Gli ultimi giorni del comandante Plinio di Alessandro Luciano

Nella biblioteca dei Girolamini, a Napoli, uno studioso, di cui s’ignora l’identità, scopre misteriosamente un antico codice miniato che riporta il diario degli ultimi quattro giorni di vita di Plinio il Vecchio, comandante della flotta imperiale misenate e autore della celebre “Naturalis Historia”. Il racconto di Plinio prende le mosse dall’antico porto militare di Misenum e si svolge nella magica cornice del golfo di Napoli in epoca imperiale. La quiete di città animate ed eleganti, come Napoli, Baia, Cuma, Puteoli, Ercolano e Pompei, e di lussuose residenze d’ozio, è sconvolta da strani fenomeni tellurici, premonitori di una tragedia imminente. La consapevolezza di quanto sta per compiersi prende Plinio un po’ alla volta, mentre si documenta su volumi scientifici, si reca a un inquietante incontro con la Sibilla cumana e perfino in un lupanare, dove conosce una ragazza bellissima, dal passato enigmatico. L’eruzione del Vesuvio lo porterà a impegnarsi in una pericolosa missione militare, il cui scopo è il salvataggio degli abitanti delle città minacciate, ma Plinio è mosso anche da altre motivazioni: studiare scientificamente il fenomeno, recuperare due misteriose opere filosofiche, i cui contenuti hanno influenzato la sua stessa vita, e mettere in salvo la donna amata. Rivelando perspicue doti narrative, l’autore attinge alla sua vasta conoscenza del mondo greco-romano per delineare costumi, caratteri e ambienti di una vicenda straordinaria, che il lettore rivive come a vederla svolgersi sotto i suoi occhi.

Dettagli prodotto
Copertina flessibile: 240 pagine
Editore: Marlin (Cava de’ Tirreni) (30 maggio 2019)
Collana: Il Portico
Lingua: Italiano

Recensione a cura di Cinzia Cogni
La natura…in fin dei conti cosa siamo noi, se non una parte infinitesimale di essa?”

Quando mi è stato proposto di recensire questo libro, ho accettato con piacere; la storia delle città di Pompei e di Ercolano, sepolte in una notte a causa dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.c., mi affascina da sempre. Ho visitato quei luoghi tanti anni fa e ancora ricordo bene le strade di sasso coi segni dei carri, le case con le pareti affrescate, le colonne e i resti dei templi…sono luoghi unici al mondo che trasudano di storia e vederli è un vero e proprio viaggio nel passato.
Questo romanzo storico intitolato “Gli ultimi giorni del comandante Plinio” non solo non ha deluso le mie aspettative, ma attraverso le parole di questo uomo, militare ma al contempo filosofo e scrittore, si viene catapultati in quella realtà da noi così lontana, esattamente 4 giorni prima dell’eruzione. La popolazione non sa che il Vesuvio è un vulcano, per questo viene colta di sorpresa e non ha il tempo di scappare; sarà la cenere ha seppellire in una notte, vite e bellezza di un mondo antico, ma sarà anche quella che ne conserverà il ricordo per secoli, fino a tramandarla ai giorni nostri.

“Qualcosa non quadra, Gabinio. Scosse di terremoto ovunque, la terra che si squarcia a Nocera, edifici che si spostano a Pompei. A Puteoli il mercato si è allagato, il cantiere dell’anfiteatro è in fermento per insetti e animali che si comportano in modo curioso; avverto che anche il mio cavallo è stranamente nervoso. In mare la situazione non è migliore, e i pescatori lamentano la morte di interi banchi di pesci per non so quali pestifere esalazioni. “
“Si direbbe la fine del mondo.”

Ma chi era Plinio? E perché il ritrovamento del suo diario sarebbe per tutti, studiosi e non, qualcosa di eccezionale?
Gaio Plinio secondo ,detto Plinio il vecchio, non fu solamente un comandante e governatore provinciale dell’Impero Romano, fu anche filosofo naturalista e scrittore, ed è sua l’enciclopedia “Naturalis Historia” giunta fino ai giorni nostri, che tratta diverse tematiche: dalla geografia alla botanica, dalla medicina all’arte, dalla mineralogia alla zoologia; tanto da essere considerata fondamentale per le conoscenze scientifiche antiche.
Attraverso questo diario, emerge il lato razionale, critico, osservatore di questo uomo eclettico, è lui infatti, il primo a comprendere che il Vesuvio non è una semplice montagna, che le scosse telluriche che si susseguono da giorni e quella nuvola grigia fissa in cielo, non sono un caso, ma il presagio di una imminente catastrofe. Se l’istinto gli dice di scappare, la sua parte razionale prevale e sa che e’ suo dovere, in qualità di comandante, mettere in salvo più vite possibili. Ma deve anche raggiungere la donna che ama, cercare di salvare certi  volumi antichi situati nella Villa dei Papiri e nello stesso tempo annotare sul suo diario, ogni particolare di questo fenomeno, che seppur naturale e lui come scienziato lo ha capito, è comunque un mistero da studiare e da testimoniare ai posteri.

“Forse in questo sta la grandezza della scrittura: cristallizza un’idea, un pensiero fugace, e lo rende chiaro, eterno, consultabile sempre.”

La bravura di questo autore emerge nei particolari, nelle scene di vita quotidiana, nel trasmettere le emozioni, la paura, non solo del protagonista ma anche degli altri personaggi; i tormenti di Plinio, il terrore delle persone davanti a questa catastrofe, le sofferenze dell’equipaggio, sono descritte in modo talmente realistico, che è difficile non lasciarsi coinvolgere.
Un eroe d’altri tempi, eppure poco conosciuto, una storia antica ma dal fascino universale, un viaggio in un lontano passato per poi scoprire che siamo più affini a quella civiltà di quanto pensiamo…

“La vita è regolata dalla fortuna, che cambia le cose in continuazione; dopo la morte, poco conta aver accumulato ricchezze o aver vissuto sobriamente, ciò che resta, per tutti, è un cumulo di ossa e cenere. “

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