Cuore di donna – Carla Maria Russo -#letturacondivisa

Little Italy, New York, aprile 1895. Una giovane immigrata italiana di nome Maria Inez Cortese, con una terribile storia di violenze familiari alle spalle, entra in una locanda e uccide con un colpo di coltello alla gola suo marito, Cataldo Motta, l’uomo che sua madre l’aveva costretta a sposare, rinunciando al ragazzo che amava. Questa almeno è la versione che sostengono nel corso del processo i due gestori della locanda, sulla base della cui testimonianza, la donna viene condannata alla sedia elettrica e rinchiusa nel carcere di Sing Sing. Agosto 1895. A Maria Inez viene riconosciuto il diritto di ricorrere in appello. Non potendo permettersi un avvocato, la NAWSA, associazione femminile per il voto alle donne, decide di assumerne il patrocinio per salvarla almeno dalla sedia elettrica e, con una decisione che sconcerta e scandalizza, ne affida la difesa a una giovane donna, Ann Bennett, forse la prima donna degli Stati Uniti laureata in Legge e abilitata alla professione di avvocato. Attraverso momenti di forte tensione emotiva, in un alternarsi di speranze e disperazione, esaltazione e sconforto, la giovane avvocato, con l’aiuto del giornalista Charles Stevens e del poliziotto italo americano Joe Petrosino, ingaggerà una lotta contro il tempo, l’omertà, la paura, per scoprire la vera dinamica dei fatti e portarne le prove alla giuria. Un palpitante caso giudiziario, una storia umana di coraggio, di passione, di forti valori morali e civili, che conduce il lettore passo passo dentro una vicenda intricata e scabrosa e lo tiene incollato fino all’ultima pagina, anzi: all’ultima parola.

  • Editore ‏ : ‎ Piemme (20 settembre 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 435 pagine

Matilde Titone

Un libro che mi ha preso dalla prima all’ultima pagina. La struttura è modellata sui film americani basati sui processi, mi ha ricordato molto un film:: “La Giusta Causa”, Anche lì c’è una donna, Ruth Bader Ginsburg, avvocatessa della parità di genere e seconda donna giudice a far parte della Corte Suprema .Fu una delle prime e pochissime donne ammesse ad Harvard nel 1956, figlia di ebrei russi immigrati che è riuscita a sconfiggere gli ostacoli che una società maschilista e retrograda le metteva continuamente di fronte, e non ha mai smesso di combattere, nemmeno a 85 anni, per i diritti delle donne, sostenendo anche la necessità del movimento #MeToo. Mentre leggevo ripensavo a questo film anche se sono due storie diverse. Ann Bennet (nome di fantasia) prima avvocata d’America in questo testo è una donna di grande coraggio, una che non si arrende, che ha paura talvolta ma è testarda e convinta di potercela fare. Maria Inez Cortese è un’altra donna all’apparenza fragile ma fortissima, non cede neppure lei a suo modo alla scorrettezza di una società che la vuole sottomessa. Non può andare in direzione contraria al suo cuore. Tra la narrazione di un’America provinciale e retrograda e il cuore delle donne di qualsiasi nazionalità, bene si inseriscono racconti paralleli, quello di Little Italy e l’emigrazione italiana descritta con efficacia, quello della borghesia benestante americana, delle donne che si batterono per i diritti delle donne, e addirittura la guerra civile americana di qualche anno prima dei tempi narrati, l’abolizione della schiavitù e le sue contraddizioni. Il processo sembra di vederlo , io mi sono messa tra il pubblico a osservare la pletora di gente che assiste e si chiede se Maria Inez è colpevole. Come dice il giudice Goff bisogna chiedersi solo questo: ha ucciso suo marito? e la risposta è semplice, si o no. Oppure come suggerisce Ann Bennet, non a caso donna, bisogna chiedersi chi è Maria Inez Cortese, cosa c’è dietro quella donna e qual è la sua storia per poter poi forse giudicare? Ho sussultato quanto l’avvocato dell’accusa insinua il dubbio, e ho pianto quando la difesa mostra perfino le sue emozioni per trovarsi per la prima volta in un’aula di tribunale. Carla Maria Russo è una scrittrice eclettica, riesce ad entrare nel contesto che descrive e portarci dentro il suo lettore, che sia l’America di fine ottocento come in questo caso o l’Italia del Sud del 1200 come La Sposa normanna, con una scrittura snella, veloce, colta ma priva di eccessi e ridondanze arriva diritta diritta al cuore.

