Cronache dall'antichità. Dieci storie dalla guerra di Troia al tramonto degli dei di Cristoforo Gorno

A cura di Sara Valentino

Carissimi lettori, se siete pronti a partire per un viaggio tra le vestigia del passato, a solcare le stesse orme dei nostri antichi miti, questo libro fa proprio al caso vostro. Cristoforo Gorno, a cui abbiamo fatto alcune domande nell’intervista che anticipava proprio l’uscita di questo testo (LINK INTERVISTA) è autore e conduttore televisivo, conduce su RAI STORIA alcuni programmi tra i quali l’omonimo “Cronache dall’antichità”.

Il testo è un viaggio che parte da lontano e il nostro cicerone ci guida come fossimo telespettatori tra le rovine, tra le leggende, tra i miti. La scrittura è fluida e accattivante e la narrazione lineare e mai monotona, essenziale, ottimo libro di divulgazione che copre un tempo che va dalla fine della guerra di Troia, passando per la nascita dell’Impero Romano e termina con la fine del mondo antico, vediamo svanire il fuoco sacro delle Vestali, l’oracolo di Delfi e i Giochi Olimpici.

I protagonisti e gli eventi che andrete a conoscere, o ri-conoscere, attraverso la lettura sono divisi in singoli capitoli, uno per ogni situazione o personaggio ma sono altresì legati da un filo conduttore che fa del volume una storia lungo la Storia.

Ma perchè interrogarsi ancora sul passato? Cosa rappresenta, oggi, il mondo antico? La risposta la fornisce l’autore e la faccio mia perchè mi ci ritrovo pienamente.

“.. il mondo antico fornisce storie che emergono dalle nostre radici più remote, parole che rompono il silenzio dei millenni, che mantengono intatto il loro significato e che per questo prendono forza”

Nel passato, nei miti ritroviamo noi stessi, le nostre paure, i nostri difetti, le nostre sofferenze in un parallelismo più moderno e contestualizzato naturalmente. Ecco che la Storia assume il valore di archetipo, il principio e l’esempio di un’umanità che si ripropone ogni volta nei corsi e ricorsi storici.

“Tra noi e gli antichi c’è una frattura: credevano in divinità a cui non crediamo più, parlavano lingue perdute, le città e le case che abitavano sono rovine sparse. Ma le loro vite, le loro leggende, filtrate da decine e decine di generazioni, ci parlano ancora”

Chi ama la Storia, in ogni sua sfumatura, può ben comprendere e fare suo questo pensiero.

Il viaggio parte dal ritorno a casa, dopo la guerra di Troia, di due Re: Agamennone e Odisseo. Due regni così diversi, due accoglienze così opposte in tutto. I poemi omerici sono i testi più antichi della nostra civiltà e vi sono tutti i sentimenti umani: desiderio, amicizia, seduzione, possesso, l’amore. Nelle loro storie possiamo ravvisare molto del nostro vissuto se ci fermiamo per un attimo, mentre intravediamo la pietrosa Itaca, mentre attraversiamo il tappeto rosso come Agamennone. Non sempre dunque ciò che vediamo è ciò che è, spesso è solo ciò che ci illudono o illudiamo di vedere. Al contrario nelle piccole cose, nella semplicità si può trovate un tesoro.

Evidenzio un altro capitolo che mi ha colpito, dedicato a Canne, la battaglia di Canne. Un luogo molto importante per la storia del passato ma oggi quasi anonimo

“A volte i luoghi dove le energie della storia si condensano nelle poche ore di una battaglia appaiono anonimi, indistinguibili dal paesaggio che li circonda, quasi privi di significato… ma il motivo per cui il destino abbia scelto quell’angolo .. è cosa oscura a tutti, direbbe Socrate, tranne al dio.”

Chiudo con una nota dedicata a una donna, Agrippina, personaggio che desidero approfondire, una donna rispettata, una intellettuale che ha pagato a caro prezzo la sua colpa più grave per il maschilismo antico: comandare.

“Fece costruire una nave simile. Quando fu completata, per evitare che la madre sospettasse qualcosa, la coprì di attenzioni e salpò con lei per la Campania. Cassio Didone, Storia Romana

Dal conduttore dell’omonima trasmissione della Rai, il racconto della storia antica in dieci momenti topici e nei protagonisti delle grandi civiltà classiche.