I labirinti di Notre-Dame  di Barbara Frale

Una misteriosa reliquia unisce i destini di Parigi e Roma Anno del Signore 1300. Padre Baldrico de Courtenay, abate del ricco monastero di Saint-Germain a Parigi, viene trovato morto sul sagrato di Notre-Dame: l’assassino ha lasciato sul corpo orribili mutilazioni e una scritta il cui senso è indecifrabile. A Roma, intanto, ignoti aggressori pugnalano a morte padre Angelerio da Ferentino, per impedirgli di consegnare a Bonifacio VIII una reliquia dal valore inestimabile. Mentre il vescovo di Parigi, Simone Matifort, indaga per capire chi abbia ucciso l’abate di Saint- Germain, Crescenzio Caetani, baccelliere di medicina e nipote di Bonifacio VIII, ipotizza che la reliquia sottratta a padre Angelerio sia finita a Parigi, nelle mani del re di Francia. C’è dunque Filippo il Bello dietro la morte del frate francescano? E perché qualcuno ha massacrato l’abate di Saint-Germain, lasciando inoltre sul corpo un misterioso messaggio? Arnaldo da Villanova, medico del papa ed esperto di dottrine esoteriche, non ha dubbi: la reliquia rubata non è un oggetto sacro, ma opera del Maligno, e sarà in grado di scatenare una guerra rovinosa fra i troni più potenti della terra. Due cadaveri senza nome. Una reliquia preziosa. Quali misteri legano Roma a Parigi?

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (3 febbraio 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Francese
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 352 pagine

Recensione a cura di Claudia Renzi

Barbara Frale non ha bisogno di presentazioni: tanto raffinato è il suo stile di scrittura, per non parlare della sua competenza come storica, che la c.e. Newton Compton ha rilevato la saga che inizialmente aveva per protagonista Arnaldo da Villanova (il cui primo vol. era intitolato Respice Arcanum) per ripubblicarla in modo da rendere protagonisti i Templari, il re di Francia Filippo il Bello e Maddalena Caetani, allieva di Arnaldo nonché nipote di papa Bonifacio VIII. 

L’incipit dell’ultimo capitolo della saga parte in quarta, rievocando in poche parole la peste nera, il mistero, la maledizione dell’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay, la sapienza di Maddalena, divenuta ormai la baronessa Madeleine… e un’avventura della giovinezza che Maddalena si appresta a narrare alla nipote Eloise. 

Siamo nell’anno del primo Giubileo, il 1300, fortemente voluto da Bonifacio VIII; Arnaldo è visitato in sogno da una premonizione che non promette nulla di buono. 

Dentro un involto di seta viola custodiva i preziosi Naibi egiziani 

di al-Qahira [il Cairo]: piccoli rettangoli di papiro in empatia con le

forze del cosmo, perciò capaci di leggere le occulte direzioni del

futuro. Voltò la prima carta: il Sommo Sacerdote […] 

Voltò la seconda carta: l’Imperatore. Seduto su un trono d’oro, 

impugna lo scettro […] La sua mano tremava, quando voltò la terza carta. 

La Torre di Babele. […] Impossibile equivocare il messaggio […] 

Ma la Torre non rappresentava forse anche la Torre del Tempio, 

la mastodontica fortezza di Parigi in cui i Templari tenevano ammassato 

l’immenso patrimonio delle loro ricchezze? Quale tragica sorte li attendeva…

A Parigi l’abate di St. Germain, padre Baldrico de Courtenay, viene trovato assassinato sul sagrato di Notre Dame: il sicario ha lasciato sul corpo della vittima un’enigmatica scritta; quasi contemporaneamente a Roma una mano nemica ha posto fine alla vita del benedettino Angelerio da Ferentino, venuto nell’Urbe per consegnare una preziosissima reliquia al papa in persona.

