Femmina di lume. Vita e miracoli di una cortigiana onesta e di un predicatore nell’Europa del Cinquecento – Valeria Ventura – Piemme edizioni

È il 1505 quando Ruth, quasi ancora bambina, viene rapita da uno dei lanzichenecchi che hanno distrutto il suo villaggio in Carinzia e sterminato la famiglia. Ruth sopravvive a stento, costretta a seguire i lanzi come schiava sessuale. Giunta in Italia e salvata da un “benefattore”, si stabilisce a Perugia, dove diventa ‘cortigiana onesta’, ossia non più semplice “femmina di lume”, ma prostituta d’alto bordo. Al percorso di vita della protagonista, capitolo per capitolo, fa da contrappunto quello spirituale ed esistenziale di un giovane predicatore: Martino Lutero. Due esistenze parallele, inquadrate in dimensioni di vita totalmente differenti, che si congiungeranno in Germania, negli anni delle rivolte dei contadini.

  • Editore ‏ : ‎ Piemme (7 febbraio 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 248 pagine

Recensione a cura di Alice Croce Ortega

Ho cominciato a leggere questo romanzo, lo ammetto, con una grande curiosità riguardo al significato del titolo e del sottotitolo: infatti la prima cosa che ho fatto è stato andare a documentarmi, e ho trovato una bella intervista dell’autrice che lo spiega:

“Cortigiana onesta” (lo status raggiunto dalla protagonista, ndr), era un modo per indicare le prostitute di alto bordo, quelle che oggi chiameremmo “escort”, verso le quali, all’epoca, si nutriva un certo rispetto. Mentre il termine “femmina di lume” era un termine generico per indicare tutte le prostitute, in quanto le loro prestazioni erano pagate in base ai lumi che venivano consumati. La personalità che ho voluto dipingere è quella di una donna capace di pensare con la propria testa e di fare scelte coraggiose. Mi piacerebbe che una donna così fosse esistita veramente”.

Dopo questa interessante intervista (se volete potete leggerla qui: https://www.ilgiornale.it/news/letteratura/femmina-lume-storia-cortigiana-onesta-nel-rinascimento-2113990.html) non vi nascondo che le mie aspettative sul romanzo erano piuttosto alte e in parte sono state soddisfatte.

I personaggi del romanzo ci vengono presentati un po’ alla volta: in particolare l’arrivo di un misterioso cavaliere a Perugia (nell’immagine la magnifica fontana, presumo, che l’uomo ammira al suo arrivo) ci immerge subito nell’atmosfera del tempo, tra esecuzioni pubbliche e legittime preoccupazioni per la sicurezza… Poi conosciamo Martino, e infine Ruth, la nostra protagonista, che poco a poco ci svelerà la sua drammatica storia. Ed è proprio la storia di Ruth la parte più interessante del romanzo: perché malgrado sia costretta a vivere in condizioni durissime fin da bambina, riesce a prendere in mano la sua vita pur avendo uno spazio di manovra limitato a causa della sua condizione di femmina, per di più senza famiglia.

Le premesse erano interessanti anche riguardo l’intrecciarsi della sua storia con quella di Martin Lutero; tuttavia, questo accostamento appare come un po’ forzato, anche se ricco di informazioni su quello che fu il percorso del grande riformatore e iniziatore del protestantesimo, chiarificatrici in particolare di quale fu il suo atteggiamento in alcuni importante episodi storici dell’epoca.

Nel complesso devo dire che dopo una prima parte avvincente e che mi ha coinvolto, il romanzo diventa successivamente un po’ scialbo; malgrado le vicende dei personaggi siano sempre piuttosto movimentate, l’andamento è lento e poco accattivante. Non ho titoli per dirlo, ma credo che uno dei motivi sia il linguaggio scelto dall’autrice: se da un lato questo   ci cala in un italiano dal registro popolare e d’epoca, d’altro canto (se così si può dire), si avventura in una forma a mio avviso inutilmente artificiosa che alla lunga rende la lettura ostica; il tutto, senza nessun vantaggio dal punto di vista della bellezza della prosa o della liricità di certi passaggi particolarmente delicati dal punto di vista dei sentimenti, come quando Ruth piange la morte del suo giovane servo.Insomma, premesse forse un po’ deluse ma una bella storia di crescita personale che potrà piacere a chi è in cerca di storie femminili, rappresentative delle diverse epoche e dei diversi contesti storici.

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