Eliana Corrado

Una lettura che mi ha affascinato e interessato moltissimo e che, di conseguenza, mi è piaciuta molto, sebbene con un “ma”.

E’ un libro di sicuro trascinante, il cui ritmo diventa man mano sempre più incalzante e con pochissimi e brevissimi momenti di “stasi”. Percorrere la storia della prima donna avvocato degli Stati Uniti (almeno così la racconta l’autrice) il cui primo caso da affrontare e discutere in Tribunale fu la difesa di una donna accusata di aver ucciso il marito (e di averlo fatto, tra l’altro, per sposare l’amante). Un caso oltremodo spinoso, sul quale il tribunale già si era pronunciato condannandola alla sedia elettrica. Nell’attesa che si consumi la pena (e il ricorso) la condannata è rinchiusa nel carcere di Sing Sing. Chiaro che per l’avvocatessa Ann Bennet il caso è molto particolare: vincere la causa la porterebbe agli onori della cronaca (una donna avvocato aveva poche chance di essere riconosciuta valida); ma se la causa venisse persa, la Bennet può dire addio alla sua carriera, senza contare l’umiliazione personale e la relativa caduta psicologica.

La narrazione, quindi, si snoda potremmo dire in due parti: il racconto della vita della presunta assassina – tra soprusi, vessazioni, matrimonio imposto, violenze fisiche e umiliazioni varie – e quello del processo che dovette affrontare, tra colpi mancini, corruzione di giudici e avvocati e sonore sconfitte.

In tutto questo, non manca un contesto storico dell’epoca ottimamente ricreato e narrato: dalla vita della Little Italy di inizio Novecento, la vita dei migranti italiani (e i pregiudizi razziali che li colpirono), la Mano Nera e la lotta di Giò Petrosino a “ripulire” i quartieri e proteggere le persone per bene. Nonché, la nascita della lotta per i diritti delle donne, la loro affermazione e salvaguardia, e infatti molta parte del libro pone l’accento sul movimento femminista che poi, nel libro, si fece carico di tutte le spese legali e non solo del processo.

I personaggi, tutti, sono molto ben delineati e “in parte” (a volte solo ho notato qualche tratto un po’ troppo moderno, a mio avviso, e come tale un po’ fuori contesto).

Il libro quindi lo si legge meravigliosamente bene.

Mi è rimasto solo un dubbio – e veniamo al mio “ma” iniziale: se cerchiamo in rete notizie su questa Ann Bennet non la troveremo come avvocato, ma come direttrice di scuola, di attivista femminista, senza dubbio, ma non avvocato. E se cerchiamo in rete, alla voce “prima donna avvocato degli Stati Uniti” ci esce un altro nome. Allora il mio ma sta nel perché? Perché mescolare le carte della storia? Dubbio, questo mio, che non ha trovato nemmeno risposta in una nota della autrice o in una postfazione.

Questo, comunque, non inficia la bellezza e bontà del libro.

Cristina Pozzi

Costruzione perfetta, ben bilanciati il racconto al presente e i flashback che riguardano alcuni protagonisti. Personaggi, ambientazione e periodo storico ben delineati e caratterizzati. Si avverte un enorme lavoro dietro ogni pagina, mi è proprio piaciuto.

