FINO ALLA FINE DI NOI di Giada Trebeschi

Mi chiamo Maria Elena de’ Mari e sono una fuggitiva.
Le mura di casa erano la mia prigione ma io sono una combattente e una ribelle. Così sono salita su un piroscafo in partenza per la fine del mondo. Pochi soldi cuciti nella sottoveste, una borsa leggera, un giuramento da mantenere e la vita da salvare.
«Vivi e ama oltre misura. A costo di farti scoppiare il cuore» questo avevo giurato.
Ho attraversato l’Atlantico in terza classe rendendomi invisibile, immateriale. Ho lasciato che l’acqua salata delle lacrime e del mare cancellasse la mia vecchia vita accogliendo fra le mani un quaderno bianco, immacolato, pulito, nuovo, tutto da riscrivere.
L’Argentina, il tango e Massimo sono stati la mia rinascita e la mia condanna. Una condanna che accetterei mille altre volte ancora. Ho vissuto e amato oltre misura. Ho mantenuto il mio giuramento.
Mi chiamo Maria Elena de’ Mari e questa è la mia storia.

  • Editore ‏ : ‎ Oakmond Publishing (6 maggio 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 117 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

L’ultimo romanzo dell’autrice Giada Trebeschi è stato una bella sorpresa,  non mi aspettavo una storia d’amore e al tempo stesso drammatica, intrisa di così tanta poesia…  avendo letto il suo libro “La bestia a due schiene” caratterizzato da uno stile avvincente e cruento, ne sono rimasta piacevolmente spiazzata.
“Fino alla fine di noi” è la storia di una donna vissuta agli inizi del XX secolo costretta a reiventarsi per sopravvivere in un mondo maschilista…è una storia che riaffiora da un lontano passato ma che, ahimé, ricorda quelle di tante donne di oggi, raccontate da tv e giornali quotidianamente.

“Avevo quasi 25 anni e, a maggio del 1921 organizzò il mio matrimonio.
Decise che era ora che mi sposassi così che lui potesse morire in pace.
Mi chiedo quando verrà il giorno in cui una donna potrà evitare la tutela di un uomo.
Prima il padre e poi il marito.
Come se lei, da sola, non fosse in grado di decidere per sé…”

La particolarità di questo romanzo è la scelta di sviluppare la trama partendo dalla fine,  quando la protagonista ormai anziana e malata, decide di scrivere una lettera a quella figlia che è stata costretta ad abbandonare e che non ha mai più rivisto.
Per Dora Fernando Maggiolo questa è la sua ultima possibilità per raccontare la verità su di sé e rivelare come si sono realmente svolti i fatti.
Nessuno dovrebbe mai trovarsi nelle condizioni di dover scappare dalla propria famiglia e dalla propria Patria, per salvarsi la vita; nessuna giovane donna dovrebbe trovarsi sola su una nave che attraversa l’oceano per mesi, col rischio di essere scoperta e ammazzata, senza avere una seconda possibilità. E a nessuna donna dovrebbe essere imposto di sposare un uomo che non ama e di subire violenza senza potersi ribellare.

“L’acqua salata delle lacrime e del mare cancellava le nostre vite precedenti lasciandoci fra le mani un quaderno bianco, immacolato, pulito, nuovo, tutto da riscrivere…”

Eppure è quello che capita alla protagonista di questo romanzo, Maria Elena de Mari, che un giorno pur di scappare da un marito violento e con la speranza di cambiare il suo destino,  da Genova si imbarca per l’Argentina.

Il suo è davvero il viaggio della speranza e l’inferno che vive in quei lunghi mesi di navigazione è descritto in modo molto realistico; i passeggeri divisi secondo le classi sociali, cibo, medicinali e  igiene che scarseggiano per l’ultima classe, il caldo, l’aria irrespirabile e la paura per le donne sole di essere aggredite. Purtroppo non è fantasia, sono eventi accaduti e che ancora accadono, e Giada Trebeschi, da brava ricercatrice storica, li ha inseriti nel romanzo.

Giunti in Argentina la donna ha la fortuna di poter cambiare la sua identità assumendo un nome diverso e sposando Mario Maggiolo, proprietario di una tenuta a Buenos Aires … il cuore di Maria Elena però, in modo inaspettato e irrazionale, comincia a battere per il cognato e presto lei e Massimo Maggiolo si ritroveranno l’uno tra le braccia dell’altro.
È a questo punto che le cose si complicano per entrambi, e di nuovo questa donna è  costretta a prendere delle decisioni dolorose  che faranno soffrire sia lei che chi le sta vicino.

“La speranza che un giorno anche alle donne sia concesso di vivere la propria vita da persone libere. Libere di pensare, di studiare, di scegliere chi amare…
Un’ irriducibile della speranza ecco cosa sono… “

Dora Maggiolo attraverso questo diario sotto forma di lettera, dove racconta esattamente il suo passato senza tralasciare i particolari più intimi, spera che la figlia riesca a comprendere le sue scelte,crearsi una vita diversa e perdonarla; una testimonianza che diventa una denuncia verso la società maschilista in cui vive, dove è la donna a doversi sempre sacrificare.
Un romanzo emozionante, ricco di passione e poesia, dove l’amore in tutte le sue forme è il protagonista e danza sulle note di un dolcissimo tango, seppur costretto a combattere contro l’egoismo, la possessività e l’ingiustizia, da sempre l’incubo di chi crede nella libertà, nei buoni sentimenti e nella parità.
“Fino alla fine di noi” è dedicato alle donne, al loro coraggio e alla loro forza, ci ricorda l’importanza della solidarietà femminile e lascia un messaggio di speranza… una storia  che fa rilettere e che consiglio, soprattutto agli uomini, di leggere.

“Fra le braccia di tuo padre ho ballato il tango perfetto, ho volteggiato sulle ali dei sogni afferrando un attimo di infinito. Quello che c’è stato prima e dopo quel tango non esistono e se esistono sono circondati dal sonno.”

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