Il grande romanzo dei Vangeli  di Corrado Augias, Giovanni Filoramo 

Se un viaggiatore venuto da molto lontano cominciasse a sfogliare le pagine dei Vangeli totalmente ignaro della loro origine e di ogni possibile implicazione teologica, che cosa leggerebbe? In buona sostanza quattro versioni in parte (ma non del tutto) simili della tragica vicenda di un predicatore che, avendo sfidato il potere della Chiesa e dello Stato, viene processato e condannato a morte. Ma c’è un altro elemento che colpirebbe il nostro ipotetico lettore: la folla di personaggi in cui il protagonista s’imbatte, o da cui è accompagnato, nel corso della sua breve esistenza. Il nostro ipotetico lettore sarebbe colpito dalla diversità delle reazioni, dall’odio implacabile allo smisurato amore. Noterebbe le turbe, il popolo, una folla indistinta, poveramente vestita, rassegnata o crudele, fatta di pescatori, operai dei campi e delle vigne, pastori, in genere illetterati, alcuni gravemente malati, tutti fiduciosi nella storia del loro popolo e nell’aiuto costante del loro Dio. Dallo stupore per questa umanità, dalla meraviglia per queste straordinarie presenze umane, è partito Corrado Augias a colloquio con uno dei maggiori storici del cristianesimo, Giovanni Filoramo. Augias «stringe l’inquadratura» sugli uomini e le donne che appaiono nei Vangeli. Ne esamina le vite narrate dagli evangelisti ma anche i segreti taciuti, le origini o i destini. A cominciare dalla madre del giustiziato, ad esempio, figura che dovrebbe avere carattere centrale e che – stranamente – risulta, invece, appena abbozzata, presenza sfuggente caratterizzata da rapporti spesso aspri con suo figlio. O il padre (adottivo?), piccolo imprenditore edile, più che semplice falegname, perennemente muto di fronte alle straordinarie vicende che il destino gli ha riservato. O le figure enigmatiche e sfaccettate di Giuda e della Maddalena. Con questo libro, Augias e Filoramo riescono in un’impresa difficile: narrarci in maniera sorprendentemente nuova una storia che pensavamo di conoscere.

Recensione a cura di Stefania De Leonardis

«I Vangeli non sono solo il testo sacro della Cristianità, sono anche uno straordinario deposito di storie, personaggi, passioni. Ma cosa sappiamo davvero di Maria, di Pilato, di Pietro, della folla che ascolta il Discorso della Montagna? Chi sono davvero gli uomini e le donne di quel grande romanzo polifonico che sono i Vangeli?»

UNA LETTERATURA FANTASTICA

Secondo Jorge Luis Borges I testi sacri sono come una letteratura fantastica. Affermazione che per la teologia risultano blasfeme. Invece a questa affermazione si può aggiungere un celebre frase di Umberto Eco: su ciò di cui non si può teorizzare, si deve narrare.

L’autore, Corrado Augias, partendo da questa affermazione, porta i suoi lettori in un viaggio colto e approfondito nella storia di Cristo. Lo fa a mo di intervista allo storico Giovanni Filoramo.

Con garbo pone domande difficili e delicate realizzando così un’opera molto interessante.

Questo è un racconto per episodi, dove i personaggi sono percepiti nella loro complessità psicologica e alla loro influenza nella religione cristiana nei secoli postumi.

Siamo abituati a vedere i personaggi delle Sacre Scritture non come uomini e donne ma come simboli, figure piene di fascino si ma percepiti con l’immobilità delle statue.

Da qui il bisogno di raccontarli come protagonisti di un dramma, fatti di carne e di sangue, ma completati, da un credibile strato di fantasia. L’immaginazione del mondo di quegli uomini e di quelle donne è molto piú importante della loro incerta verità storica.

Il romanzo di Gesù: I personaggi

«Noi non possiamo sapere piú nulla della vita e della personalità di Gesú, poiché le fonti cristiane non sisono interessate al riguardo se non in modo molto frammentario e con taglio leggendario, e perché non esistono altre fonti su Gesú». Cit. Rudolf Bultmann

Il lettore-viaggiatoresfoglia così le pagine dei Vangeli del tutto ignaro della loro origine e privo di ogni influsso teologico; cosa leggerebbe?

Di sicuro le quattro versioni (Vangeli) della tragica vicenda di un predicatore che, osando “sfidare” il potere, viene processato e condannato a morte. Il protagonista, il reo, come diremmo noi oggi, sarebbe accusato di attentato all’integrità dello Stato, di blasfemia ed eresia. Reati che la civiltà moderna considera riprovevoli ma in nome dei quali, nel corso dei secoli, migliaia di persone sono state uccise.