Isabella Novelli

Un libro molto bello che tratta dell’ emancipazione femminile e di come le donne di fine ottocento affrontavano la vita e le sue molte asperità.La prima donna avvocato negli Stati Uniti, realmente esistita che difende una donna accusata dell’ omicidio del marito il cui esito in tribunale sembra essere senza speranza. Una causa non facile che sarà portata avanti con mille difficoltà, sino ad uno straordinario finale .Un bel libro che mi ha catturato dall’inizio alla fine, raccontato benissimo ,con due protagoniste di spessore con cui ci si immedesima nell’arco di tutto il racconto.

Un libro che mi ha lasciato molto sul piano umano,una bella pagina di storia,narrata con maestria.Un romanzo che racconta le condizioni delle donne di fine secolo e le loro difficoltà ad affermarsi nella vita come nel lavoro in mezzo a mille problemi e molteplici pregiudizi.Veramente un bel romanzo che sono felice di aver letto in questa condivisa.

Giordana Guadagnini

Carino , leggibile , scorrevole. Peccato ” il basato su una storia vera ” perché di “vero ” non ho trovato nulla : sono si descritti bene luoghi e modo di vivere dell’epoca ma i veri protagonisti sono assolutamente romanzati . Ho provato se a fine romanzo erano citate le fonti bibliografiche ma non c’erano , ho provato a cercare su google ma racconta una storia molto , ma molto , diversa . Peccato

Mariagrazia Dicarlo

Libro emozionante, che tratta diversi argomenti delicati quali discriminazione, mafia, omicidio, corruzione.

La protagonista Maria Inez Cortese, è accusata dell’omicidio del marito, e condannata in primo grado alla pena di morte.

E quando viene istituito un nuovo processo non ci sono molte speranze per la povera Maria Inez, soprattutto perché viene riconosciuta dagli unici testimoni, e perché nel primo processo un giudice corrotti e avvocati che non vogliono contrariare il giudice, fanno si che molti dettagli del caso non vengano approfonditi.

Ma l’avvocato chiamato a difenderla, Ann Bennett, avvocato donna e senza esperienza, fa di tutto non solo per salvare la sua cliente, ma anche sconfiggere i pregiudizi verso le donne, gli italiani, non ben visti.

Un libro che m ha catturata dalla prima pagina e che consiglio vivamente.

Flavia Zaggia

Cuore di donna è un romanzo storico ambientato alla fine del 1800 le cui vicende si svolgono in Italia e a New York ed è un romanzo che parla di donne ma non solo.

Maria Inez Cortese, una delle nostre protagoniste, è una ragazza sfortunata sin dalla nascita: abbandonata in orfanotrofio viene data in adozione ad una coppia senza figli ma la donna che dovrebbe farle da madre è una cattolica terrorizzata dal peccato che punisce la bambina per ogni gesto considerato sconveniente e peccaminoso.

Viene costretta dalla madre a sposare Calogero Motta, uomo violento che la picchia continuamente, e quindi deve lasciare l’Italia per emigrare in America dove l’uomo vive.

A New York viene arrestata e processata per l’omicidio di suo marito dopo aver subito la sua violenza e, nonostante nascano molti dubbi sullo svolgimento dei fatti, viene condannata alla sedia elettrica.

Siamo nel 1895 e l’unica pena, a detta del giudice, per una donna che uccide suo marito è la pena capitale. In attesa dell’esecuzione Maria Ines viene trasferita nel carcere di Sing Sing.

Il suo caso però suscita scalpore e un’organizzazione che si batte per i diritti delle donne (la NAWSA) decide di assumere un avvocato per far riaprire il caso.

È a questo punto che entra in scena la seconda protagonista e facciamo la conoscenza Ann Bennet, ventiseienne laureata in legge, nonostante il parere contrario della sua famiglia, che cerca lavoro negli studi legali della città ma riceve solo rifiuti per il fatto di essere donna.

La NAWSA decide allora di affidare ad Ann il difficilissimo compito di difendere Maria Inez e cambiare la sentenza del primo grado di giudizio.

