Il mistero della pittrice ribelle – Chiara Montani – Garzanti

Recensione a cura di Sara Valentino

Quando sarai convinto che per te non vi è niente d’impossibile, stima te stesso immortale e in grado di comprendere tutto: ogni arte, ogni scienza, l’intima natura di ogni essere vivente. Corpus Hermeticum XI

Chiara Montani con questo giallo storico “Il mistero della pittrice ribelle” ci porta nel Rinascimento fiorentino, quel magnifico periodo della nostra storia che ha visto nascere ed esibirsi i più grandi artisti che ancora oggi ammiriamo attraverso le loro opere immortali.

L’autrice, architetto e appassionata di arte, dipinge per noi lettori una tela che ha colori scuri e foschi, quelli dell’inganno, delle ombre, dei giochi di potere e quelli brillanti e accesi della passione, dell’amore e dei sogni che bisogna sempre perseguire.

Protagonista insieme al grande Piero della Francesca, al suo immenso “La flagellazione di cristo”, una giovane donna, Lavinia. Lavinia è aspirante pittrice in un mondo di uomini, si esercita di nascosto nella casa di Domenico, lo zio che la accudisce sin da quando è rimasta sola al mondo.

Siamo a Firenze, magnifica e stupefacente città che ci viene raccontata così che anche noi possiamo percorrerla e ripercorrerla tra le pagine, alcuni misteriosi assassinii ne insanguinano le vie. Un simbolo inequivocabile, accuse ingiuste, qualcuno vuole dirigere le fila delle indagini nell’ombra. Qualcuno apparentemente sconosciuto ma così vicino da fare paura.

“Con l’unghia del pollice ne seguì l’elaborata incisione, raffigurante un solido con dodici facce pentagonali. In ognuno dei dodici pentagoni era inscritta una stella a cinque punte e il tutto era racchiuso in una forma circolare, che rappresentava un serpente nell’atto di divorarsi la coda”

Non so se credete, anche voi amici lettori, nelle coincidenze, io sì! Per il terzo libro di fila trovo questo simbolo, un segno presente in molte culture antiche, un segno alchemico che simboleggia la ciclicità della vita, Il mistero dunque si infittisce…

Lavinia rappresenta le donne forti che non demordono, che non si rassegnano ma desiderano seguire i sogni. Forte perchè non ha paura di rischiare per ciò in cui crede, nella verità e nei buoni sentimenti.

Evidenzio le descrizioni pittoriche che l’autrice dipinge per noi, trasportandoci in un mondo di colori, pigmenti, polveri, nella mente dei grandi artisti che hanno reso eterna una immagine, restiamo ammaliati e soggiogati dinanzi a tali bellezze e non possiamo che correre a quel tempo, immaginare di poter spiare, da un pertugio le mani che creano capolavori.

“Forse il segreto è smettere di cercare un significato e osservarlo semplicemente per quello che è, ponendosi di fronte alla scena con lo stesso distacco dei personaggi”

Lavinia brucia le sue apparenti certezze, sente un fievole vento, l’istinto, che già conosce prima di noi ciò che aneliamo nel profondo. Il pericolo incombe, su di lei, su chi le è vicino, su chi ama… Le sommosse nelle strade, il papato in subbuglio, un segreto che nelle mani sbagliate è pericoloso, il romanzo si dipana pacato come la costruzione di un’opera per poi accelerare con le ultime pennellate a chiudere il cerchio in un colpo di scena magistrale.

Odio e amore si davano battaglia… Fino a che punto l’amore si può spingere e diventare odio?

Il fascino della Firenze dei Medici.
Un affresco maledetto.
Una verità perduta.

Firenze 1458. Lavinia, ferma davanti alla tela, immagina come mescolare i vari pigmenti: il rosso cinabro, l’azzurro, l’arancio. Ma sa che le è proibito. Perché una donna non può dipingere, può solo coltivare di nascosto il sogno dell’arte. Fino al giorno in cui nella bottega dello zio arriva Piero della Francesca, uno dei più talentuosi pittori dell’epoca. Lavinia si incanta mentre osserva la sua abile mano lavorare all’ultimo dipinto, La flagellazione di Cristo. L’artista che ha di fronte è tutto quello che lei vorrebbe diventare. E anche l’uomo sembra accorgersene nonostante il contegno taciturno e schivo. Giorno dopo giorno, Lavinia capisce che la visita di Piero nasconde qualcosa. Del resto sulle sponde dell’Arno sono anni incerti: il papa è malato e sono già cominciate le oscure trame per eleggere il suo successore. E Piero sa più di quello che vuole ammettere. Il sospetto di Lavinia acquista concretezza quando lo zio viene ingiustamente accusato dell’uccisione di un uomo e Piero decide di indagare. Ma Lavinia questa volta non vuole restare in disparte. Grazie alla vicinanza dell’artista, che fa di tutto per proteggerla, per la prima volta comincia a guardare il mondo con i propri occhi. Perché lei e Piero sono entrati in un quadro in cui ogni pennellata è tinta di rosso sangue e ogni dettaglio è un mistero che arriva da molto lontano. Perché la pittura è un’arte magnifica, ma può celare segreti pericolosi.
Chiara Montani trascina il lettore per le vie della Firenze rinascimentale e tra le opere di Piero della Francesca, un artista che ha fatto la storia della pittura. Lo immerge nella vita di una giovane donna che vede le sue ambizioni soffocate dalle leggi non scritte del tempo. Lo cattura in un vorticoso susseguirsi di eventi in cui le ragioni dell’arte si intrecciano con quelle della politica e della religione. Un esordio che rimbomba come un tuono.

  • Editore : Garzanti (7 gennaio 2021)
  • Copertina rigida : 336 pagine
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