Decima Musa Le uscite di Gennaio 2024

Titolo: Eva e il paracadute 

Autrice: Pia Rimini 

Le riscoperte n° 77 

Pubblicazione 1 gennaio 

L’unione di due racconti: Il frutto e Diario di una madre

Dall’incipit de Il frutto

— Perchè non sputi nel piatto? 

Marilù rigirò in bocca uno spicchio d’arancio, divise attenta e lenta la polpa dai chicchi che risputò, tranquilla, in una buccia d’arancia capovolta. 

— Me l’ha insegnato la mia mamma – spiegò con la voce grossa: – Domani li metteremo ad asciugare al sole. 

— Per fare che? – domandò la ragazza la quale, in piedi, aspettava che Marilù avesse mangiato. 

Marilù non rispose, rovistava con l’indice fra i chicchi umidi e lucenti; e poichè l’arancia glielo aveva ingiallito, lo succhiò. 

— Cresceranno delle piante – disse poi con aria d’importanza. 

— Va là! 

— Lo ha detto la mamma! – E Marilù saltò giù dalla sedia, tolse dal davanzale un vasetto in cui crescevano tante foglioline di un giallo tenero sugli steli sottili. – Sono piante d’arancio. La mamma le ha seminate un anno fa. Non credi? Prova – e la invitò con il gesto a strofinarne una foglia fra le dita, per odorare il delicato odore. 

— Fatti togliere il tovagliolo. 

— Lascia! Faccio da me. Quando sarò grande, mi compero un giardino grande e sputo chicchi d’arancia.

Titolo: Amore ritorna 

Autrice: Carolina Invernizio 

Le riscoperte n° 78 

Pubblicazione 8 gennaio 

Erano le cinque del mattino. 

Il pilota del Molo nuovo, a Napoli, era uscito dal suo Osservatorio, allorché vide stesa sulla panchetta di legno, una giovine donna, elegantemente vestita, che sembrava dormisse, sebbene la sua faccia fosse pallidissima potesse farla credere svenuta. 

Il pilota la scosse: la giovine donna aprì gli occhi, che avevano uno sguardo smarrito, le sue labbra bianche balbettavano delle parole inintelligibili. 

– Scusate, signora, vi fa male restar qui – disse il brav’uomo. – Cercate, se potete, di alzarvi. 

Ella non si mosse, continuò a balbettare delle parole incomprensibili. Il pilota la sollevò nelle sue robuste braccia, senza che la sconosciuta facesse la minima resistenza, la trasportò nel proprio guardiolo, e la depose sopra una branda. Quindi telefonò al più prossimo ufficio di polizia, avvertendo di quanto avveniva. Un’ora dopo nel guardiolo del pilota entrava un delegato di pubblica sicurezza ed uno dei medici di servizio. 

La sconosciuta era sempre sdraiata sulla branda, cogli occhi animatamente aperti, ma sembrava non vedere alcuno: le sue mani ardevano, batteva i denti. Il medico giudicò che potesse avere venticinque anni, i lineamenti di quella donna erano bellissimi, ma portavano l’impronta d’immensi dolori.

Titolo: Per la Gloria 

Autrice: Virginia Tedeschi Treves 

Le riscoperte n° 79 

Pubblicazione 15 gennaio 

Quella mattina Baldassare era più allegro del solito. Il suo volto, sempre sorridente, era raggiante di gioia e s’avviava al lavoro con passettini saltellanti e dandosi ad ogni tratto una fregatina di mani. Egli aveva la sua idea, ed era certo che quel giorno avrebbe fatto strabiliare tutta la contrada. 

Baldassare era il primo commesso nel negozio di stoffe del signor Leonardi, situato in via Nuova, nella città di M…, che se non può annoverarsi fra le principali d’Italia, non è nemmeno un villaggio, essendo a capo d’una provincia importante con la popolazione di circa sessantamila abitanti. 

Baldassare giunse alla bottega del signor Leonardi nel punto che il garzone apriva le imposte e ne spolverava la mostra. 

