Fra terra e cielo. La vera storia della cupola di Brunelleschi di Sergio Givone

Recensione di Sara Valentino

Ho letto questo libro per pura curiosità e soprattutto perchè Firenze mi è rimasta nel cuore, come del resto la sua cupola.

Sergio Givone, autore di “Fra terra e cielo”, racconta la vera storia della cupola di Brunelleschi ma lo fa in maniera completamente diversa da come ce lo aspetteremmo. La sua prosa è una parure composta da Storia, poesia e filosofia. Brunelleschi stesso, viene dipinto anche come essere umano con i suoi sentimenti, le paure, le delusioni, pregi e difetti.

“E i fiorentini restarono basiti, come paralizzati, incapaci di proseguire e completare l’opera, neanche li avesse morsi uno di quegli scorpioni che si diceva abitassero gli scantinati e gli anditi ciechi delle loro case e che avevano il potere di cancellare la memoria”

Nel 1348, anno della terribile Peste nera, i lavori per la costruzione del Duomo rallentarono, la popolazione fu decimata. Però le anime non poterono che trovare rifugio e protezione nella chiesa delle chiese. Vollero abbattere una parete e riprendere i lavori, ingrandire la chiesa e decisero che ci sarebbe stata la Cupola.

“E chissà se ci credevano davvero, o se invece sognassero sapendo si sognare”

Viene raccontato l’episodio in cui si deciderà, tramite concorso, chi avrà l’assegnazione per la porta del battistero. Si presentarono sette formelle tra cui quella del Vasari, quella di Brunelleschi e quella del Ghiberti. Vi lascio solo immaginare con quale sottigliezza l’autore ci riporta a quegli anni e al momento in cui Brunelleschi rinuncia a lavorare con il Ghiberti. Filippo ha come la sensazione che nella sua formella Lorenzo abbia voluto illudere chi avrebbe visto l’opera, togliendo la parte di crudeltà che a suo parere andava evidenziata nell’episodio di Abramo e Isacco.

“Si tenessero l’illusione. E l’inganno. Chi non ha occhi per la verità non può vederla”

C’è poi la figura di Sgorbino, il figlioccio acquisito di Brunelleschi, meglio conosciuto con il nome di Buggiano. Testimone silente di come il babbo era stato preso per pazzo all’esposizione del suo progetto per la cupola.

Non mancano i racconti degli incidenti sul cantiere, delle accuse e anche della prigionia, del viaggio a Milano e di come il Brunelleschi non avrebbe costruito il Duomo della città ambrosiana.

“Se voi me lo permettete, padre, io quando sarò grande li ucciderò tutti, quelli, uno per volta”

Eppure questo figlio adottato, per troppo amore forse, o per egoismo, di fatto darà una grande delusione a Filippo. Un Brunelleschi oramai solo “.. solo a condurre in porto una nave le cui vele stanno gonfiandosi d’un vento ancora indomito e temibile”.

“Il fatto è che il nulla una volta evocato poi non se ne va più” frasi che a braccetto con la filosofia ci donano l’idea di cosa sia davvero passato per la mente di un uomo che ha creato l’impossibile, un’impresa impossibile!

Un libro che mi ha trasmesso amore, quello per l’arte, commozione per alcune vicende di vita raccontate e ritratte dall’autore. Un libro che però è anche un modo per capire determinate vicende della nostra vita attraverso quella del Brunelleschi, ma soprattutto con l’ausilio delle riflessioni che  l’autore invoglia e induce a fare. Attraverso quindi la vita del genio tormentato che ci ha lasciato la dimostrazione di come è fondamentale non scoraggiarci, riusciamo a comprendere come la morte sia il metro di misura della vita.

“La morte ti fa capire una volta per tutte se per te è stato un bene vivere o sarebbe stato meglio non vivere. Se la tua vita è valsa la pena o no. Se ha avuto senso o no. Tutto qui”

Tuttavia, la citazione e il messaggio che ho apprezzato più di tutti è racchiuso in questa frase:

“Quando uno non pensa più a se stesso, ma solo a far bene quello che fa, lo fa al meglio”

Forse in questa società che non ha più spazio per i melanconici ma solo per i depressi sarebbe davvero auspicabile che si pensi meno a nutrire il proprio ego.

trama

Un capolavoro architettonico ammirato in tutto il mondo. Una città, Firenze, al culmine della sua fortuna storica e artistica sotto i Medici. E un genio tormentato, Filippo Brunelleschi, destinato a lasciare un’impronta indelebile nella storia. Sergio Givone tesse in queste pagine la trama che portò alla nascita della cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore, simbolo indiscusso del Rinascimento, ripercorrendo i giorni di una città colpita dalla peste, il magico incrocio degli artisti dell’epoca, da Masaccio a Donatello, da Arnolfo di Cambio a Lorenzo Ghiberti, le rivalità, le delusioni e i drammi di un’impresa temeraria. A seicento anni dall’inizio dei lavori di costruzione, riviviamo le voci, i gesti, i personaggi e i retroscena di una saga drammatica ed eroica, scopriamo il sogno di un artista visionario che sfidò le leggi della fisica e lo scetticismo dei contemporanei, ma anche il suo rapporto col figlio tanto profondo quanto contrastato. Nel romanzo della cupola s’intrecciano ricostruzione degli eventi e filosofia, scienza e biografia, svelando arcano e realtà di un’opera tra le più rilevanti della nostra civiltà.

  • Copertina rigida : 170 pagine
  • Peso articolo : 340 g
  • ISBN-10 : 8828203587
  • ISBN-13 : 978-8828203582
  • Dimensioni e/o peso : 15 x 2.2 x 22 cm
  • Editore : Solferino (6 febbraio 2020) Link d’acquisto
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