Il vescovo di Parigi Simone Matifort indaga sul delitto parigino, mentre Crescenzio Caetani, studente di medicina, nipote di Bonifacio e fratello maggiore di Maddalena, cerca di venire a capo del delitto romano e recuperare la misteriosa reliquia: Crescenzio sospetta tuttavia che essa sia già in viaggio per Parigi, per essere consegnata al re, che dunque l’avrebbe sottratta al suo vero legittimo destinatario: c’è forse la mano dei Colonna dietro al delitto e al furto? O qualcuno sta tentando di alimentare il dissidio tra Filippo e Bonifacio incastrando il giovane e ribelle sovrano, e inasprire anche i già tesi rapporti tra il papa e la potente famiglia dei Colonna?

«Siete stato voi a trovare il cadavere, monsignore. A Notre-Dame. 

Per legge, spetta dunque a voi scoprire chi l’ha ridotto in questo

 miserevole stato.» Simone Matifort arretrò di un passo, le mani 

protese in avanti a scansare un ostacolo.

La profonda conoscenza del periodo da parte di Frale catapulta il lettore nelle Parigi e Roma del Trecento senza colpo ferire. È una nuova luce quella sotto la quale l’autrice ci mostra il controverso Bonifacio VIII: scaltro e spregiudicato sì, ma non fino al punto di far assassinare il predecessore Celestino V, oltre alle congiure degli storici rivali Colonna deve fronteggiare un nemico insidioso, Filippo il Bello. Unto re di Francia a 17 anni, ben preso noto tra amici e nemici come “il re di marmo” per la sua intransigenza, costantemente a caccia di denaro atto (anche) a oliare un’incredibile macchina burocratica che, tuttavia, ad un certo punto, diverrà incontrollabile e lo porterà alla rovina, è una spina nel fianco del papa del quale però, in qualche modo, non può fare a meno.

La ruggine tra i due ha radici antiche: nel 1296 Bonifacio VIII aveva emanato la bolla Clericis laicos, che vietava ai laici di imporre tasse al clero pena la scomunica, e Filippo aveva reagito licenziando un decreto regio col quale proibiva al contrario l’uscita dal suo regno di denaro o preziosi, impedendo così a Roma la riscossione delle decime, tanto che la stessa Curia giunse a consigliare a Bonifacio di chiudere un occhio e concedere al recalcitrante Filippo di trattenere, in Francia, una parte degli incassi. Ma il bisogno di denaro del re era cronico e, non potendo ottenere di più da Roma, ecco che la sua attenzione si venne a posare, fatalmente, sull’unica altra entità tanto ricca da poter, a suo parere, risolvere i suoi problemi: l’Ordine del Tempio.

«Il re di Francia sente di essere come un papa nel proprio regno. 

Poiché è nato da una stirpe santa, è il vicario di Dio in terra. I più 

illustri teologi gli danno ragione, in questo: fu consacrato a Reims

durante una cerimonia solennissima, e poi consacrato con il Sacro

Crisma ben sette volte. Proprio come un vescovo. Proprio come voi,

monsignore».

«Assurdo! Simili teorie rasentano il sacrilegio».

«Può darsi. In ogni caso, la legge in Francia è lui.»

Mentre la situazione imbocca una strada che si rivelerà senza ritorno, Arnaldo da Villanova non ha dubbi: l’oggetto sottratto al frate ucciso a Roma non è una reliquia, ma un oggetto blasfemo, capace di scatenare disaccordo e guerra tra i potenti d’Europa… cosa che gli stava riuscendo benissimo.

Crescenzio Caetani sa che venire a capo del mistero esigerà il suo prezzo.

«A cosa state pensando, Crescenzio?»

«Penso al peggio, maestro Ottone».

Non mancano nella trama figure femminili di grande caratura: Giovanna di Navarra, Regina di Francia, è una donna intelligente, forte, fiera e per nulla sottomessa, nonostante sia devotissima al problematico marito Filippo ed è, assieme a Maddalena, il personaggio femminile che più spicca nella saga di Frale.

Una saga dal ritmo incalzante, che somministra sapientemente esattezza storica e fantasia, che rende piacevolissima la lettura e conferma il favore con il quale vengono accolte le sue pubblicazioni, che siano saggi o romanzi. 

Una nuova fantastica avventura firmata da una delle più talentuose e autorevoli penne italiane.

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.