Cheope l’immortale. Il romanzo dei faraoni. – Valery Esperian

Cheope è stato un sovrano determinato, ambizioso, giusto eppure spietato. Figlio di secondo letto, per diventare Faraone ha dovuto dimostrare di possedere il Ka degli eletti. Ha conquistato terre, annientato avversari, schiavizzato popoli. Dopo migliaia di anni, la Grande Piramide di Giza, unica delle sette meraviglie del mondo antico sopravvissuta fino ai giorni nostri, testimonia intatta la sua grandezza. Ma i templi edificati, il porto di Wadi al-Jarf sul Mar Rosso, l’apertura dei commerci al di fuori dell’Egitto non sono stati sufficienti a placare la sua brama di potere. Nella sua vita c’era un tassello mancante: svelare il segreto del Santuario di Thoth. Solo così sarebbe stato consacrato dio tra gli dèi, solo così sarebbe stato davvero immortale…

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Copertina flessibile: 352 pagine
Editore: Fanucci (23 maggio 2018)
Collana: Avventura
Lingua: Italiano
ISBN-10: 883473534X
ISBN-13: 978-8834735343

a cura di Sara Valentino

IV dinastia. Menfi anni 2640-2579 a.c.

“Per arrivare a sedere sul trono dell’Alto e del Basso Egitto, dovrai imparare ad affrontare i tuoi avversari. E il primo fra tutti sei proprio tu!”

Cheope, nasce probabilmente dal faraone Snefru e da Hetepheres I, a lui è stata attribuita la Grande piramide nella piana di Giza, quella che attualmente fa parte delle sette meraviglie del mondo. Gli altri edifici da lui commissionati non sono giunti a noi. Di Cheope abbiamo solo una piccola statuetta di 7 cm, le restanti effigi sono andate perdute o ne restano che pochi frammenti. Ciò che si sa di lui è quello che è stato rinvenuto nella necropoli della piana di Giza o i racconti dei posteri risalenti al III secolo a.c. dunque davvero poco e quindi poche certezze.

La Grande piramide  è stata oggetto, anche recentemente, di alcuni studi che sostengono ci siano due cavità in fase di studio che non erano precedentemente conosciute, anche  Zahi Hawass, ministro egiziano delle antichità e grande esperto di egittologia si è interessato ma non ne è risultato convinto. Diversi misteri aleggiano su questa piramide, sulla presenza al suo interno di un trono costruito in ferro meteoritico.

“Conoscenza è sofferenza. Ma è il fuoco della curiosità a rendere visibile la strada per ottenerla”

Valery Esperian, un collettivo di professionisti nel campo della scrittura, ha ideato questa collana di romanzi interamente dedicati ai grandi e più conosciuti faraoni egizi.

Questo dedicato a Cheope è il secondo che leggo, ma il primo in ordine di pubblicazione.

I punti forti del romanzo sono certamente il linguaggio ricercato, ma scorrevole, la capacità di catapultare il lettore indietro di quasi cinquemila anni e risulta davvero complicato uscirne, ve lo assicuro.

La ricerca storica è poderosa, anche se abbiamo detto si sa poco e ciò che è giunto a noi, essendo quasi tutto tramandato, può essere di origini fantasiose, gli usi e i costumi sono descritti in maniera precisa.

“Non rammenti i miei insegnamenti sull’essere faraone e sulle responsabilità che comporta? A volte bisogna scendere a compromessi per il bene del popolo. qualunque azione compia un re, deve tenere conto delle aspettative di coloro che l’osservano.”

Viene ripercorsa la vita di Cheope dalla giovane età, alla sua difficile ascesa al trono, fino al suo regnare come re anche non troppo tenero, questo è il quadro di lui che è emerso nei secoli e che si percepisce.

E’ la storia del suo sogno, di trovare le tavolette del dio Thoth, che lo accompagna durante il sonno e la veglia per tutto il romanzo; è la storia di un sovrano che anelava all’immortalità e possiamo dire che è riuscito nel suo intento.

Purtroppo è anche la storia, vera dalla notte dei tempi, di intrighi, di spie e di nemici traditori che si nascondono proprio tra gli affetti più cari e proprio come la vipera del deserto nascosti tra le rocce attendono il momento propizio per colpire.

“Impara che la vita è come una partita a dama. e la prima regola che ci ha impartito Thoth, quando ci ha donato il suo gioco, è che occorre preparare le proprie mosse con cura, per evitare di essere divorati” 

Quello che amo immensamente degli antichi egizi è la loro devozione totale e il loro affidarsi completamente alle divinità, accettando anche naturalmente un destino avverso.

“A volte gli dei tessono trame impossibili da comprendere, anche per chi possiede il sangue dei faraoni”

Con un misto di devozione e rispetto lascio riposare il faraone e torno nel tempo presente abbandonando, solo per un po’, le sabbie del deserto.

 

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2 Risposte a “Cheope l’immortale. Il romanzo dei faraoni. – Valery Esperian”

  1. Bella recensione, grazie.
    Luigi
    p.s.
    sono uno delgi autori, quindi di parte, ma leggere questo tipo di commenti, come pure il corsivo su frasi che uno ha partorito mentre scriveva, è forse la migliore ricompensa, poiché scrivere è davvero sofferenza, come la conoscenza.

    I miei omaggi.

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