— Sbrigati, sbrigati, — disse Baldassare, — che oggi voglio preparare una mostra coi fiocchi da far fermare tutta la gente che passa. Come sei lento! dà qui a me. 

Sì dicendo gli toglieva di mano il piumino e si metteva a spolverare le imposte con tutta la lena di cui era capace. 

— Ed ora dammi una pezza di stoffa rossa, una celeste, una bianca. 

— Il principale non vuole che si mettano in mostra le stoffe bianche, s’insudiciano, — osservò timidamente il ragazzo. 

— Lascia fare a Baldassare, rispose il commesso, ripetendo il suo solito ritornello. Il ragazzo gli portò le stoffe richieste.

Titolo: Fantasia 

Autrice: Matilde Serao 

Le riscoperte n° 80 

Pubblicazione 22 gennaio 

— Il fioretto di domani è questo — disse il predicatore, leggendo un cartellino: — Voi offrirete a Maria Vergine i sentimenti di rancore che avete nel cuore e abbraccerete la compagna di scuola, la maestra, la serva che credete di odiare. Nella penombra della cappella vi fu un movimento tra le educande grandi e tra le maestre: le piccine non si mossero. Delle piccine qualcuna sonnecchiava, qualcuna sbadigliava dietro la manina: sui rotondi visetti si dilatava la contrazione della noia. La predica era durata un’ora e le piccole non capivano nulla. Avevano voglia di cenare e poi di dormire. Ora il predicatore era disceso dal piccolo pulpito, e sull’altare, Cherubina Friscia, la maestra sagrestana, accendeva i ceri col lumino. La cappella entrava a poco a poco nella luce. I volti sbiancati e sonnacchiosi delle piccole si facevano rosei in quel chiarore: dietro, le grandi rimanevano immobili, con gli occhi che ammiccavano nello sbarbaglio, con le facce rilassate nella indifferenza. Qualcuna, col capo abbassato, pregava. Su queste teste chine batteva la luce dei ceri, giocando sulle grosse trecce costrette sulla nuca, su certi riccioli biondi, invano tenuti a posto dalle pettinessine. Poi, come tutta la cappella fu illuminata per la recita del rosario, il gruppo delle educande, coi vestiti bianchi di mussola, i grembiuli neri, e le cinture di varii colori per distinguere le classi, prese un aspetto gaio, malgrado la stanchezza e la noia che pesavano su quella gioventù. 

Un profondo sospiro sollevò il petto di Lucia Altimare.

Titolo: Albertina 

Autrice: Anna Vertua Gentile 

Le riscoperte n° 81 

Pubblicazione 29 gennaio 

La vigilia della partenza, prima di andare a letto, Albertina scrisse all’amica sua. Ada mia buona! 

Papà, mamma e Titina sono partiti da due giorni; ed io lascierò la mia povera vecchia casa silenziosa e triste, domani mattina di buon’ora. 

Che dolorosa cosa sono questi improvvisi rovesci di fortuna, che impongono sacrifici d’ogni sorta e strappi bruschi, e crudeli cambiamenti!… Era necessario che papà tornasse in America per badare da vicino ai suoi interessi e vedere di riparare al disastro, che minaccia di piombare nella povertà la nostra famiglia. Mamma non volle lasciarlo partir solo, nello stato di accasciamento morale in cui si trova, e Titina è troppo piccola e delicata per poter far senza delle cure materne. Così se ne andarono tutti tre; via dalla casa piena di memorie, lontani dalla città nativa, da parenti ed amici. Il distacco fu doloroso; si pianse tutti; si scambiarono raccomandazioni e consigli; poi… il treno li portò via i miei cari, i miei dilettissimi 

Ed eccomi sola. Ma ho diciotto anni, sono sana e robusta e poiché gli zii Bardi mi desiderano con loro, è stabilito ch’io andrò a stare con essi. — Vuoi sapere perché io non sono partita insieme coi miei?… Te lo dico subito. Per alleggerire le spese del viaggio e dei primi tempi laggiù, che pur troppo, non saranno brillanti per i miei poveri cari.

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