L’altro elemento che colpirebbe il nostro lettore-viaggiatore è la folla di personaggi in cui il protagonista s’incontra, o da cui è accompagnato, nel corso della sua breve esistenza; lo colpirebbe la discordanza delle loro reazioni fatta di estremi opposti: odio implacabile e smisurato amore.

Poi lo colpirebbe il popolo, una folla indistinta, poveramente vestita, rassegnata o crudele, fatta di pescatori, di contadini, di pastori, di malati, tutti fiduciosi nella storia del loro popolo e nell’aiuto costante del loro Dio.

Da questa povera folla si distaccano alcune figure: i coprotagonisti.

Maria, la madre di Gesù, personaggio che dovrebbe avere un ruolo centrale e che invece risulta una presenza sfuggente caratterizzata da rapporti spesso aspri con suo figlio che solo al momento della morte si tinge di vera sofferenza e d’affetto; specialmente in una terra nella quale il ruolo materno era ed è considerato cardine della vita familiare.

Meno comprensibile è la figura del padre di Gesù.

Un personaggio confinato sullo sfondo, che si confonde con l’ambiente, mai una parola, muto davanti al succedersi degli eventi e muto davanti alle dicerie sulla nascita di quel suo figliolo.

Si sa che si chiama Yosef, Giuseppe, ma chi è veramente? Certo una persona umile, un falegname o un carpentiere, l’ebreo “giusto” perché accetta la volontà di Dio ed osservante della Torah. Nessuno di questi elementi aiuta a spiegarne il comportamento perchè esso è una figura “problematica” e difficile da interpretare . Forse era vedovo e aveva già dei figli (fratellastri di Gesù).

In quanto al fatto che Gesù avesse dei fratelli carnali, poi, ci sono pochi dubbi perché ne parlano tutti i Vangeli. La Chiesa lo nega per dogma.

Giacomo, il fratellastro di Gesù e suo successore: nel libro il personaggio viene approfondito perchè è stato il primo a portare avanti la parola di Cristo tra i giudei. E’ forse per questo è il personaggio del ‘romanzo’ più interessante anche perché il meno noto. E’ stato il vescovo di Gerusalemme.

Un’altra enigmatica figura, si approccia al lettore viaggiatore con torva temerarietà: è Giuda, quel Giuda Iscariota. In lui si intuisce una certa inquietudine di fondo che nasconde una profonda angoscia e drammatiche incertezze. Le persone lo accusano di tradimento, cioè di aver venduto Gesù alle autorità del Tempio e a quelle romane, proprio perché fosse tolto di mezzo, giustiziato. Perché lo ha fatto? Per denaro? Se si esclude un’innata crudeltà d’animo quale motivazione può spiegare un gesto così indegno?

Dopo la madre di Gesù spicca un’altra donna, viene da Magdala, si chiama Myriam, ovvero Maria, conosciuta come La Maddalena. Il suo passato è misterioso, si dice che per vivere si prostituiva. Determinata e di temperamento forte: questa donna sa imporsi, sa quel che vuole ed capace di sorprendere con gesti estremi. Sa di essere bella, infatti usa l’avvenenza come un’arma.

Ed ecco un alto funzionario romano superbo nella sua veste di governatore, si chiama Ponzio Pilato. L’imperatore Tiberio lo ha mandato a reggere la difficile regione della Giudea; si tratta di una terra povera, con vaste zone desertiche, abitate da genti riottose, fanatici religiosi che adorano un unico dio, come se un dio fosse in grado, da solo, di gestire il caos dell’animo umano.

Il nostro lettore-viaggiatore adesso “vede” una drappello di legionari romani che trascinano brutalmente un uomo in catene.Il prigioniero si guarda intorno con aria di sfida, scuote i ferri che gli stringono le braccia. Al clangore la folla esalta. I soldati protendono minacciosi le lance pronti a respingere ogni tentativo di liberarlo. Qualcuno grida il nome del prigioniero: «Barabba, Barabba!»

Tutti questi personaggi, e altri che il lettore-viaggiatore incontrerà, chiedono che la loro storia sia raccontata come le fonti la tramandano affinchè emerga piú chiaramente lo svolgimento dei fatti e il ruolo che ognuno vi ha avuto.

Jorge Luis Borges , come ho già citato all’inizio della recensione, ci ha lasciato quella sorprendente osservazione: letteratura fantastica.

Prima di essere testi sacri quelle pagine contengono uno straordinario racconto e molti affascinanti personaggi.

Resta il fatto che l’asse portante della storia e attorno al quale tutte le altre si svolgono è la vicenda del protagonista, l’uomo della profezia e della croce che predicando e ne rimase ucciso.

Libro non di facile lettura ma che fa riflettere sulla storia che fu ai tempi di Gesù ed ad un nuovo avvicinamento ai vangeli Un saggio questo che richiede una attenta lettura, una notevole conoscenza dei testi sacri ed una forte motivazione a ricercare la realtà.

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