Carla Maria Russo ha una scrittura per me magnifica. Già in altri suoi libri ero rimasta incantata dalla sua capacità di far entrare il lettore nella storia, di farlo sentire parte delle vicende e anche questa volta è stato così. Partendo da una storia realmente accaduta, l’autrice ci racconta il rapporto di fiducia che nasce tra due donne, completamente diverse tra loro per esperienze e vita vissuta, che si incontrano e decidono non senza ostacoli di collaborare per ottenere giustizia, per svelare la verità e far valere i loro diritti di donne.

Descrivendo la società americana di quel tempo, Carla Maria Russo ci parla – utilizzando la figura di Ann che decide di rendersi indipendente lavorando anche se potrebbe non farlo vista l’agiatezza della sua famiglia – anche di temi difficili come la triste vita negli orfanotrofi, la corruzione, la disperazione degli emigrati, le violenze e la mancanza di diritti per le donne, la vita nelle prigioni e ci fa entrare in una società chiusa e piena di pregiudizi.

In questo clima difficile sarà una giovane donna ad ascoltare la storia terribile e tormentata di un’altra donna che, nonostante la prima diffidenza e la paura, per la prima volta si sentirà capita e si aprirà confidandole i suoi segreti.

Un libro intenso, bello, spietato in alcuni punti ma da leggere a mio parere per capire quanto sia stato fatto, ad oggi, per migliorare la vita di noi donne…e quanto ancora resti da fare per una vera uguaglianza sociale.

Emilia Mariaemilia Guido

Romanzo avvincente ed emozionante, ambientato a fine 1800. Prende spunto da due vicende vere: la prima condanna alla sedia elettrica di una donna, Maria Barbella (nel romanzo Maria Inez Cortese) che aveva ucciso il fidanzato, e la prima donna ad essere iscritta all’albo degli avvocati americani, Belva Ann Bennett.

Le vicende vengono però “rivisitate” con estrema libertà, romanzando molto gli avvenimenti (che già erano incredibili nella realtà) per mettere in evidenza non solo la condizione delle donne, sia in Italia sia in America, a fine ‘800 ma anche la pena di morte, la mafia, il razzismo nei confronti degli immigrati italiani.

Un romanzi ricco di argomenti e spunti di riflessione, scorrevole e coinvolgente. Consigliatissimo.

Cinzia Cogni

La scrittrice prende spunto da una vicenda veramente accaduta nel XIX secolo a New York, nel quartiere di Little Italy, dove Maria Barbella (nel romanzo Maria Ines Cortese) viene accusata di aver ucciso l’amante Domenico Cataldo ( nel romanzo è Calogero Motta,il marito) e per questo viene richiusa a Sing Sing con il rischio di essere condannata alla sedia elettrica.

La storia è un pretestoper raccontare l’immigrazione dei nostri connazionali in America, per ricordare le condizioni estreme in cui vivevano e lavoravano, i pregiudizi e i soprusi a cui dovevano sottostare, e quanto il maschilismo, la violenza e la corruzione fossero considerati una “normalità”.

L’autrice rielabora la storia di Maria Barbella rendendola più emozionante, inserendo nella trama anche Ann Bennett, (conosciuta come Belva Lockwood, fu la prima donna avvocato degli Stati Uniti) che nel romanzo sarà l’avvocata della protagonista, ma non nella realtà.

Le donne e il mondo di quell’epoca sono i protagonisti assoluti, la vita sfortunata di Maria Ines (e qui credo sia stata calcata un pò troppo la mano e certe volte risulta poco credibile) è un pretesto per descrivere a 360 gradi la realtà delle povere famiglie italiane e le motivazioni che portavano a emigrare in America.

La solidarietà tra donne, anche di ceti diversi, è un punto cardine del romanzo, la sorellanza è un argomento poco trattato e forse è anche per questo motivo che è una storia che mi ha emozionato, oltre che confermare la bravura di Carla Maria Russo nell’intrecciare una serie di tematiche importanti dentro una trama originale e davvero bella.

