I segreti di Chicory Lane di R. Benson

Shelby Truman, scrittrice di grande successo, riceve una telefonata da parte dell’avvocato Crane: il suo amico d’infanzia ed ex fidanzato Eddie Newcott ha chiesto di vederla un’ultima volta prima di essere giustiziato per l’omicidio della moglie e del figlio che portava in grembo. Shelby accetta di incontrarlo, e nel corso del viaggio da Chicago al Texas ricorda il proprio passato, segnato dal rapporto difficile ma appassionato con l’affascinante e tormentato ragazzo della casa di fronte. Come ha fatto Eddie Newcott a diventare un assassino?

Copertina flessibile: 283 pagine
Editore: Leone (31 maggio 2018)
Collana: Mistéria
Lingua: Italiano

Recensione a cura di Cinzia Cogni 

Affermò:- il Male vive dove meno te lo aspetti – e io sussultai. Un brivido mi attraversò la schiena per il modo in cui lo disse.”

“I segreti di Chicory Lane “ fin dall’inizio, pare una sorta di diario segreto, scritto in prima persona dalla protagonista Shelby Truman, anziana e famosa scrittrice, che vive a Chicago.
Shelby in realtà, è originaria del Texas, da ragazza abitava a Limite, cittadina dalla mentalità chiusa e all’antica che si ritrova ad essere il luogo di un delitto efferato avvenuto proprio a Chicory Lane, la via dove lei viveva, scioccando l’intero abitato.
Il suo ex fidanzato Eddie Newcott è accusato di aver ucciso la moglie ed il figlio che portava in grembo, viene così condannato alla pena capitale con iniezione letale, ma come ultimo desiderio chiede di poter parlare con Shelby, anche se sono ormai 20 anni che non la vede.
Dopo dubbi e turbamenti, Shelby accetta di incontrarlo ed il viaggio da Chicago a Limite sarà un flashback continuo, uno scavare nel suo passato, un rivangare esperienze dolorose e traumatiche, cercando di ricordare più particolari possibili, alla ricerca di motivazioni o alibi, del come e del perché, Eddie sia giunto in fondo a un baratro senza più possibilità di risalita.

“Credo sul serio che nell’estate del 1966 il Male – quello con la M maiuscola – abbia visitato il mio quartiere. A quanto ne so si intrufolo’ in almeno tre case e cominciò a distruggere vite e seminare miseria. Alla fine colpì moltissimi di noi. Triste a dirsi, ma credo che abbia provocato la maggior parte dei danni a Eddie Newcott, il ragazzo che abitava dall’altra parte della strada. “

Sono solo bambini quando si conoscono per la prima volta, eppure l’amicizia e l’attrazione l’uno verso l’altro è immediata; crescono insieme, fanno varie esperienze ed il luogo dove trascorrono la maggior parte del loro tempo, anche una volta diventati adulti, è il rifugio antiatomico sul retro di casa di Eddie, costruito dal padre negli anni ’60. A quei tempi ne sorsero tantissimi in America a causa della Guerra fredda e della paura delle armi nucleari.
A cambiare il loro destino sarà la scomparsa del fratellino di Shelby nell’estate del ’66; Michael ha pochi mesi quando qualcuno lo preleva dalla culla e di lui si perdono le tracce.
Da quel momento la famiglia di Shelby non sarà più la stessa e lei, ancora adolescente, dovrà imparare a gestirsi da sola. L’unico che sembra capirla è Eddie, anche la sua situazione famigliare è difficile, entrambi le loro madri soffrono di depressione ed il padre di lui è un uomo violento.

“Un urlo da raggelare il sangue nelle vene scosse le fondamenta della casa. Io e il papà ci guardammo negli occhi e volammo dentro. Mia mamma aveva la
schiena appoggiata al muro della cameretta, le mani sulla bocca e gli occhi spalancati per il terrore. Indicò la culla.
Era vuota.”

Crescendo però ,Eddie cambia carattere, diventa taciturno, cupo ed il suo comportamento peggiora quando abbraccia il culto del satanismo.
A questo punto la protagonista comincia a porsi diversi
Interrogativi: quanto influiscono le nostre esperienze infantili e famigliari sulla psiche di una persona? Il male esiste veramente? È un’ entità astratta o può essere tangibile e visibile?
Pian pianino si comprende che non è un thriller convenzionale, o solamente psicologico, è qualcosa di più…il lettore si ritroverà a porsi quesiti esistenziali, tematiche morali e religiose, che vanno oltre la semplice definizione “di male”: sappiamo che questo non ha una sola faccia, ma puo’ essere una scelta, la conseguenza di una malattia mentale oppure una catena di esperienze devastanti che fanno emergere il lato più oscuro di una persona. E allora, quando in qualcuno il male prevale, come facciamo a distinguere se sia vittima o carnefice?

“Non so cosa accadde esattamente. Eddie smise di farmi ridere. Diventò più cupo e lunatico, e si ritirava nei recessi oscuri di se stesso, che teneva segreti a me e al resto del mondo.”

Scritto in modo semplice e lineare, è scandito da un ritmo lento, non certo quello adrenalinico che ci si aspetta da un trhiller, anche se i colpi di scena non mancano; ma lo stile dell’autore è perfetto perché qui la storia è ribaltata, conosciamo già l’assassino, cio’ che manca è “il perché” il protagonista sia arrivato a compiere quel gesto e per comprenderlo dobbiamo entrare lentamente nella sua psiche, dobbiamo calarci nei suoi panni.
Shelby riuscirà a parlare con Eddie un ultima volta e a scoprire chi è veramente ?

“Nel satanismo – almeno in quello che predica LaVey – ogni individuo è il proprio Dio. Non c’è spazio per altri dei, compreso Satana, Lucifero o come lo vuoi chiamare. Non credo in Satana come dio. Lui è un simbolo. In questo senso posso dire di essere satanista: io sono il mio dio.”

Se volete scoprirlo non vi resta che leggerlo , ma sappiate che è un libro pericoloso, di quelli che ti allargano la mente, che ti cambiano la prospettiva delle cose, dove non ci sono pregiudizi ne risposte ovvie e ti obbliga a pensare; bisogna essere preparati ad affrontare questo viaggio, perché questo è un viaggio di sola andata.

“Lui alzò lo sguardo, teneva ancora una mano sul viso e con un occhio sbirciava tra le dita. L’immagine mi ricordò uno dei peccatori più memorabili del dipinto del Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina, che raffigurava la totale consapevolezza degli atti terribili che quella persona aveva commesso.”

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