Don Arlocchi e il mistero della statua di Minerva di Ernesto Masina

Recensione di Paola Nevola

La Val Camonica è conosciuta per le sue bellezze naturalistiche ma questa lettura ci porta a scoprire anche alcuni siti archeologici e storici di grande interesse che ci fanno capire come i nostri antenati apprezzassero questi luoghi.

Certe storie hanno un sapore autentico quasi nostalgico specialmente quando si svolgono in piccoli paesi tra i monti come a Breno dove i vecchi ricordano ancora gli orrori della Grande Guerra. Come  Il viceparroco Don Arlocchi un uomo anziano un po’ impacciato e grassottello, umile e semplice, di poche pretese che si accontenta di un pasto frugale e dei piccoli doni in natura che i paesani gli offrono e che per timore di disturbare  Gesù Cristo si rivolge a San Valentino il santo della sua parrocchia.

Suo malgrado si trova ad essere vittima di strane confessioni, perché alcuni suoi parrocchiani per non essere coinvolti dalle forze dell’ordine si rivolgono a lui, mettendolo così in difficoltà.

“Dunque” disse tra sé e sé “Non ha neppure aspettato che io usassi la formula di apertura che si è precipitato a dire: -Io non so niente e non voglio essere tirato in mezzo. Ma su in Degna, nella sua casa, hanno accoppato il Fausto Ducoli. Veda Lei!-.”

Il povero parroco venuto a sapere di un crimine così grave è diviso tra il dovere di avvertire immediatamente i carabinieri e quello del sacerdozio che impone il segreto, nasce quindi una giocosa e astuta intesa tra lui e il buon maresciallo Costamagna fatta di domande e risposte intuitive. 

Don Arlocchi si trova ad indagare sull’omicidio un po’ per via delle confessioni e della sua coscienza, un po’ per la sua curiosità e un po’  perché ci sta prendendo gusto e una certa soddisfazione della quale teme però di peccare di vanità.

“Ma guarda questo vecchio prete. A vederlo ed a sentirlo parlare a volte sembra un po’ svanito, un po’ fuori di testa e adesso dimostra di aver condotto un’indagine a tutto campo che neanch’io forse sarei riuscito a farla così bene.”

Lungo le anse dell’Oglio in un luogo dove il tempo sembra si sia fermato c’è una piccola cappella alla Vergine, ma poco più in là i romani avevano costruito un tempio votivo su  un antico sito pagano.  In quel luogo c’è chi si perde nei propri sogni di bambino, chi sogna antichi splendori e  poterli possedere e chi invece sogna di arricchirsi.

-Guarda! Per me è la cosa più bella che ho mai visto. Guarda!- e si era tolto dallo zaino un grosso pezzo di marmo che era poi una testa di donna….-Dobbiamo brindare alla nostra salute ed a quella della dea Minerca o Minerba, non ricordo bene che nome avesse usato.-

Don Arlocchi si rende conto che l’amore può far compiere di tutto anche cose molto gravi, ma l’amore quello buono può fare cose grandiose, dona felicità al prossimo.  Non si può che provare un sentimento d’affetto per l’anziano parroco, lo si sente come colui che è vicino a tutti e ha sempre una parola buona o un sano rimprovero.

Il suo rimuginare ed elucubrare a volte confusionario e le forme dialettali tipiche del luogo rendono la narrazione leggera e piacevole regalando un sorriso.  Un giallo dal gusto provinciale, che non ha le grosse pretese del thriller di grido, ma adatto a chi ama le storie genuine di una volta e desidera emozionarsi rivivendo quei tempi passati.

“I due tolsero tutte le pietre dal sacco e su ognuna videro o un altro volto, o motivi floreali, ed in ultimo uno più lungo con la scritta “Miner e forse metà della lettera V.” Don Arlocchi rimase a lungo a pensare ma non riusciva a capire cosa potessero significare quegli scritti e quei bei visi scolpiti. Poi, improvvisamente, come in un lampo gli apparve il Tempio Capitolino di Brescia che aveva visitato tanti anni prima durante una gita organizzata dal Seminario nel quale studiava. Era possibile che fossero reperti romani? Ma in Valcamonica? S ì, lui sapeva che i Romani erano passati anche in Valle, ma quelli era andati dappertutto, e non sapeva se avessero lasciato tracce. Comunque bisognava indagare.”

  • Editore ‏ : ‎ Macchione Editore (22 settembre 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 182 pagine
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