Cuore nella neve – Giovanni Peretti

trama. Settembre 1918. Un telegramma improvviso annuncia a Luisa la scomparsa del suo amato Giuseppe in una battaglia estrema a quattromila metri di quota, nel cuore dell’Alta Valtellina. Disperso. Una disperata speranza la porta a trascorrere, accompagnata dal fraterno commilitone Gervasio, una vita incorniciata dalle alte cime intrise di guerra, dove la tormentata ricerca di lui diventa lentamente introspezione, e infine pace. Il diario di Luisa si intreccia con le intense lettere del giovane alpino in un dialogo che trascende lo spazio e il tempo: insieme raccontano il dolore e l’amore, la montagna e i suoi silenzi, affrontando se stessi con calma determinazione e riscoprendo l’essenza della vita nel ritmo della natura.

Recensione a cura di Sara Valentino

Cuore nella neve” è un romanzo storico bellissimo, lo consiglio vivamente. Sono 320 pagine di Storia e di emozioni, di valori, di rapporti umani. Giovanni Peretti ha uno stile narrativo poetico, emozionante ma anche equilibrato nella parte descrittiva e il suo amore per i suoi monti è tutto affrescato nella neve.

“Cuore nella neve” è il racconto di una storia d’amore e di una storia di guerra, la Grande Guerra vista con gli occhi di chi l’ha vissuta nelle nostre valli e di chi l’ha combattuta in alta montagna. Luoghi impervi, difficili, dove la montagna è salvezza ma anche condanna. Luoghi che conosco personalmente perchè le mie radici sono anche lì in Valtellina e molti luoghi raccontati nel libro li ho visti con i miei occhi.

“Cuore nella neve” di Giovanni Peretti è narrato a partire da Settembre 1918, il giorno 17, e inizia con un Telegramma Espresso di Stato (che trovate fotografato all’interno del volume). 5′ reggimento degli alpini, N° 15476fP un numero a portare la notizia straziante che il soldato Colombo Giuseppe di Milano è disperso dal 3 settembre. Firmato: Il tenente colonnello.

“Schizzi d’inchiostro su un foglio malamente piegato e un po’ sgualcito. Lo apro e un soffio di vento ghiacciato mi appanna gli occhi”

Luisa, una giovane moglie ormai orfana dei genitori, con la sola compagnia della sua piccolina, il frutto di un amore vissuto intensamente, ma per lo più attraverso le lettere da e per il fronte, perde così ogni residuo di certezza, il cielo le si spezza dentro, il respiro reso mozzo dalla paura.

“Dieci giorni sono passati, dieci giorni di angosce. Non ho più lacrime, non ho più pensieri. Il vuoto riempie i miei occhi, e nel vuoto c’è solo incredulo dolore. Brandelli di memoria rubano avidamente spazi a un futuro di corvi.”

A fine Novembre la guerra è finita e Luisa già aveva cercato di salire in Valtellina, non è riuscita a passare oltre Tirano, i blocchi militari ovunque. Luisa sa, sente e spera che il suo Giuseppe è ancora vivo, magari nascosto, magari ha perso la memoria, magari prigioniero. A Giugno del 1919 parte nuovamente, la guerra è ormai finita, deve cercarlo, deve trovarlo. “Non può essersi dissolto così, nei rimbombi di quella battaglia”

Quanto è complicato, quanto è lacerante non sapere più nulla di chi ami? Le emozioni sgorgano da luoghi lontani, come ricordi atavici e ci catturano andando a stanare le paure ancestrali chiuse nei nostri cuori.

Il romanzo diviene un alternarsi delle lettere dal fronte di Giuseppe alla moglie, il racconto di ciò che la guerra è stata, il terrore, la paura, la solitudine, la codardia, la solidarietà. E’ il racconto della loro storia d’amore, nata e cresciuta tra una lettera e una licenza. L’altalena con la sua catena cigolante ripropone anche le pagine di diario di Luisa, il rivedere ora con i suoi occhi ciò che il marito le descriveva nelle lettere, luoghi e compagni di viaggio e di guerra. Sarà proprio con questi ex commilitoni che Luisa, determinata a non mollare mai, camminerà per chilometri tra vette, valichi e ghiacciai alla disperata ricerca di Giuseppe.

“Lo sto cercando, so che lo troverò. Se non il suo corpo, almeno la sua anima. Lo sento. Lo voglio”

Le lettere di Giuseppe sono testimonianze, contengono molte fotografie (che trovate nel volume) e descrizione della vita sui valichi, le battaglie e le condizioni estreme in cui vissero i nostri avi. Non lascia nulla al caso, attraverso i documenti l’autore ha ricostruito i fatti bellici, certo minori ma comunque reali, della Grande Guerra nell’area alpina del gruppo Ortles- Cevedale.

Attraverso la ricerca di Luisa e le lettere di Giuseppe possiamo attingere parole e insegnamenti di vita. Credo profondamente che chi ha vissuto vicende tragiche, come quelle dei nostri protagonisti per esempio, abbia imparato a vivere diversamente. Vivere di istanti, vivere di emozioni da dominare e sentimenti ma anche di accettazione. Questo credo sia il più grande insegnamento di Giuseppe che dona a Luisa e anche a noi. “E mi torna in mente quanto mi ha sempre detto lui: ‘il segreto è accettare'”

Il dolore trafigge chi resta, è un chiodo arrugginito che penetra in profondità nella carne, diventa radice e vive della forza che si oppone alla sua presenza” Vengono raccontati aneddoti tragici, fatti accaduti a strappare ai genitori giovani vite. Per spiegare il dolore … per spiegare il destino.

Perdonare è farsene una ragione e non dover continuare a medicare le ferite e le lacerazioni formatesi nell’anima. Perdonare rende liberi”

Ogni libro è un dono, questo lo è stato davvero per me. Una risposta alle nostre domande. L’amore deve essere liberato, donato senza chiedere nulla in cambio. Quando alla fine ti rendi conto che non sei tu ad aver donato ma sono gli altri ad averti insegnato qualcosa, sempre….

  • Editore ‏ : ‎ Alpinia; New edizione (17 giugno 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 336 pagine
  • Link d’acquisto
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