Effetti collaterali. Sei racconti di genere in Sicilia di Rosario Russo (Autore)

Recensione a cura di Sara Loiacono

“Effetti Collaterali” è l’insieme di sei racconti ambientati ad Acireale e dintorni.

Il primo racconto si chiama “Il delitto delle cartoline” e vediamo raccontata la storia di Vincenzo, scrittore alla ricerca di una storia avvincente che si imbatte in una cartolina dalla dedica particolare mentre cerca indizi in una vecchia casa abbandonata da lui nominata “casa del nespolo” in omaggio a Verga. Questo lo porterà dalla persona alla quale sono intestate queste cartoline che ne svelerà il mistero ricordando la città degli anni 60.

“Ascoltavo letteralmente affascinato il suo racconto. Nella mia mente si accavallavano fotogrammi sbiaditi di una Sicilia che non esisteva più e provai sul momento a catapultarmi in quella storia.”

Questo racconto mi ha colpita particolarmente per la narrazione in prima persona perché per me, che della Sicilia posso vantarne le origini, è stato come ascoltare mio cugino raccontarsi, potevo sentire nella mia testa Vincenzo parlare con la cadenza cantilenante tipica dell’inflessione dialettale siciliana. E’ stata un’esperienza meravigliosa.

Il secondo racconto si intitola “Il sesto sigillo” e incontriamo l’ispettore Traversa, veneto trasferito al sud per lavoro, alle prese con strani casi dove dei cavalli vengono dipinti con i colori dei quattro cavalieri dell’apocalisse accompagnati ognuno da biglietti che citano strani versi. Le sue ricerche lo porteranno a scoprire una delle tante leggende catanesi. 

“Del resto da noi esiste un detto popolare riguardante quel catastrofico evento: “All’unnici di Jinnaru a vintin’ura, a Jaci senza sonu s’abballava, cui sutta li petri e cui sutta li mura e cui a misericordia chiamava”.”

Il terzo racconto, “Annalisa” è il più toccante, il nostro protagonista torna a Catania dopo 20 anni per chiedere vendetta per la morte della ragazza che nel 1998 gli salvò la vita impedendogli di presentarsi ad un appuntamento che in realtà si era rivelato una trappola di una cosca mafiosa rivale. Annalisa è una persona realmente esistita e la sua storia ci mostra uno spaccato della Catania anni 90 e delle sue cosche mafiose.

“Zio Nino raccolse la pistola da terra e in quell’istante realizzai che era giunta la mia fine: era giusto così. Mentre gli altri venivano trucidati senza pietà io fuggivo vigliaccamente, per quale ragione ero ancora degno di vivere?”

“Gli amanti immortali”, il quarto racconto, è stato il mio preferito. Incontriamo nuovamente  l’ispettore Traversa alle prese con il ritrovamento di due scheletri in una grotta in riva al mare, la ricerca dell’identità dei due lo porterà verso uno dei tanti racconti mitologici Siciliani, il mito di Aci e Galatea, e alla risoluzione di un omicidio rimasto irrisolto.

“ Alcune fonti dicono che la ninfa si sciolse in lacrime e si unì col pastorello formando il corso d’acqua, mentre altre sostengono che gli dei la trasformarono nella spuma del mare, affinché potesse ricongiungersi col fiume che sfocia sulla spiaggia.”

“Effetti collaterali” è anche il titolo del quinto racconto, una storia crudele di vendetta e bugie che vede coinvolto il commissario di polizia Carlo Stuto nel caso di avvelenamento di un’amica di suo nipote. Questo racconto è il più avvincente, il lettore resta sul filo del rasoio fino alla fine.

La scrittura, che è veramente scorrevole, incalzante e mai banale, ci porta così in un lampo verso l’ultimo racconto, “La truvatura della sarpa”, dove per la terza volta incontriamo il commissario Traversa che dovrà capire come sono andate veramente le cose per il povero professor Spadaro, trovato morto in una chiesetta sperduta  durante quello che sembra un rituale che secondo le leggende avrebbe riportato alla luce un antico tesoro.

Normalmente sono sempre molto scettica rispetto alle raccolte di racconti, ma in questo caso devo dire che è stato un bellissimo viaggio, perché la Sicilia è veramente così, ricca di storia e di miti e leggende legate ad ogni luogo,  la superstizione che ancora vive attorno a queste leggende rende il tutto ancora più magico. Devo ringraziare l’autore, che tra le sue righe mi ha riportata in questa terra che amo profondamente, ero così immersa nella lettura che mi sembrava di sentire persino il profumo di Sicilia, un miscuglio di salsedine, spezie e terra scaldata dal sole. Questo libro non è solo un insieme di racconti, io l’ho interpretato come una lettera d’amore che lo scrittore ha dedicato alla sua terra.

“Può darsi che si tratti di una malattia, di cui inesorabilmente soffriamo tutti noi isolani, ma in ogni caso sono sicuro che Ninì Motta diceva il vero quando sosteneva che il mare era l’unica cosa rimastagli. Quell’immensa distesa d’acqua gli serviva a ricordare che nessun ostacolo avrebbe potuto privarlo della libertà di sognare.”

Una Sicilia vista attraverso le trame del giallo. Sei storie policrome, dal poliziesco al noir, che si snodano in un’isola densa di misteri, leggende e superstizioni per offrire al lettore un mosaico variegato e ricco di contraddizioni.

  • Editore : Algra (8 ottobre 2020)
  • Copertina flessibile : 180 pagine

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