A cura di Cinzia Cogni
“La cosa si mosse nuovamente. Le braccia si tesero. Una gamba si alzò e ricadde e, per la prima volta, udimmo il colpo sordo del suo peso sul suolo. E gli ebrei di Praga gridarono a squarciagola: Golem! Golem! Golem!”
Quando ho iniziato a leggere questo romanzo storico non immaginavo che il protagonista, che è anche la voce narrante, fosse un personaggio del XVI secolo, esistito realmente.
David Gans, questo è il suo nome, non fu solo un Rabbi ,ma anche un cronista, uno storico, un matematico, un astronomo e un astrologo di origine ebrea; fu l’allievo o meglio il discepolo, come si definisce lui nel libro, del MaHaRal, il Grande Rabbino di Praga.
Affascinato dalle nuove scoperte scientifiche di quel periodo, avrà modo di collaborare con Tycho Brahe e Keplero, famosi astronomi e matematici, che renderanno il romanzo ancora più interessante e avvincente.
Marek Halter, scrittore di origine ebrea, ha pensato di diffondere tramite questa storia, la leggenda del Golem, aprendo una piccola finestra sul mondo ebraico e sulle sue tradizioni, dove la città di Praga ha un ruolo determinante.
“Ah come ho amato Praga! Come mi è stata cara e presente per tutto l’errare interminabile della mia vita!
E in quella Praga, entro le mura della città ebraica e talvolta al di là di essa, la figura del MaHaRal incuteva timore…”
Intorno al 1600 la peste devastò la città e come accadde in altri luoghi, pure a Praga i cristiani puntarono il dito contro gli ebrei; gli eventi tragici che portarono a scontri violenti e morti fra le due fazioni religiose, sono raccontati con dovizia di particolari e l’autore riesce a riportarci in quella realtà, ricreando un’atmosfera cupa ed emozionante.
Il romanzo inizia con una promessa che due uomini e amici, Isaac Cohen e Jacop Horowitz, , si scambiano prima ancora di avere figli… convinti che Dio li avrebbe ascoltati dando loro un maschio e una femmina, scambiano una promessa di matrimonio che avverrà al momento oppurtuno tra i loro primogeniti, con lo scopo di unire per sempre le loro famiglie.
David Gans,testimone di tale promessa, benedice gli amici anche se in cuor suo non è completamente d’accordo … anni dopo infatti, si pentirà di non averli persuasi a rinunciarvi.
Passa il tempo e finalmente le due famiglie realizzano il loro desiderio più grande, la nascita dei loro primi figli, un maschio e una femmina: pare che Dio li abbia davvero ascoltati… ma Eva, la figlia di Isaac e nipote del MaHaRal, fin da bambina dimostra una intelligenza viva e incoraggiata da suo nonno a studiare, cresce con un carattere libero e ribelle.
Al contrario Isaia, il figlio di Jacop, è un ragazzo introverso e studioso, il cui unico scopo è soddisfare le richieste del padre, accettando e condividendo le scelte della famiglia.
Facile intuire che gli eventi prenderanno una piega completamente diversa da come si aspettano il padre di Eva e il suo amico Jacop.
“Perché voi non sapete vedere la luce dove abbonda” aveva sospirato il MaHaRal…” Istruitela come fareste come un figlio. Lei prova solo una grande rabbia, la più sana: quella di non sapere come accostarsi alla ricchezza della vita.”
I protagonisti di questa storia sembrano tutti “vivi”, si percepiscono le loro emozioni, i loro stati d’animo, il loro modo di pensare e soprattutto sono perfettamente calati nel loro ambiente; i dialoghi e le descrizioni dei luoghi e della vita quotidiana sono sicuramente frutto di uno studio accurato, il che rende la storia ancora più credibile.
In ogni pagina si respira la saggezza ebraica, ricca di citazioni sulla vita, sul destino, sulla morte; è una storia che lascia grandi messaggi, ci introduce il concetto di cabala e soprattutto ci aiuta a comprendere il significato vero del Golem: cosa rappresenta per la comunità ebraica questo essere creato dall’argilla? Perché porta sulla fronta la parola Emet ,ossia Verità?
“…questo silenzio, che è per così dire l’opposto del Verbo, è lo stesso che risiede nell’insegnamento della Cabala. Ecco perché si dice che anche la Cabala sia un giardino. Il più bello, ma anche il più pericoloso. Un giardino in cui chi entra non è mai sicuro di poterne uscire, e non può neanche sapere come lo farà…”
Credo che l’autore abbia creato una storia perfetta, anche se può risultare un po’ scontata, perché emergessero determinate tematiche, per svelare alcuni misteri e lasciarne intendere altri; un romanzo ricco di spunti di riflessione, a volte volutamente lasciati in superficie, affinché sia il lettore a decidere se approfondirli o meno… una lettura consigliatissima per chi come me, ama fare ricerche storiche e scoprire curiosità e aneddoti poco noti del passato.
“Rarissimi sono coloro che hanno l’anima abbastanza pura da aver scelto tra tutti il venerabile mestiere di contemplare il cielo.”
Trama. Praga 1600. La violenza sta per devastare la città. Solo un segreto millenario potrà salvarla. I cristiani minacciano il ghetto della città, ne assediano le porte, tentano di entrare per metterlo a ferro e fuoco. Gli ebrei sembrano impotenti di fronte al terribile eccidio che rischia di consumarsi. Persino l’imperatore Rodolfo II, che fino a poco tempo prima li aveva protetti, finge di non vedere quale massacro sta per abbattersi su di loro. Solo l’intervento del MaHaRaL Judah Loew, il Gran Rabbino di Praga, sarà in grado di salvare la comunità ebraica. Grazie alla sua conoscenza della Cabala e al suo sapere esoterico, Judah riuscirà a creare dal fango un essere soprannaturale, dotato di una forza spaventosa e che risponde ciecamente al suo volere: il Golem. A narrare la straordinaria storia del gigante d’argilla sarà David Gans, l’allievo prediletto del MaHaRaL. Sarà lui, diviso tra lo studio dei testi sacri e la passione per le scoperte scientifiche di Copernico e Galileo, tra la purezza della fede e la pulsione verso l’amore proibito per Eva, la nipote del MaHaRaL, a condurci in un passato così lontano nel tempo, ma dal fascino antico e misterioso.
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