Il Sangue Nero dei Romanov di Dora Levy Mossanen

Trama. Darja ha 104 anni ed e ancora una donna bellissima e dal fascino misterioso. Vive in un antico e fatiscente palazzo e intorno a lei svolazza sempre un nugolo di farfalle. Nessuno sa con certezza chi sia in realtà: l’unico indizio relativo al suo passato è un preziosissimo ciondolo, un uovo Fabergé tempestato di diamanti e pietre preziose da cui non si separa mai. Ha dei poteri soprannaturali e racconta di essere stata la tutrice del piccolo Aleksej, l’erede al trono dei Romanov. È passato quasi un secolo da quando la Rivoluzione ha annegato nel sangue il fasto e la ricchezza degli zar: i membri della famiglia reale sono stati uccisi, il loro nome dannato, i simboli del potere distrutti, eppure pare che Aleksej sia scampato all’eccidio… Darja non lo ha mai dimenticato e quando riceve una convocazione urgente da parte dell’Associazione della nobiltà russa le sue speranze riprendono corpo… “Il sangue nero dei Romanov” è una storia densa di magia e di avventura, amore e speranza, in cui rivive l’atmosfera lussureggiante di una corte opulenta e ricca di meraviglie, ma destinata a un inevitabile tramonto.

Recensione di Claudia Pellegrini

Sul tragico epilogo della dinastia dei Romanov si sono sprecati fiumi di inchiostro. Tra innocentisti e colpevolisti, chiunque si è sentito in dovere di esprimere il proprio giudizio sulle cause che hanno portato l’ultimo zar ad essere crivellato di colpi in uno scantinato di Ekaterinburg insieme alla sua famiglia. E tutto questo chiacchiericcio ha finito per alimentare leggende e teorie di complotto, soprattutto riguardanti l’ipotesi che qualcuno avesse potuto salvarsi. Per tutto il Novecento, di tanto in tanto, sbucavano fuori a più riprese presunti membri della famiglia miracolosamente scampati al massacro, poiché effettivamente i corpi, smembrati, bruciati e occultati più e più volte, non erano stati ancora localizzati. Del resto leggenda voleva che le granduchesse avessero cucito nei loro corsetti gioielli e pietre preziose. Poi nel 1991 la svolta, quando la localizzazione dei resti dei Romanov e il confronto con il dna mitocondriale con i parenti di sangue blu sparsi per l’Europa ha risolto ogni dubbio.

Ed è proprio il 1991 l’anno in cui si snoda la vicenda narrata in questo libro dall’ultracentenaria Darja, tutrice dello zareviĉ Aleksej, tristemente noto per la sua malattia, l’emofilia, che gli impediva di condurre una vita normale. La vecchia signora che vive reclusa in un palazzo che è ormai un triste ricordo dello splendore degli zar, ancora abbigliata con i vestiti di un’epoca ormai passata, è fermamente convinta che il suo adorato bambino, colui al quale ha consacrato la sua intera vita, sia ancora tra i vivi. Il perché di questa ferma convinzione è da ricercare nel lungo racconto che la donna fa della sua straordinaria vita che ripercorre gli anni dello sfortunato regno di Nicola II, nella quale il soprannaturale è decisamente il protagonista principale.

“All’improvviso sente in bocca il sapore amaro della cenere. È già successo. Ogni volta che ha un presagio, parte dallo stomaco e sale su fino a impastarle la lingua”.

Nonostante in un romanzo storico l’elemento soprannaturale stoni leggermente con quella che dovrebbe essere la realtà dei fatti, Dora Levy Mossanen l’ha utilizzato al meglio, e questo rappresenta decisamente un punto di forza della narrazione che stupisce sempre di più pagina dopo pagina. Per non parlare poi di quel ripercorrere la vita di Darja che trasporta il lettore alla corte degli zar, un luogo quasi incantato che sa di fiaba, fatto di grandi palazzi, saloni da ballo scintillanti di ori e argenti, eleganti signore in abiti da sera. 

E in mezzo a tanta luce si aggira un’ombra scura, quel Grigorij Efimovič Rasputin, colui che a detta di tutti ha dato il colpo di grazia alla monarchia russa. Ma è davvero così? Che ruolo ha avuto in realtà il monaco siberiano nella vita dei Romanov, e perché sembra al tempo stesso attratto e spaventato da Darja, la misteriosa donna dall’occhio di opale che sembra nascondere dentro di se un potere antico e straordinario?

“So tutto di voi Darja Borisovna. Certo. Perché? Non è importante. Non lo è affatto. Importante invece è il vostro occhio. Un amuleto prezioso”.

Ma l’unica vera domanda è: lo zareviĉ è davvero scampato all’eccidio di Ekaterinburg? Come può essere sopravvissuto ai decenni un ragazzino emofiliaco?

Non ci resta che scoprirlo.

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (17 gennaio 2013)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 351 pagine
  • Link d’acquisto
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