Paola Nevola

Un romanzo che mi ha affascinata molto e dunque ho letto in pochissimi giorni. Il titolo raccoglie l’essenza del libro, perché ci vuole coraggio ad affrontare durissime avversità, situazioni tremende, a lottare quando tutto è contro, quando sembra non esserci più alcuna via d’uscita, quando la coscienza fa a pugni con la paura e allora la forza e il coraggio escono dal cuore, dal cuore delle donne.

Il romanzo tratta argomenti importanti, l’autrice ce li fa vivere calandoci nelle vicende di due belle protagoniste. Con Maria Inez Cortese dal passato difficile in cui ha conosciuto solo sofferenza con una madre anaffettiva e la dura realtà degli orfanotrofi, quando poi penserà di aver trovato l’amore viene costretta ad un matrimonio con un uomo che si rivelerà un violento e un criminale.

Giungerà poi nell’America di frontiera dove gli italiani lavorano in condizioni estreme e a Little Italy nella New York in cui nostri immigrati sopportano il razzismo, la povertà e la fame, dove la Mano Nera mafiosa inizia a dettare la sua legge.

Maria costretta ad una vita di soprusi e violenze da parte del marito portata al limite in un momento di disperazione lo raggiunge in un bar e lì il marito viene ucciso e lei accusata di omicidio, condannata a morte è la prima donna ad essere detenuta a Sing Sing.

Anne Bennet giovane donna vuole realizzare il suo sogno , studia legge e contro tutti, compresa la madre che la vorrebbe sposata, testarda e determinata come pochi, riesce a realizzare il suo obiettivo, diventare un avvocatessa con l’iscrizione all’albo e la possibilità di essere la prima donna ad entrare in un aula di tribunale.

C’è poi il tema delle rivendicazioni dell’associazione NAWSA che lotta per i diritti delle donne e c’è l’ostracismo dell’opinione pubblica fatta sui giornali scritti da giornalisti uomini.

Le donne della Nawsa prendono a cuore il caso di Maria Inez e decidono di aiutarla nella difesa per risparmiarle la terribile condanna alla sedia elettrica, la presidente del gruppo affida l’incarico della difesa in appello riponendo la fiducia in Anne Bennet, convinta che questa scelta donerà all’associazione importanza e rilevanza agli occhi dell’opinione pubblica. Anne Bennet si convince dell’innocenza della sua assistita e coadiuvata dal gruppo di donne, da un amico giornalista e dal poliziotto Joe Petrosino ha inizio una vera lotta per la salvezza di Maria Inez. Joe Petrosino è stato un uomo integerrimo e con la sua divisa e intelligenza ha fatto della sua vita la lotta alla mafia in Little Italy.

L’autrice si è ispirata a personaggi realmente esistiti, anche se le storie vere si discostano dal romanzo lo trovo realistico e apre una visione concreta su quello che è stata l’immigrazione italiana e la condizione delle donne.

Mi spiace soltanto non aver trovato le note dell’autrice a fine lettura, avrebbero potuto dare un chiarimento sui punti che restano in sospeso riguardo ai personaggi a cui si è ispirata.

Un romanzo molto duro e colmo di sofferenza e sopraffazione che insegna quanto è stato difficile per le donne raggiungere le loro vittorie e quanto dobbiamo tenere vivo il sentimento di sorellanza.

Anna Maria Riva

Carla Maria Russo è una scrittrice che non mi delude mai. La sua capacità di infondere vita ai personaggi, di dotarli di carattere, pensieri e emozioni le consente di prendere spunto da avvenimenti storici e di rielaborarli in una nuova narrazione che non perde di credibilità, solo diventa più ricca, più coinvolgente.

