di giungere a Venezia, il modo in cui sono stati descritti i luoghi e le curiosità sulla fede celtica mi hanno appassionata molto. Fiamma, questa volta, resta un po’ ai margini, dovendo occuparsi della figlia neonata e di Cesare, il bambino adottato da Edmundo. Tuttavia la paura per ciò che sta accadendo in città e per quello che potrebbe capitare a Goffredo se fosse scoperto la lascia in uno stato di perenne ansia. 

“Subito dopo le parve d’udire il grido d’agonia di un essere umano, qualcuno catturato e consapevole di stare per morire.” 

In questo clima di incertezza, Fiamma ricorda tristi eventi legati al suo passato di cui non conoscevamo nulla in precedenza e che mi hanno fatto entrare ancora di più in empatia con lei. 

Giovanna, come sempre, ricostruisce la Storia in modo fedele e dettagliato: i luoghi, le usanze, i costumi, ogni cosa è descritta nei minimi dettagli facendoci così calare perfettamente nel racconto, grazie anche all’uso del dialetto veneziano nei dialoghi, che permette una maggior immersione nella storia. 

Tra suspence, colpi di scena e omicidi efferati, riusciranno i nostri protagonisti a scoprire chi si cela dietro al Demone e a fermarlo?

  • Editore ‏ : ‎ Independently published (28 ottobre 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 248 pagine
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