L’umanità che popola il nuovo continente, la “terra promessa”, altro non è che un campionario di usi e costumi di civiltà diverse che si confrontano con paura, pregiudizi e violenza. E con gli stessi pregi e difetti, luci ed ombre, che il genere umano porta in sé ad ogni latitudine.

Fuggire da un luogo non serve, per un vero cambiamento occorre affrontare paure, pregiudizi, soprusi e l’incertezza dell’esito di questa lotta.

I personaggi di “Cuore di donna” raccontano di tutto questo, di come si costruisce un mondo nuovo, in modo vivo e palpitante, creando una storia che è archetipo di come si trasforma la società.

Ogni bel libro che leggiamo, oltre a regalarci nuove emozioni, ci rievoca vissuti personali in cui ci riconosciamo. Ne cito uno che mi ha particolarmente colpita perché si riallaccia alla mia professione: quando Ann Bennet esordisce in tribunale con la sua prima arringa, per superare il blocco che la attanaglia utilizza lo stratagemma di dichiarare il perturbante segreto. E siccome è una strategia che funziona i coach la insegnano davvero…

In conclusione, ritengo “Cuore di donna” un romanzo di grande qualità, che ho amato e di cui consiglio la lettura.

Sara Valentino

La Russo è un’autrice che non mi delude mai. Anche in questo caso, pur trattando un periodo storico fuori dai miei canoni, mi ha emozionata.

Al di là della storia, della trama, ho apprezzato molto l’ ambientazione. Non avevo mai letto un libro dedicato agli italiani emigrati in America, non conoscevo le dinamiche di come nacque la Mano Nera. Ho avuto modo di conoscere Petrosino e non mi è spiaciuto come personaggio.

Non ho ben capito se sia una storia vera ma di certo uno spunto veritiero c’è.

Anche la condizione delle donne è un tema che è stato trattato egregiamente, la situazione qui in Italia, quella oltre Oceano e soprattutto la forza delle stesse, il coraggio di non arrendersi.

C’è la storia d’amore, c’è il pizzico di avventura e ci sono le emozioni.

Non è adrenalinico ma non è ha la pretesa.

Lo spaccato storico, ribadisco, mi ha parecchio colpito per come è stato sapientemente disegnato.

Una buona lettura, ringrazio tutti voi per la preziosa e bella compagnia

Giancarla Erba

Libro davvero intenso, ci fa fare un tuffo in un passato non così passato e in situazioni che tutto sommato viviamo anche qui oggi. La differenza è che nel libro senti la stigmatizzazione mentre oggi siamo assuefatti anche alla “mano nera”. Ad ogni modo lo spunto di una storia vera per narrare il percorso di emancipazione è davvero gradevole e in certi passaggi molto intenso. Ho adorato Ann Bennett fin da subito, per il suo idealismo, che somiglia al mio giovanile, e per questa similitudine, non so quanto casuale, con le sorelle Bennett di Orgoglio e Pregiudizio. Forse rappresenta idealmente la sesta sorella, quella che passava anche oltre Elizabeth e riusciva a costruirsi una propria vita senza bisogno di avere qualcuno che la sposasse per farla sentire completa. Maria Cortese è il tipico carattere chiuso, che tace in ogni caso, anche quando si tratterebbe di difendersi e raccontare una verità che non potrebbe che essere a suo favore. Ma lei sa bene in che tempo vive e, al contrario di Ann, ha davvero paura di essere colei che apre la grande porta su un futuro profondamente incerto. Quando, finalmente con un sospirone generale, lo fa, capisce finalmente che non sempre raccontare la verità porta guai, a volte riporta alla vita. Un bel romanzo che racconta di integrazione difficile (ci ricorda qualcosa?), di maltrattamenti sulle donne (ci ricorda qualcosa?), di vite in difficoltà che annaspano per qualcosa di meglio per sè e i propri figli. Carla Maria Russo ci racconta tante storie in una sola, con il consueto stile e con sempre crescente phatos… divorato.

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